Arena di Verona, ritorna l’Aida nella versione del Centenario

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2013 Aida atto II 14 06 dl foto Ennevi 58 1L’allestimento proposto da La Fura dels Baus in scena dal 28 giugno al 3 agosto

Dopo l’inaugurazione con Un ballo in Maschera di Giuseppe Verdi proposta in un inedito allestimento, la stagione lirica dell’Arena di Verona prosegue con la riproposta dell’insolito ma apprezzato allestimento modernista e visionario di Aida firmato da La Fura dels Baus. L’opera va in scena sabato 28 giugno (ore 21.00), con repliche 3, 6, 8, 15, 20, 23, 27, 29 luglio (ore 21.00) e 3 agosto (ore 20.45).

L’allestimento firmato dal team catalano, con le più spettacolari tecnologie scenotecniche, ha inaugurato lo scorso anno il Festival del Centenario per festeggiare il primo secolo di grande Opera areniana. L’avveniristica regia di Aida è di Carlus Padrissa e Àlex Ollé, le scene di Roland Olbeter, i costumi di Chu Uroz, la coreografia di Valentina Carrasco; luci dell’areniano Paolo Mazzon.

Dirige l’Orchestra areniana il maestro Julian Kovatchev.

Per il Centenario areniano il team della Fura dels Baus ha voluto dare al pubblico una nuova chiave di lettura dell’opera, che rivolgesse lo sguardo al futuro all’insegna dell’avanzamento tecnologico della civiltà: «Aida ci appare come un amalgama tra l’attrazione per l’antico Egitto delle enigmatiche piramidi ed il fascino dell’illimitata forza del progresso. Quanto si intravede dietro alla musica di Aida è, senza dubbio, lo spirito grandioso del Canale di Suez, un’opera di enorme trascendenza per la navigazione, autentica prodezza dell’ingegneria del tempo».

Collegando idealmente il XIX secolo agli anni 2000, l’attenzione si sposta sull’ingegneria che caratterizza l’allestimento, per ottenere nello spazio dell’Arena una sintesi corretta tra la cultura, la spettacolarità e l’avanguardia. E secondo la Fura dels Baus per Aida questa sintesi è data dall’Egitto millenario e dalla sua estetica, che diventa ispirazione della messa in scena reinterpretandone le forme con materiali ultramoderni.

Dominato dalla metafora della luce – che allude al dio Ra e che culmina con la costruzione in scena, durante il Trionfo, di una centrale di energia solare che rappresenta il futuristico bottino di guerra di Radamès – l’allestimento vuole proiettarsi verso il nuovo secolo, «giocando con le luci, le ombre, i riflessi dei raggi del sole. Tra la religione e la scienza, l’universo di Aida appare strutturato intorno a una concezione futurista».

E la passione della Fura dels Baus per la spettacolarità arricchisce l’opera di un prologo di 15 minuti, che precede l’inizio del Preludio ed incuriosisce gli spettatori che si accomodano in sala: accompagnata solo dal rumore del vento che soffia nel deserto, una spedizione europea durante alcuni scavi trova un’enorme scultura che raffigura due amanti stretti in un suggestivo abbraccio; certa di aver trovato un’importante tesoro, spedisce i ritrovamenti archeologici ad un noto museo occidentale. E come in un flashback il pubblico viene portato ad assistere all’immortale vicenda di Aida e Radamès.

A dare voce ai principali protagonisti del dramma verdiano tornano nel ruolo della principessa etiope Aida Hui He (28/6 – 3, 6, 8, 15/7), Amarilli Nizza (20/7) e Maria José Siri (23, 27, 29/7 – 3/8), mentre il condottiero Radamès sarà interpretato da Fabio Sartori (28/6 – 3, 6/7), Walter Fraccaro (8, 23/7 – 3/8), Carlo Ventre (15, 20/7) e Marco Berti (27, 29/7). La rivale Amneris sarà Violeta Urmana (28/6 – 3, 6/7), in alternanza a Sanja Anastasia (8/7 – 3/8), Lucrecia Garcia (15, 20, 23/7) ed Ildikó Komlósi (27, 29/7), mentre vestiranno i panni del re d’Etiopia Amonasro Gennadii Vashchenko (28/6 – 3, 6/7) al suo debutto areniano, Ambrogio Maestri (8, 15, 27/7), Davit Babayants (20, 23/7) e Luca Salsi (29/7 – 3/8). Il sacerdote Ramfis sarà Raymond Aceto (28/6 – 3, 6, 8/7) che si alterna a Marco Spotti (15, 20, 23, 27/7) e Vitalij Kowaljow (29/7 – 3/8), mentre saranno Il Re Sergej Artamonov (28/6 – 3, 6, 8/7), Giorgio Giuseppini (15, 20/7) e Roberto Tagliavini (23, 27, 29/7 – 3/8). Completano il cast Antonello Ceron (28/6 – 3, 6, 8/7), Saverio Fiore (15, 20, 23/7) e Carlo Bosi (27, 29/7 – 3/8) nel ruolo di Un messaggero, Maria Letizia Grosselli (28/6 – 3, 6, 8/7) e Seda Ortac (15, 20, 23, 27, 29/7 – 3/8) come Sacerdotessa.

In scena Orchestra, Coro, Corpo di ballo e Tecnici della Fondazione Arena di Verona, insieme a numerosi mimi e comparse per dare vita all’Aida del nuovo secolo.