L’industria tedesca accelera, primi segnali di ripresa

A febbraio balzo a sorpresa del 2,1%, il secondo di fila, anche se aleggia ancora la recessione tecnica. Forte impulso degli aiuti di stato per 73,67 miliardi, il più alto nell’Ue.

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L’industria tedesca è cresciuta come produzione a febbraio per la seconda volta consecutiva e in una maniera così sorprendente da far sperare che la Germania, la massima economia europea, possa uscire subito della recessione in cui sembra cauta nell’ultimo semestre. Questo sebbene sulla ripresa della locomotiva tedesca si alternino segnali contrastanti.

L’incremento della produzione industriale annunciato dall’Ufficio statistico tedesco Destatis, che pone fine ad una discesa durata un anno, è del 2,1% su base mensile e ha spiazzato gli analisti che puntavano su un magro +0,3% dopo l’aumento anch’esso congiunturale di gennaio pari a 1,3%. A trainare l’industria tedesca è stato soprattutto il settore edile con un +7,9% e quello chimico (+4,6%).

L’economia che da sola crea un quarto (24,4%) dell’intera Ue, dovrebbe comunque essere scivolata in recessione tecnica: come ha previsto la Bundesbank il mese scorso, il primo trimestre dovrebbe far registrare un “leggerocalo del Pil tedesco (una flessione che l’Istituto Ifo il 6 marzo ha quantificato in -0,1%); seguendo il -0,3% registrato per l’ultimo trimestre 2023, si creerebbero i due trimestri consecutivi di flessione che fanno scattare la “recessione tecnica”. L’annuncio di Destatis è atteso entro il 30 aprile. La stagnazione (0,0%) del trimestre primaverile e di quello estivo del 2023 hanno già prodotto il -0,3% che ha sancito la “crisi economica” dell’intero 2023.

Nonostante l’aumento di febbraio, la produzione industriale tedesca è ancora ben al di sotto dei livelli pre-pandemia. Destatis ha annunciato un calo del 2,0% dell’export sempre a febbraio, ben più forte del -0,25% previsto da diversi analisti. Non è una bella notizia per la Germania visto che la Banca mondale stima nel 50,9% la quota di Pil tedesco generato nel 2022 dalle esportazioni di beni e servizi.

L’economia in Germania zoppica nonostante l’enormità degli stimoli immessi nel sistema produttivo dal governo tedesco, con la spesa più alta nell’Unione europea con 73,67 miliardi dei complessivi 228 miliardi spesi a livello comunitario, che corrisponde all’1,4% del Pil Ue e rappresenta una riduzione del 34,8% dai 349,7 miliardi di euro del 2021. Dopo la Germania, il maggiore intervento è stato della Francia con 44,79 miliardi (0,28% del Pil) e, staccatissima, dall’Italia, con 27,61 miliardi (lo 0,17% del Pil).

Dei 228 miliardi spesi complessivamente nell’Ue, il 33,6% dei sostegni (76,65 miliardi) sono stati destinati agli aiuti dalle aziende per il Covid, il 17% (39,33 miliardi di euro) per controbilanciare gli effetti negativi dell’invasione russa in Ucraina. La riduzione della spesa complessiva viene per lo più ricondotta alla graduale eliminazione degli aiuti per il covid, scese del 60,1% rispetto al 2021.

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