Caro caffè: la tazzina al bar lanciata verso i 2 euro

Secondo Assoutenti i rialzi materia prima In tre anni prezzi medi dell'espresso già saliti del 15%.

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caro caffe tazzina chicchi

I rialzi delle materie prime rischiano di spingere nei prossimi mesi il caro caffè al bar con la classica tazzina lanciata verso i 2 euro secondo le valutazioni di Assoutenti, commentando i rincari sulla materia prima annunciati in questi giorni dai produttori.

Le quotazioni del caffè robusta sfiorano in questi giorni i 4.600 dollari la tonnellata, in aumento del 79% rispetto allo stesso periodo del 2023 – analizza Assoutenti -. Il caffè robusta è quotato il 68% in più, da 147 centesimi per libbra del 21 agosto 2023 agli attuali 247 cent. Una corsa in costante aumento che rischia di avere effetti diretti sulle tasche dei consumatori: il caffè espresso ha già subito continui rincari dei listini negli ultimi anni, al punto che oggi, in base all’ultimo monitoraggio svolto da Assoutenti, il prezzo medio di una tazzina consumata al bar è aumentato del 15% rispetto al 2021.

In alcune città il caro caffè ha già portato i listini dei bar a quota 1,50 euro ad espresso, e i nuovi rialzi delle quotazioni della materia prima rischiano di determinare una ondata di aumenti della tazzina già a partire dalle prossime settimane, considerato che produttori ed esercizi pubblici non potranno assorbire i maggiori costi a loro carico.

La spinta all’aumento delle materie prime che si riverbera sul caro caffè è dovuto al calo della produzione a causa della situazione meteorologica che ha penalizzato la fase vegetativa delle piante, oltre alla necessità di migliorare le condizioni di vita ed economiche dei produttori, spesso paesi in via di sviluppo.

«In Italia vengono serviti nei locali pubblici circa 6 miliardi di caffè all’anno, generando un giro d’affari di circa 7 miliardi di euro solo per la classica tazzina di espresso – spiega il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso -. Qualsiasi incremento dei listini si ripercuoterebbe sulle tasche dei consumatori e aggraverebbe la spesa di quello che è a tutti gli effetti un rito quotidiano per milioni di cittadini. Senza contare che in alcune città come a Napoli si potrebbe perdere la buona usanza del “caffè sospeso” che ha da sempre un enorme valore sociale e solidale».

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