Congiuntura in Emilia Romagna: l’indagine sul II trimestre 2024 di Confindustria e Unioncamere

Fra aprile e giugno nel settore industriale produzione -2%, fatturato e ordini -2,8%. Il numero delle imprese industriali cresce di 112 unità e l’occupazione 2.795 addetti.

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congiuntura in Emilia Romagna

La contrazione dell’attività industriale, avviata già nella primavera 2023, si è alleviata secondo la rilevazione della congiuntura in Emilia Romagna di Confindustria e Unioncamere relativa al secondo trimestre 2024. Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno tra aprile e giugno il volume della produzione delle piccole e medie imprese dell’industria in senso stretto della regione è sceso meno rapidamente (-2%) rispetto a quanto era accaduto all’inizio dell’anno. L’andamento risente del rallentamento dell’attività economica in Europa e dell’elevata incertezza in ambito economico e geopolitico.

Il fatturato complessivo è diminuito del –2,8%, flessione attribuibile per oltre un terzo al rallentamento dei prezzi industriali. Il fatturato da ordini esteri è risalito portandosi al +0,3%. Gli ordini complessivi sono diminuiti del -2,8%, mentre quelli dall’estero sono rimasti sostanzialmente invariati. Il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini è di poco inferiore ai 3 mesi ed il grado di utilizzo degli impianti è sceso fino ai tre quarti della capacità.

Il fatturato dell’industria alimentare è aumentato dell’1%, quello dall’estero del doppio. La produzione è aumentata del +0,8% sostenuta dall’andamento degli ordini dall’estero cresciuti del +1,8%.

Si è solo leggermente alleviata la decisa fase di recessione per l’attività delle industrie del sistema moda dove il fatturato è diminuito del –6,7%, quello dall’estero del –5,9%. La produzione è diminuita dell’8%. Gli andamenti dovrebbero essere confermati nei prossimi mesi considerando che gli ordini sono diminuiti dell’8%, quelli dall’estero del -7,3%.

Sostanziale stabilità nel fatturato delle imprese del legno e del mobile, dove però sono ripresi in estate gli ordini, +5,3%, grazie principalmente al mercato interno.

L’industria metallurgica e delle lavorazioni meccaniche ha visto diminuire il fatturato del – 5,6%, quello dell’estero 1,9%. Risultati che però in termini reali dovrebbero essere meno negativi visto l’andamento dei prezzi alla produzione nel settore. La produzione è diminuita del –4,1%. Gli ordini sono in contrazione del –5,7%, quelli dall’estero del –1,8%.

Fino alla fine dello scorso anno l’attività dell’ampio aggregato delle industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto aveva mostrato una certa tenuta a fronte della difficile fase congiunturale, ma dall’inizio del 2024 ha subito un arretramento. L’andamento tendenziale negativo del fatturato si è accentuato con la primavera: -3,2%, che diventa +0,6% per il fatturato dall’estero, valori influenzati però anche dal rallentamento dei prezzi. Gli ordini sono diminuiti del -3,5%, quelli dall’estero del -1%.

Per le altre industrie la domanda interna ha prodotto una leggera diminuzione del fatturato, -0,4% e un aumento della produzione del 1,1%. Meglio è andata con i clienti esteri con i quali il fatturato è aumentato del +2,4% e gli ordini del +4,6% (ordini complessivi +0,7%).

Le imprese minori hanno visto mediamente ridurre il fatturato del -4,1%, la produzione del -4,5%, gli ordini del -4,9%.

L’attività delle imprese medio-grandi ha registrato un lieve aumento nella produzione, +0,6%, che però non ha trovato riscontro nell’andamento del fatturato rimasto negativo nel complesso, -1,8%, nonostante un aumento di quello estero del +1%. Gli ordini complessivi che sono risultati in diminuzione del -1,3%. Le imprese medio-grandi hanno registrato un lieve aumento nella produzione, +0,6%, ma il fatturato è rimasto negativo nel complesso, -1,8%, nonostante un aumento di quello estero del 1%. in rallentamento anche gli ordini -1,3%.

Saldo leggermente positivo per le imprese industriali in Emilia Romagna (+112 imprese, +0,24%).

L’industria alimentare e delle bevande si è ampliata leggermente più rapidamente della media (+20 imprese, +0,4). La consistenza delle imprese dell’industria della moda, che vede un’ampia presenza di imprese straniere e di minore dimensione, è rimasta sostanzialmente invariata (+2 imprese). La piccola industria del legno e del mobile è stata l’unica a fare registrare un saldo derivante dalle dichiarazioni delle imprese lievemente negativo (-7 imprese, -0,2%). Anche la base imprenditoriale dell’industria della ceramica, del vetro e dei materiali refrattari è rimasta sostanzialmente invariata (-2 imprese).

Il saldo delle dichiarazioni delle imprese del comparto della metallurgia e dell’industria dei prodotti in metallo, che è il secondo per ampiezza della base imprenditoriale, è risultato in linea con la dinamica complessiva dell’industria (+27 imprese, +0,2%). Invece, le dichiarazioni delle imprese dell’ampio aggregato composto dalle industrie elettroniche, delle apparecchiature elettriche, dei macchinari e apparecchiature, degli autoveicoli e rimorchi, degli altri mezzi di trasporto e della riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature hanno prodotto un saldo positivo con una incidenza superiore a quella media dell’industria (+57 imprese, +0,5 per cento), risultato positivo dovuto principalmente all’’industria della riparazione e manutenzione di macchine (+72 unità, +1,8%). Stabile il numero delle imprese nel fondamentale e ampio settore della fabbricazione di macchinari e apparecchiature nca (-5 imprese, -0,1%), nonostante i marginali risultati positivi nella fabbricazione di autoveicoli e di altri mezzi di trasporto.

Secondo l’indagine Istat, l’occupazione dell’industria in senso stretto dell’Emilia Romagna nel secondo trimestre 2024 è aumentata lievemente rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso (+0,5%, +2.795 unità) salendo oltre quota 571.000. In Italia nello stesso periodo l’occupazione dell’industria in senso stretto nazionale è diminuita dell’1%.

Il risultato positivo per l’industria in senso stretto regionale è il risultato di una forte caduta dell’occupazione autonoma (-18,5%, -9.720 unità), che è scesa a 42.694 unità, alla quale ha fatto da contraltare un buon incremento degli occupati alle dipendenze (+2,4%, +12.515 unità), che si sono attestati poco al di sopra di quota 528.000 unità.

L’andamento è stato determinato totalmente dall’aumento dell’occupazione maschile (+2,7%, +10.600 unità) che è salita quasi a 407.000 unità. Al contrario, l’occupazione femminile si è ridotta (-4,5%, -7.800 unità) scendendo a poco più di 165.000 unità.congiuntura in Emilia Romagna

Nel complesso dei primi sei mesi del 2024 le esportazioni della manifattura emiliano-romagnola rilevate a prezzi correnti sono risultate pari a 41.785 milioni di euro, corrispondenti al 13,9% dell’export nazionale, ma con una flessione dell’1,5% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Nel primo semestre 2024 l’export regionale di alimentari e bevande, che rappresenta quasi l’11% dell’export regionale, ha raggiunto i 4.523 milioni di euro con un aumento del 5,5%, che seppur inferiore all’andamento nazionale (+8,1%), ha fornito il secondo più importante contributo all’aumento dell’export regionale.

Le vendite estere del comparto della moda sono leggermente diminuite in valore (-0,7%) e sono scese a 3.967 milioni di euro, mentre quelle dell’industria nazionale hanno subito un ben più ampio calo (-5,3%), quindi hanno sostanzialmente mantenuto la loro quota dell’export regionale (9,8%).

L’export delle industrie chimica, farmaceutica e delle materie plastiche è risultato pari a quasi 4.468 milioni di euro e ha subito una flessione relativamente contenuta (-2,1%).

Continua la contrazione, -6,6%, nelle vendite estere delle industrie specializzate nella lavorazione di minerali non metalliferi 2.565 milioni di euro, risultato che ha ridotto la quota delle esportazioni di queste industrie sul totale regionale al 6,1%.

Andamento analogo per dell’industria della metallurgia e dei prodotti in metallo, -8,6%, e per le apparecchiature elettriche, elettroniche, ottiche, medicali e di misura, -6,1%, per l’industria del legno e del mobile.

Dopo un 2023 positivo, l’andamento del valore dell’export di macchinari e apparecchiature è decisamente divenuto negativo dall’inizio dell’anno (-5,9%) e si è ridotto a 11.379 milioni di euro facendo scendere al 27,2% la quota di quella che è la voce principale dell’export regionale, fornendo il principale contributo alla tendenza negativa complessiva.

All’opposto, con 6.632 milioni di euro di vendite all’estero, l’industria dei mezzi di trasporto si è confermata il secondo comparto per rilievo della quota dell’export regionale (15,9%) grazie a una crescita del +9,7%.

Infine, con un balzo in avanti nel corso della primavera, l’export dell’aggregato delle altre industrie manifatturiere è aumentato rispetto al primo semestre dello scorso anno del 2,6% ed è salito a 2.051 milioni di euro, giungendo al 4,9% del totale regionale.

Quanto alle previsioni per la seconda metà del 2024, secondo la stima elaborata a luglio da Prometeia in “Scenari per le economie locali”, nel 2024, con la lenta ripresa della domanda estera e quindi delle esportazioni e la debolezza della domanda interna nazionale, il valore aggiunto reale prodotto dall’industria in senso stretto regionale subirà un nuovo arretramento, anche se più contenuto di quello dello scorso anno (-0,2%). Nonostante lo stop alla crescita della domanda interna italiana, nel 2025 la ripresa del commercio mondiale dovrebbe sostenere l’attività industriale e una ripresa del suo valore aggiunto (+1,5%).

Il 2024 dovrebbe chiudere con un valore aggiunto reale prodotto dall’industria superiore di solo il 9,5% rispetto a quello del 2007, il livello massimo precedente la crisi finanziaria del 2009.

«Preoccupa l’andamento degli ordini e lo scenario internazionale. Si fa sentire la fase di profonda trasformazione nella filiera con le imprese tedesche – riflette Valerio Veronesi, presidente Unioncamere Emilia Romagna -. Nonostante la grande incertezza nei mercati internazionali, di vendita e di fornitura, gli imprenditori stanno facendo di tutto per difendere ed incrementare quote importanti di mercato. L’abbassamento dei tassi di interesse ed il sostegno agli investimenti in innovazione e formazione sono determinanti».

«Le previsioni delle imprese per il secondo semestre – dichiara il presidente della Piccola Industria di Confindustria Emilia Romagna, Andrea Pizzardiconfermano il peggioramento del clima di fiducia degli imprenditori. L’industria dell’Emilia Romagna dimostra capacità di tenuta, ma le variabili esterne sono sempre più incerte, con uno scenario mondiale complesso, un mercato interno quasi fermo e il calo della domanda internazionale. Il rallentamento viene soprattutto dai mercati europei che pesano per il 60% sull’export regionale: è evidente l’impatto che la prolungata crisi del mercato tedesco sta avendo e avrà sull’economia regionale».

 

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