Tassa sul turismo, in Trentino categorie decisamente contrarie al nuovo balzello

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gianni bort 2011 ufficio 1Bort: «la nuova gabella ricadrebbe interamente sugli operatori turistici in un momento già ampiamente critico per il settore»

Il Trentino è rimasta l’unica provincia a non avere ancora istituito la tassa di soggiorno, il balzello quotidiano gravante sui turisti parametrato sulla base della qualità della struttura prescelta.

L’altro giorno, l’assessore provinciale al turismo Michele Dallapiccola aveva ventilato la possibilità, a partire dal 2015, d’istituire anche in Trentino la tassa di soggiorno: tanto è bastato per sollevare una decisa sollevazione da parte delle categorie economiche legate al mondo del turismo.

Secondo L’Unat – Unione albergatori, l’associazione di categoria degli albergatori trentini aderente a Confcommercio Trentino – la proposta della Giunta provinciale, inserita in un disegno di legge approvato lunedì, di introdurre una tassa di soggiorno per i turisti che arrivano in Trentino è irricevibile. «Basta tasse – ammonisce il presidente Giovanni Bort – che andranno ancora a gravare sui bilanci già in difficoltà delle imprese. Se su alcuni punti del disegno di legge presentato dalla Giunta possiamo essere d’accordo e notiamo che addirittura raccolgono alcune nostre indicazioni, sull’ipotesi di introdurre la tassa di soggiorno la nostra opposizione è dura e categorica. E’ impensabile colpire un settore che, nonostante le pesanti condizioni in cui si trova, riesce ancora a tenere a dritta la barra dell’economia trentina, contribuendo con un 20% di PIL».

Secondo il presidente dell’Unat, «ci sono molti alberghi in Trentino che faticano e che sono a rischio fallimeto. L’introduzione della tassa di soggiorno rischia di essere il colpo di grazia: a pagare, infatti, non sarà tanto il turista quanto, soprattutto, l’albergatore e l’intero sistema ricettivo. E se fino a ieri potevamo usare la mancanza della tassa come vantaggio sui territori vicini, oggi non è più possibile e questo si tradurrà in un danno ulteriore».

La ricetta di Bort punta invece «su azioni incisive e profonde su riorganizzazione e ottimizzazione dei servizi, ad iniziare da Trentino Marketing, puntando a gestioni virtuose e ad economie di scala che consentano di ridurre i costi dell’operatività. Ritengo che anziché introdurre nuove tasse sia il caso di ridurre la spesa pubblica e gli sprechi. In Italia l’imposizione fiscale è già alle stelle e fuori da ogni ragionevole limite: andare ad aumentarla è irresponsabile e pericoloso per la tenuta del nostro sistema economico già vittima di molte criticità. Ci riserveremo di intervenire con ogni mezzo a nostra disposizione per far sentire la nostra voce e impedire l’introduzione di questa nuova, ingiusta, gabella».