Fratelli d’Italia espelle il deputato di Trento Andrea De Bertoldi

Foti: «espulso dal partito e, conseguentemente, dal gruppo». De Bertoldi: «mi sono dimesso io per divergenze sulla linea politica». Cia: «una scelta coraggiosa che evidenzia le contraddizioni di Fratelli d’italia».

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Il deputato trentino Andrea De Bertoldi.

Il deputato trentino di Fratelli d’Italia, Andrea De Bertoldi, è stato espulso dal partito e dal gruppo parlamentare per via del suo comportamento che avrebbe scambiato il suo ruolo istituzionale con quello professionale, stipulando con un gruppo di imprenditori un contratto di consulenza con una società a lui riconducibile. Comportamento che sarebbe stato in contrasto netto con l’etica interna di partito che vieta la commistione tra gli interessi privati e il mandato da parlamentare.

Diversa la ricostruzione di De Bertoldi: «ho rassegnato con effetto immediato le dimissioni dal gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia. Alla ripresa dei lavori farò assieme alla mia famiglia politica le valutazioni per individuare la mia prossima allocazione, che non potrà che essere improntata ai valori della moderazione, e del cattolicesimo liberale. La mia decisione è frutto di un lungo processo di dissenso politico dal partito nata per difendere le ragioni della mia Provincia autonoma dalla volontà di accentramento decisionista del partito».

«Ho inoltre più volte chiesto chiarezza su alcuni importanti temi, che da cattolico mi stanno a cuore, ma non sempre ho osservato la risposta che speravo. Mi sono spinto ad aprire un dibattito, che però è caduto nel vuoto – prosegue De Bertoldi -. L’unica risposta è arrivata dai probiviri, con un’indagine strumentale e senza alcun fondamento, su fatti che ho già avuto modo di chiarire ampiamente. Oggi arrivo a leggere che ci sarebbe un provvedimento di espulsione. La mia libertà politica e professionale mi hanno consentito una scelta netta che non è più rinviabile. Su questa vicenda sono peraltro pronto ad agire in ogni sede opportuna a tutela della mia reputazione e della mia integrità personale e professionale».

Per il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati, Tommaso Foti, «non vi è una sola ragione credibile nelle scuse addotte da Andrea De Bertoldi per le sue annunciate dimissioni dal gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia. Ne è la riprova che non è mai stato manifestato da De Bertoldi alcun dissenso rispetto alla linea politica e alle iniziative perseguite dal gruppo di FdI, né si è registrato qualche suo voto difforme da quello espresso dal predetto gruppo su di un provvedimento significativo approvato alla Camera nella presente legislatura. Sono altre le ragioni per le quali si è venuta a creare la incompatibilità dell’onorevole De Bertoldi con il gruppo parlamentare di FdI, ed esse sono chiaramente espresse nel provvedimento assunto dalla Commissione nazionale di garanzia e disciplina di FdI con cui è stata decisa la sua espulsione da Fratelli d’Italia, la qual cosa comporta, conseguentemente, l’espulsione del predetto dal gruppo parlamentare che presiedo».

L’uscita da Fratelli d’Italia di De Bertoldi potrebbe innescare un sommovimento nel panorama politico del Trentino, visto che potrebbe portare con se altri amministratori locali che sono già in rotta con la linea del segretario provinciale, Alessandro Iurlaro. Intanto, da un altro ex esponente di Fratelli d’Italia che ha abbandonato il partito della Meloni giunge una nota al veleno nei confronti della gestione del partito. Secondo il consigliere provinciale Claudio Cia, che nella scorsa legislatura aveva aderito a FdI consentendo la rappresentanza del partito dopo che alle elezioni del 2018 non aveva preso voti sufficienti ad eleggere un proprio rappresentante, oltre ad esprimere solidarietà a De Bertoldi, «ritrovo nelle vicende di De Bertoldi molte analogie con la mia esperienza personale. Anch’io mi sono scontrato con una struttura di partito che utilizza gli organi disciplinari più per intimorire e reprimere il dissenso e il confronto democratico, piuttosto che per garantire l’etica e la giustizia interna. Questi strumenti sono già stati spesso impiegati, infatti, per soffocare ogni voce critica che osi mettere in discussione l’accentramento delle decisioni, a scapito della democrazia interna e del rispetto delle specificità locali».

Per Cia «in tale contesto, le accuse mosse a De Bertoldi dalla Commissione di Disciplina appaiono come un espediente per giustificare l’espulsione di chi ha osato mostrare dissenso e indipendenza democratica di pensiero. Questo tipo di accusa non rappresenta altro che un avvertimento a chiunque abbia il coraggio di intraprendere la stessa strada di autonomia e trasparenza, utilizzando metodi già visti in passato, da parte di esponenti di livello superiore agli attuali».

Intanto per De Bertoldi si parla di un futuro tra le fila degli azzurri di Forza Italia, anche se tale scenario dovrà passare da un periodo di decantazione nel gruppo misto. A livello locale, se lo scenario fosse confermato, potrebbe consentire al partito fondato da Berlusconi nuovamente una rappresentanza parlamentare dopo il risultato estremamente negativo delle elezioni, forse esteso anche alla rappresentanza in Consiglio provinciale, dove lo stesso Cia, oggi accasato al gruppo misto, potrebbe scegliere di rappresentare gli azzurri così come la scorsa legislatura aveva fatto con Fratelli d’Italia.

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