Il 2023 dell’economia dell’Emilia Romagna chiude all’insegna di un saldo imprenditoriale positivo, con il numero delle imprese attive cresciuto per tre anni di seguito, con un saldo positivo di 1.483 imprese a quota 24.342 le nuove attività in regione nel 2023, a fronte di 22.859 cessazioni.
Se negli ultimi tre anni le iscrizioni sono state sostanzialmente stabili, attorno a 24.000 nuove attività all’anno, le cessazioni sono leggermente aumentate (erano 21.766 nel 2022), anche se sono decisamente inferiori rispetto agli anni precedenti al 2020.
Guardando ai vari settori economici, nel 2023 l’agricoltura silvicoltura e pesca ha visto diminuire il numero delle imprese di 924 unità.
Nell’industria è in corso da lungo tempo un processo di concentrazione aziendale che anche nell’ultimo anno ha prodotto una riduzione nel numero delle imprese registrate (-247 imprese, -0,5%). L’intensità del processo è andata lievemente acuendosi negli ultimi due anni, ma senza avvicinare i valori che aveva assunto negli anni fino al 2020.
Importante evidenziare che la contrazione delle imprese dell’industria avviene parallelamente all’aumento dei relativi addetti.
Tra i sottosettori della manifattura, solo quello della riparazione e manutenzione di macchine vede un aumento consistente (+152 imprese, +3,8%), nel numero delle imprese, il maggiore degli ultimi due anni.
Prosegue, anche se con meno intensità rispetto al 2020, la riduzione nel numero delle imprese dell’industria della moda, (-110, -1,6%). E si evidenzia lo stesso processo di concentrazione nel fondamentale settore della fabbricazione di macchinari e apparecchiature (-84 imprese, -1,9%).
Anche grazie alle misure di incentivazione governative, nonostante siano state contenute nel corso del 2023, hanno continuato ad aumentare le imprese di costruzioni (+1.464, +2%), soprattutto quelle dei lavori di costruzione specializzati (+1.449 unità, +2,8%), le più attive nelle ristrutturazioni e nei piccoli interventi.
Il saldo imprenditoriale positivo si conferma nel comparto dei servizi (+1.309, +0,5%), dato sostanzialmente stabile negli ultimi due anni, ma si tratta di un saldo che è il risultato di andamenti contrastanti nei diversi settori che ne fanno parte.
E’ il commercio al dettaglio (-537 unità, -1,2%), il settore che più ha visto ridurre il numero delle imprese registrate, ma anche il commercio all’ingrosso ha la stessa direzione (-437 imprese, -1,2%). Al contrario il commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli ha presentato nel 2023 il saldo positivo più consistente registrato dal 2015 (+162, +1,4%).
Crescono, e di tanto, i servizi che non sono commercio (+2.121 imprese, +1,2%), anche se con andamenti differenti. Diminuiscono le imprese di trasporto e magazzinaggio (-144, -1%), soprattutto perché si stanno riducendo le attività che fanno solo trasporto terrestre (-186, -1,7%).
Crescono decisamente le attività professionali, scientifiche e tecniche (+566, +3%), ed in particolare le attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale (+396, +6,1%). E aumentano anche le imprese della pubblicità e ricerche di mercato (+90, +3,1%).
Sempre in crescita (+174, +2,9%) le imprese di pulizie e giardinaggio e i call center, le agenzie di recupero crediti e la spedizione di materiale propagandistico (+150, +2,6%).
Da evidenziare il consistente e rapido aumento delle attività finanziarie e assicurative (+261, +2,6%), risultato dovuto al boom dei servizi finanziari che non sono assicurazioni (+209, +10,1%). In aumento anche le imprese della categoria altre attività di servizi alla persona (+276, +1,8%).
Quanto alla forma giuridica delle imprese, si conferma il rafforzamento della struttura imprenditoriale, continuando ad aumentare, anche se ad un ritmo più rallentato, le società di capitali (+3.338, +2,6%), grazie anche all’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, semplificata in particolare. Per contro diminuiscono le società di persone (-1.847, -2,2%) e anche per cooperative e consorzi prosegue una tendenza alla concentrazione iniziata dal 2017 (-87, -0,2%). Segnano invece una piccola variazione positiva (+225, +0,1%) le ditte individuali che interrompono un lungo periodo di segni negativi iniziato nel 2011.
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