Si è concluso in Veneto il “FarmingDays 24”, l’appuntamento del CIB-Consorzio Italiano Biogas che annovera 1.050 aziende associate, presso le aziende agricole, simbolo del “Biogasfattobene” in Italia e di pratiche agricole sostenibili al centro del progetto dedicato all’agroecologia “Farming for Future”.
Ad ospitare le centinaia di partecipanti, imprenditori agricoli soci del Consorzio, cittadini e agricoltori del territorio, l’Azienda Agricola Cazzola, una realtà imprenditoriale storica di Salizzole (VR) e un esempio di attività agricola e zootecnica d’eccellenza. L’Azienda Cazzola scelta quest’anno tra le tante realtà virtuose della rete CIB, pratica agricoltura di precisione a minimo impatto ambientale che consente di impiegare meno acqua per l’irrigazione del suolo e, nel complesso, meno prodotti chimici. Un modello anche di benessere animale con una stalla 4.0 dotata di macchine di nuova tecnologia per la mungitura.
Damiano Cazzola dell’Azienda Agricola Cazzola ha aperto i lavori della tappa veneta del “FarmingDays 24”: «accogliere la tappa del “Farming Days” è per noi un’importante occasione per valorizzare il legame tra agricoltura e territorio. Un percorso virtuoso che mette al centro un modello agricolo sostenibile, capace di proteggere l’ambiente e promuovere il benessere collettivo».
Ampio spazio è stato dedicato all’approfondimento dei tanti progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dedicati alla transizione agroecologica. Un particolare focus è stato dato all’atteso decreto sulle pratiche ecologiche, una misura che prevede investimenti per 193 milioni di euro, volti a promuovere la diffusione di pratiche agroecologiche e sostenibili nel settore agricolo.
«In questi mesi, si è definita una cornice normativa che favorisce gli investimenti nel settore primario e nelle bioenergie. E’ ora fondamentale far conoscere prima di tutto all’interno del mondo agricolo queste misure anche attraverso giornate come quella di oggi – afferma il presidente del Cib, Pietro Gattinoni -. Le nuove misure sulla sostenibilità degli impianti, il meccanismo dei prezzi minimi garantiti e il decreto FER 2 sono alcune delle tematiche approfondite su cui abbiamo subito riscontrato alto interesse. Per molti provvedimenti attendiamo le regole applicative del GSE mentre su altre si avvia la loro prima fase applicativa; è dunque importante il confronto coi territori per poter raccogliere spunti da poter sottoporre alle istituzioni».
Quanto alle relazioni con le istituzioni, per Gattinoni «è cruciale accelerare l’iter di approvazione delle misure pendenti, così come delle autorizzazione alla riconversione degli impianti esistenti e di quelli di nuova costruzione per poter permettere al maggior numero di aziende di aderire ai nuovi meccanismi di sostegno. Il fattore tempo gioca in questo caso un ruolo strategico visto che ci avviciniamo a grandi passi al 2026, data di chiusura della finestra offerta dal PNRR. Non solo, anche la buona adesione agli altri meccanismi deriverà in parte da scelte legate alle misure PNRR. Per questo è stato importante l’aggiornamento fornito dal Dott. Penna che ci ha aiutati ad inquadrare bene le misure a favore del settore primario e le diverse scadenze connesse, rassicurandoci sul comune intento di accelerare».
Per quanto riguarda il PNRR e gli obiettivi da raggiungere per il settore agricolo, è intervenuto Fabrizio Penna, capo dipartimento dell’unità di missione per il PNRR del MASE, secondo cui «per il settore del biogas e del biometano agricolo si sta definendo un nuovo percorso che accresce il ruolo dell’agricoltura come attore strategico per affrontare le crisi in corso: energetica, climatica ed economica. In linea con il percorso tracciato dal PNIEC e dal PNRR e accompagnando le finalità espresse dal REPowerEu per la produzione di 35 miliardi di metri cubi di biometano in Europa entro il 2030 – il doppio di quanto in precedenza previsto nel pacchetto ”Fit for 55” – il comparto ha un potenziale di sviluppo del biometano agricolo enorme, a cui abbinare una prevedibile prosecuzione della produzione elettrica da biogas. In questo ambito, l’Italia ha adottato senza dubbio un approccio ambizioso, riconoscendo il ruolo cruciale del biogas e del biometano per la sicurezza energetica e la transizione ecologica. Gli investimenti stanno crescendo perché gli impianti, e ne è un esempio virtuoso l’azienda agricola Cazzola, contribuiscono in maniera significativa alla produzione di energie rinnovabili e alla corretta applicazione di pratiche agricole innovative».
Tra i presenti anche il senatore Luca De Carlo (FdI), presidente della commissione Agricoltura del Senato, secondo cui «realtà come questa sono l’esempio di come oggi l’agricoltura sia sempre più in grado di coniugare tradizione e innovazione, di come si possa garantire economia della terra senza rinunciare alla sostenibilità sociale e ambientale. È su questi temi che il Governo e la sua maggioranza stanno lavorando fin dal loro insediamento: il nostro obiettivo, l’obiettivo comune, deve essere quello di produrre di più e meglio, riducendo gli sprechi e ottimizzando le risorse. La tecnologia e la ricerca sono quindi fondamentali per un’agricoltura che vuole essere al passo con i tempi: le risorse messe a disposizione a livello europeo e nazionale e le nuove norme emanate dal Governo a sostegno dell’agroalimentare nazionale sono elementi decisivi per il mantenimento e lo sviluppo del settore primario italiano».
Molto partecipata e attesa anche la visita agli impianti biogas dell’Azienda Cazzola. Due impianti aventi una potenza di 999 kW e 60 kW: il primo realizzato nel 2009, il secondo nel 2012. L’energia ricavata dagli impianti di biogas è impiegata per riscaldare l’azienda e gli abbeveratoi degli animali, oltre che per essiccare i foraggi prodotti, mentre il surplus viene messo in rete e venduto. Innovazione, sostenibilità, economia circolare ed energia rinnovabile sono le direttrici che accompagnano la storia dell’Azienda Cazzola.
L’edizione del “FarmingDays 24”, in collaborazione con Ecomondo, ha visto la partecipazione nel corso delle due tappe di più di 400 partecipanti, tra cui imprenditori, agricoltori, istituzioni e addetti ai lavori. L’iniziativa ha avuto il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica e dell’ordine dei dottori agronomi di Piemonte e Veneto.
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