Orsi in Trentino: MJ5 e F36 «verosimilmente uccisi da mano umana»

Lo afferma il Tribunale di Trento. Brambilla: «i nostri sospetti erano fondati!» Lav: «ora accertare i colpevoli e mandanti». La sentenza della Corte di giustizia Ue sui lupi del Tirolo.

0
124
Orsi in Trentino protezione di lupi ed orsi

La gestione degli orsi in Trentino è totalmente sfuggita di mano agli amministratori dell’Autonomia del Trentino degli ultimi 10 anni almeno, visto che non hanno accompagnato nel tempo con adeguate misure di prevenzione e di comunicazione la prevedibile crescita della popolazione ursina, oltre a non avere attuato quei corridoi faunistici indispensabili per ridurre la concentrazione dei plantigradi dall’area del Trentino occidentale sulle montagne dell’arco Alpino centrale, così come era nelle previsioni inziali del progetto europeoLife Ursus”.

La crescita della popolazione di orsi in Trentino in una ridotta area coincidente con quella del parco Adamello Brenta e valli circostanti ha avuto preoccupanti ricadute sulla popolazione locale, non adeguatamente preparata alla convivenza con i nuovi abitanti dei boschi, tanto che ancora oggi molte persone ignorano le corrette modalità di comportamento quando s’inoltrano nelle zone popolate dai plantigradi. E a poco vale una politica capace solo a strillare e a proporre come rimedio il ricorso alle doppiette per ridurne sanguinosamente il numero.

Cosa che peraltro pare essere stata presa in seria considerazione da qualche ignoto passato alle vie di fatto che, secondo le risultanze del Tribunale di Trento, MJ5, l’orso che a marzo 2023 era entrato in contatto con un uomo in Val di Rabbi e il cui cadavere è stato rinvenuto a ottobre scorso, è stato «verosimilmente ucciso da un’arma da fuoco», mentre F36, l’orsa che a luglio 2023 aveva seguito due escursionisti e della quale due mesi dopo ne è stato rinvenuto il cadavere, è morta «per fatto di terzo». Si tratta quindi di animali che «sono stati verosimilmente uccisi da mano umana».

«I due orsi sono vittime del clima d’odio creato dall’amministrazione provinciale nei loro confronti – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV, Animali Selvatici – invece di diffondere le corrette informazioni per garantire la sicurezza di cittadini e orsi, il presidente della Provincia di Trento ha sempre usato gli animali a scopo politico-elettorale, fomentando le peggiori reazioni

Alla luce di queste informazioni, la LAV con i suoi legali provvederà ad inserirsi nei relativi procedimenti penali per assicurarsi che ogni responsabilità sia adeguatamente vagliata e garantita giustizia a questi animali.

«Uccidere gli orsi è un atto vile e barbaro, oltre che illegale – conclude Vitturi – non potremo restituire la vita ai due animali, ma con la nostra denuncia vogliamo che i responsabili paghino, sia gli esecutori dei due orsicidi, sia i mandanti che hanno contribuito a creare il clima nel quale sono maturati i due efferati crimini».

«Purtroppo i nostri sospetti di allora erano fondati: gli orsi Mj5 e F36 sarebbero stati uccisi, vittime del clima di odio prevalente sul territorio, dove la guerra ai grandi carnivori sembra ormai il pensiero dominante – commenta la deputata Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la Tutela dell’ambiente e della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente -. Non cesseremo di impegnarci perché venga fatta chiarezza sui responsabili di questi atti di bracconaggio: la “vendetta” contro degli animali è qualcosa che lascia allibiti».

A coloro che nelle stanze del potere, sia in quello dell’Autonomia del Trentino che dei comuni delle valli trentine, reclamano a gran voce la necessità di ridurre il numero di orsi in Trentino con le buone o con le cattive, da segnalare la nuova sentenza della Corte di giustizia europea che ha ribadito il divieto di caccia al lupo, altra specie protetta – come gli orsi – nel mirino degli amministratori locali sotto la spinta delle organizzazioni degli allevatori di bestiame.

La Corte di giustizia Ue ha giudicato in una causa sollevata da diverse organizzazioni per la protezione degli animali e dell’ambiente che avevano contestato l’autorizzazione temporanea dell’abbattimento di un lupo concessa dal governo del Land Tirolo dopo che un branco di lupi avevano fatto razzia di una ventina di pecore al pascolo. Legge che l’Alto Adige e pure il Trentino s’apprestavano a copiare.

Il divieto di caccia al lupo in Austria è valido, così come nel resto dell’Unione Europea. Una deroga a tale divieto volta a prevenire danni economici può essere concessa solo se la popolazione di lupi si trova in uno stato di conservazione soddisfacente, il che non avviene in Austria.

Secondo la direttiva Habitat, i lupi – e gli orsisono strettamente protetti. Pertanto, in linea di principio, è vietato cacciarli. Tuttavia, dato lo sviluppo della popolazione di lupi in Austria e il fatto che alcuni Stati membri beneficiano di eccezioni, il Tribunale amministrativo regionale del Tirolo ha dubitato della validità di questo divieto rimettendo la questione alla Corte di giustizia.

Il giudice europeo ha constatato che l’esame non ha rivelato alcun elemento che possa inficiare la validità della tutela dei lupi in Austria. La Corte ha quindi chiarito le condizioni che devono essere garantite per poter concedere una deroga al divieto di caccia al lupo per prevenire gravi danni, ad esempio all’allevamento. La popolazione di lupi deve trovarsi in uno stato di conservazione soddisfacente sia a livello locale che a livello nazionale, ipotesi che secondo i giudici non ricorre nel caso specifico. La deroga inoltre non deve pregiudicare il mantenimento dello stato di conservazione soddisfacente per nessuno dei tre livelli (locale, nazionale e transfrontaliero). I danni gravi devono, almeno in gran parte, essere imputabili all’esemplare considerato ed è necessario che non esista nessun’altra soluzione valida.

A tutti coloro che predicano il facile rimedio della doppiettapolitici inadeguati in primissi mettano il cuore in pace e inizino a mettere in atto quelle azioni di prevenzione del rischio mai convintamente e metodicamente praticate fino ad oggi.

Per rimanere sempre aggiornati con le ultime notizie de “Il NordEst Quotidiano” e “Dario d’Italia”, iscrivetevi al canale Telegram per non perdere i lanci e consultate i canali social della Testata. 

Telegram

https://t.me/ilnordest

Linkedin

https://www.linkedin.com/company/ilnordestquotidiano/

Facebook

https://www.facebook.com/ilnordestquotidian/

X

https://twitter.com/nestquotidiano

© Riproduzione Riservata