Antitrust, imprese energia potrebbero dover ridare 1 miliardo ai consumatori

Se giustizia amministrativa confermerà il giudizio dell'autorità. L'Antitrust ha sanzionato complessivamente per 15,64 milioni di euro Enel Energia, Eni Plenitude, Acea Energia, Iberdrola Clienti Italia, Dolomiti Energia ed Edison Energia.

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antitrust bollette elettriche

Se la giustizia amministrativa respingerà il ricorso delle aziende dell’energia condannate dall’Antitrust per aver alzato i prezzi delle bollette, queste stesse aziende si troveranno a dover rimborsare i consumatori «di un miliardo di euro, ma forse anche molto di più» ha detto il presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, Roberto Rustichelli nel corso di una trasmissione televisiva.

Rustichelli ha ricordato che alcune aziende «unilateralmente, e nonostante la legge lo impedisse, hanno alzato il prezzo che invece non doveva essere alzato». Per questo l’Antitrust «ha indagato 19 società, 8 delle quali sono immediatamente rientrate, altre 5 società si sono impegnate a restituire 122 milioni a 550.000 consumatori». Mentre nel caso di altre 6 società, Enel Energia, Eni Plenitude, Acea Energia, Iberdrola Clienti Italia, Dolomiti Energia ed Edison Energia, «l’Autorità ha chiuso i casi con accertamento di pratica commerciale scorretta» che riguarda 4,5 milioni di consumatori, e queste stesse società hanno impugnato i provvedimenti.

«Se Tar e Consiglio di Stato dovessero confermare» la decisione dell’Antitrust, ha spiegato Rustichelli, «allora è una prova importante nei giudizi di rimborso di oltre 1 miliardo di euro, ma sono stime prudenziali perché sono calcolate sulle bollette minime a 4,5 milioni di consumatori. Ricordo che il Codice del consumo tutela anche le microimprese, quelle che hanno fino a 2 milioni di fatturato e 10 dipendenti che potrebbero a loro volta chiedere il rimborso».

Quanto all’entità della sanzione, Rustichelli ha ricordato che è stata pari a 15.640.000 euro e al miliardo di risarcimento si arriva con i ricorsi singoli o cumulativi tramite le associazioni di riferimento dei consumatori che «devono fare un’istanza alle imprese e dire voglio che sia applicato il contratto e il prezzo previsto nel contratto. Se la giurisprudenza amministrativa dovesse confermare il giudizio, le imprese sarebbero obbligate a restituire queste somme ma probabilmente molto di più».

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