Comunità di valle, decolla il referendum abrogativo promosso dalla Lega Nord

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Maurizio Fugatti
Maurizio Fugatti

Maurizio FugattiObiettivo raccogliere 9.000 firme entro la fine di gennaio per poi votare entro aprile 2012

Inizia a decollare il meccanismo del referendum abrogativo voluto dalla Lega Nord Trentino per cancellare le Comunità di valle, l’organismo intermedio nato da poco più di un anno sulle ceneri dei vecchi comprensori che si frappone tra la provincia di Trento e i 217 comuni presenti sul territorio provinciale. Nel loro primo anno di vita, le Comunità di valle non hanno entusiasmato: spesso hanno aggravato le difficoltà di gestione di molti comuni, che hanno vissuto la nascita di questi enti come una spoliazione della loro autonomia decisionale ed amministrativa (come a Rovereto, secondo comune del Trentino). Fatto sta, che attorno alle 15 Comunità si sono addensate tantissime critiche, culminate in una partecipazione tutt’altro che convincente (ben sotto il 40% degli aventi diritto) alle prime elezioni per le singole assemblee. Di certo, le Comunità di valle si sono rivelate un’occasione per riciclare tanti amministratori locali impossibilitati di essere rieletti o di tanti trombati a furor di popolo.

La Lega Nord, che fin dalla discussione in Consiglio provinciale della legge istitutiva si è sempre dichiarata contraria alla nascita del nuovo ente, ha preso la palla al balzo attuando lo strumento referendario. Dopo avere studiato attentamente la legge istitutiva, un pool di legali guidato dall’avvocato Claudia Eccher ha formulato i quesiti referendari sottoposti ad un comitato di saggi nominato dal Consiglio provinciale volto a valutarne l’ammissibilità. Incassato il via libera, i proponenti devono raccogliere almeno 8.000 firme di elettori per potere indire l’appuntamento elettorale. “Confidiamo di poterle raccogliere in poche settimane, già entro la fine del prossimo mesi di gennaio” dice il segretario nazionale del Carroccio trentino, Maurizio Fugatti. Dal 28 dicembre, la Lega Nord organizzerà i banchetti per la raccolta delle firme nei principali comuni, con il senatore Sergio Divina che ricorda come “sia possibile firmare anche presso ogni segreteria comunale”, sollecitando i cittadini “a segnalarci eventuali episodi di boicottaggio”.

Secondo l’on. Fugatti “non è giustificabile creare in Trentino un nuovo ente intermedio tra Provincia e Comuni, quando nel resto del Paese si va verso l’abrogazione delle Province, lasciando spazio solo alle regioni e ai Comuni. Certo, in Trentino esiste il problema della frammentazione dei comuni, ben 217 contro gli analoghi 116 della provincia di Bolzano, simile quella di Trento per popolazione residente e territorio, ma si può superare tale problematica favorendo la nascita di unioni volontarie tra comuni, senza imporre obbligatoriamente la presenza di un nuovo ente intermedio”.

Mauro GilmozziIl via libera all’ammissibilità dei quesiti referendari è stato commentati negativamente da parte degli esponenti della maggioranza di centro sinistra che ha voluto le Comunità di valle. Per Mauro Gilmozzi, assessore provinciale agli enti locali e “padre politico” delle Comunità, “il referendum è uno spreco di denaro pubblico. I due milioni di euro che costeranno questi referendum li avrei spesi per altre necessità, ma questi sono i costi della democrazia”. Secondo Gilmozzi “le Comunità sono indispensabili per gestire correttamente ed in modo omogeneo il territorio”. Per il presidente della Provincia, Lorenzo Dellai, “non ho dubbi che le firme verranno raccolte ed anche in breve tempo. Spero solo che i trentini diano nelle urne un segnale di maturità, confermando la legge”. Dellai ostenta sicurezza, anche se qualcosa in effetti rischia, stando alla risicatissima percentuale di partecipazione popolare per le prima elezione a suffragio diretto delle assemblee delle Comunità solo un anno fa: “io ci metto la faccia”, ostenta Dellai, anche se il voto della prossima primavera costituirà un passaggio molto delicato per gli equilibri interni alla sua maggioranza, che dà qualche segnale di scricchiolamento per via dei sempre più quotidiani distinguo tra l’Upt di Dellai e il Pd, principale partito della maggioranza di centro sinistra. Per il capogruppo PD, Luca Zeni, “ora parte una nuova campagna elettorale e dovremo impegnarci molto per fare capire agli elettori la spinta riformatrice delle Comunità”. Di diverso avviso il PdL: per il coordinatore Walter Viola, “nonostante la discesa in campo di Dellai e tutta l’enfasi messa nella campagna elettorale, le Comunità sono state votate da meno il 40% degli elettori, con ciò delegittimando già in partenza i neonati enti. Se in primavera andrà a votare il 50% degli elettori, credo che il destino delle Comunità sarà segnato”.