Primo trimestre 2014, in Friuli Venezia Giulia andamento ancora incerto

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Confindustria FVG presidente Giuseppe Bono 1
Confindustria FVG presidente Giuseppe Bono 1L’indagine congiunturale regionale a cura di Confindustria FVG

Il primo trimestre 2014 in Friuli Venezia Giulia evidenzia ancora un andamento incerto dell’economia, specie di quella industriale. Secondo a periodica indagine condotta da Confindustria FVG, i risultati registrati alla fine del primo trimestre dell’anno in corso sono caratterizzati da una quasi equivalenza tra i segni negativi e quelli positivi sia nel confronto tendenziale che in quello congiunturale.

Da una valutazione complessiva dei dati raccolti, si può concludere che i deboli, ma significativi, segnali di crescita registrati nelle due indagini trimestrali precedenti non trovano l’auspicato consolidamento in quest’ultima indagine. Il segnale più chiaro che va evidenziato è che il calo sia congiunturale che tendenziale registrato dalla produzione e dalle vendite sul mercato interno, viene, solo in parte compensato da una buona ripresa, anch’essa congiunturale e tendenziale, delle esportazioni. Questa è un’indicazione coerente con la constatazione che la ripresa dell’economia al di fuori dell’Italia è più rapida e forte che all’interno. Fattore, questo, che ha indirettamente favorito la ripresa dell’export, da sempre punto di forza delle nostre imprese regionali. Secondo il presidente di Confindustria Friuli Venezia Giulia, Giuseppe Bono, «i segnali più evidenti che emergono dall’elaborazione dei dati forniti dalle nostre imprese associate a fine marzo ci dicono che la lenta, ma costante, ripresa iniziata alla fine del 2012, nel primo trimestre di quest’anno ha subito un significativo rallentamento e che, a fronte di un forte calo della produzione e delle vendite sul mercato interno, le esportazioni, invece, segnano un certo recupero, non sufficiente, però, per portare in positivo il bilancio complessivo del’economia regionale. Che l’export si stia riprendendo è segno che le nostre imprese sono ancora competitive, e questo è positivo, ma non basta per farle crescere così che possano influire efficacemente sulla crescita dell’occupazione e dell’economia complessiva della regione. Per raggiungere questo obiettivo c’è bisogno di interventi strutturali forti e tempestivi».

L’esame dettagliato dei valori assunti dai principali indicatori congiunturali (che rappresentano le variazioni rispetto al trimestre precedente) evidenziano che nel primo trimestre 2014 la produzione industriale rallenta scendendo dal precedente valore di +0,8%, anche se di poco, sotto lo zero, segnando il valore di -1,2%. Il totale vendite segna un buon recupero di circa sei punti percentuali portandosi da +1,8 % a +7,9% , ma esclusivamente grazie alla buona performance delle vendite estero (+12,7%). Le vendite Italia segnano un brusco rallentamento scendendo dal +4,3% di tre mesi fa a -7,1%. L’andamento dell’occupazione si mantiene su valori negativi e perde tre decimi di punto scendendo da -0,5% a -0,8%.

Il dettaglio dei principali indicatori tendenziali (che confrontano i risultati del trimestre in esame con quelli dello stesso trimestre dell’anno precedente) evidenzia che nel primo trimestre del 2014 la produzione rallenta, ma si mantiene positiva passando dal precedente valore +4,3% a +1,8%. L’andamento tendenziale delle vendite risulta analogo a quello riscontrato nel confronto congiunturale; crescono le esportazioni, mentre rallenta il mercato interno, ma in questo caso il totale complessivo rimane negativo. In particolare le vendite totali scendono al valore di -0,1% (il precedente era +0,4%) in quanto il cattivo andamento delle vendite Italia (-5,6% dal precedente +0,2%) non viene sufficientemente compensato dal buon risultato delle vendite estero (+2,9% dal precedente +0,6%).

Per quanto riguarda gli altri indicatori esaminati, da segnalare l’incerto andamento dei nuovi ordini che crescono molto bene rispetto al trimestre precedente salendo dal -0,7% a +10,6%, mentre subiscono un sensibile calo rispetto al primo trimestre dell’anno scorso (da +1,9% a -1,7%).

Le previsioni per i prossimi tre mesi degli imprenditori dell’industria indicano che, malgrado i risultati complessivi non certo brillanti riscontrati nel trimestre in esame, le aspettative sono orientate ad un cauto, ma incoraggiante ottimismo. Per tutti gli indicatori oggetto delle previsioni prevale l’aspettativa di stabilità, ma è significativo che le previsioni di aumento risultano sempre, e non di poco, superiori a quelle di diminuzione. In particolare, la più ottimistica è la previsione riguardante la produzione, dove l’aspettativa di aumento supera di circa otto volte quella di diminuzione (il 32% delle risposte dicono “aumento”, mentre solo il 3,9% sono di “diminuzione”). La più prudente, invece, è la previsione sull’occupazione per la quale l’11,5% degli intervistati prevede l’aumento superando di poco quelli che ne prevedono la diminuzione che sono il 9,6%.

«Per fortuna – sottolinea Bono – le capacità e le esperienze d’impresa, che hanno tenuto il Friuli Venezia Giulia su livelli di difficoltà inferiori a molte altre aree del nostro Paese ci consentono di considerare sostenibili le sfide che dobbiamo affrontare per riavviare percorsi di sviluppo fondati su efficienza, internazionalizzazione e innovazione. Ma, per ottenere i risultati voluti è necessario “fare sistema”; solo lavorando tutti insieme, istituzioni, sindacati e imprese, attraverso un dialogo ed un confronto costante e costruttivo, potremo individuare e far funzionare gli strumenti adeguati».

Secondo Bono «i mali dell’Italia si curano in un solo modo: porsi come obiettivo numero uno lo sviluppo, indispensabile per creare lavoro. Ed il perno del rilancio è la logica industriale centrata sul manifatturiero attorno al quale ruota tutto il sistema produttivo italiano. Confindustria regionale ritiene necessario che si attuino azioni che vedano nella centralità dell’impresa e del lavoro le priorità da perseguire. Su questo, senza dimenticare che anche al proprio interno Confindustria ha avviato un necessario percorso di cambiamento, ci aspettiamo – conclude il presidente Bono – costruttivi confronti con le parti attive che prima ho chiamato in causa».