Superstrada Pedemontana Veneta: pronto il raccordo diretto con l’A4

Da sabato mattina 4 maggio sarà percorribile consentendo l’ingresso diretto sulla Spv con l’autostrada.

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Superstrada Pedemontana Veneta

Alla presenza dei vertici del gruppo A4 Holding, di Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova Spa, dei rappresentanti delle diverse aziende costruttrici riunite in RTI Montecchio Scarl e a quella del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e del vicepresidente e assessore ai lavori pubblici, Elisa De Berti, si è svolta l’inaugurazione dell’interconnessione fra l’autostrada A4 Brescia-Padova e la Superstrada Pedemontana Veneta lunga 1.200 metri.

Il nuovo collegamento fra le due arterie sarà percorribile dal 4 maggio dalle ore 8. Un’interconnessione che nelle intenzioni di A4 Holding diventa strategica per contribuire concretamente – considerato l’andamento in continua crescita dei dati di traffico giornaliero – a evitare le criticità dovute alla congestione della tratta Brescia-Padova.

Un’infrastruttura viaria che si inserisce in un contesto complesso di intervento durato quattro anni e mezzo, che vedrà l’apertura al traffico della nuova autostazione di Montecchio Maggiore a fine giugno 2024, il completamento del parcheggio adiacente al casello nelle settimane immediatamente a seguire (comunque entro luglio) e poi nel mese di dicembre saranno terminati anche i lavori del nuovo Centro manutenzione e il riordino della viabilità esterna fuori dal vecchio casello di Montecchio.

Il piano lavori ha richiesto una stretta sinergia e un continuo coordinamento con i cantieri della Superstrada Pedemontana Veneta e dell’Alta velocità/Alta capacità Ferroviaria e che, proprio per la sovrapposizione con la nuova linea di Alta Velocità ferroviaria fra Verona e Vicenza, ha imposto anche l’esecuzione in contemporanea delle gallerie di sottoattraversamento autostradale. Sono stati realizzati nuovi svincoli autostradali a livelli sfalsati, la corsia di emergenza sull’A4 in corrispondenza della linea ferroviaria Milano-Venezia, con adeguamento dell’asse autostradale per circa 2 chilometri, il rifacimento dell’esistente cavalcaferrovia.

Superstrada Pedemontana Veneta
Zaia con i sindaci attraversati dalla SPV.

L’intera Superstrada Pedemontana Veneta si snoda per 94,5 chilometri di superstrada, oltre a 68 km di viabilità complementare esterna gratuita, costata 2,3 miliardi di euro. Attraversa 36 comuni e consta di 14 caselli. Secondo i dati forniti dal presidente del Veneto Zaia, «ad oggi sulla Spv transitano 50.000 veicoli al giorno con un aumento del traffico stimato tra il 15 e il 20% e un pareggio previsto tra costi e incassi tra 9 anni».

L’inaugurazione della bretella di interconnessione ha dato l’occasione a Zaia per ricordare la necessità di finire un’altra storica incompiuta, lo sbocco Nord della A31 Valdastico: «la regione tifa perché venga realizzata la Valdastico Nord. Noi abbiamo condiviso il tracciato che riguarda la parte nel territorio veneto e realizzare l’opera a Nord significherebbe per noi avere un nuovo valico. Senza dimenticare che la Pedemontana intercetta la Valdastico, quindi potremmo andare a Nord verso Trento e poi verso il Brennero, come da progettualità che c’è sempre stata».

Peccato che a frenare sia proprio il Trentino, con la giunta Fugatti, compagno di partito di Zaia, che ha impiegato ben 5 anni a modificare il progetto sul piano urbanistico provinciale, spostando lo sbocco da Besenello a Rovereto Sud, ma di reale apertura dei cantieri per realizzare gli ultimi 30 chilometri di Valdastico Nord non c’è nulla di concreto. E la scadenza della concessione dell’A4 e A31 al 2026già prorogata proprio per consentirne il completamento – si avvicina a grandi passi senza che l’arteria sia stata effettivamente finita. Aprendo il probabile ennesimo contenzioso con l’Europa per il mancato rispetto degli accordi che intanto hanno solo ingrassato ulteriormente le pingui casse della spagnola Abertis, controllata, guarda caso, dalla famiglia Benetton, quella della tragedia del ponte di Genova e della manutenzione ridotta all’osso sulla rete autostradale di Aspiricomprata per ben 9 miliardi dalla Cassa depositi e prestiti – per consentire alla Famiglia dei magliai di incrementare artatamente gli utili nella mancanza di controllo da parte del ministero e dell’autorità di controllo sui trasporti.

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