Veneto: bilancio da reimpostare

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Luca ZaiaZaia: per il Veneto bilancio 2012 da reimpostare profondamente alla luce dei tagli imposti da Roma

In occasione del tradizionale incontro settimanale con la stampa, il governatore della regione Veneto Luca Zaia (Lega Nord) ha fatto il punto sulla delicata questione del bilancio regionale alla luce dell’approvazione del nuovo decreto di finanza nazionale che ha imposto agli enti locali nuovi tagli per 6,5 miliardi di euro, che vanno ad aggiungersi ai 13 deliberati dalla prima manovra approvata poche settimane fa a tempo di record dal Parlamento. Per il Veneto, questo significa altri 150, forse 200 milioni di euro da tagliare, che si aggiungono ai già 450 milioni di euro venuti meno con la prima manovra.

“Non sarà facile fare quadrare il bilancio 2012 con oltre 600 milioni di euro in meno” ha detto il governatore Zaia, affermando di voler comunque preservare alcuni capisaldi dell’intervento regionale: “il nostro core-business saranno sanità, formazione scolastica e lavoro, sociale e trasporto pubblico locale. Su questi quattro pilastri costruiremo il prossimo bilancio regionale”.

Ovvio che la Regione Veneto non possa tirarsi indietro rispetto alle necessità della finanza nazionale: per il governatore “siamo pronti a fare nuovi sacrifici, non per il colore del Governo, ma perché questi si tradurranno in stabilità per i nostri cittadini, evitando il fallimento dello Stato e garantendo i risparmi di una vita di ciascuno. Mi fa piacere che il presidente Berlusconi abbia parlato di una manovra aperta a miglioramenti, perché per uscire da questa crisi serve la massima coesione nazionale e regionale”. Zaia ha delineato alcune idee chiare su come formulare il prossimo documento finanziario della regione: “di sicuro non metteremo le mani nelle tasche dei Veneti con l’applicazione di un’addizionale Irpef. Intendo tenere fede alla decisione presa un paio di anni fa e nel bilancio non sarà prevista alcuna nuova tassa regionale”. Uno scenario di lacrime e sangue: “in parte è vero, ma i Veneti sono gente forte e abituata ai sacrifici, sempre che questi valgano per qualcosa” ha detto Zaia che ha allargato anche l’orizzonte politico della manovra: “nonostante i tagli molto pesanti, i provvedimenti statali contengono due pietre miliari come l’anticipo del pareggio di bilancio e quello del federalismo. In questo modo saranno presto introdotti i costi e fabbisogni standard (al posto della spesa storica) valevoli su tutto il territorio nazionale. Non ci saranno più sacche di privilegio e chi ha fatto fino ad oggi la cicala dovrà rapidamente abituarsi a comportamenti virtuosi. Il Nord è stanco di pagare per il Sud e lo dico non da uomo di partito, ma da Governatore di una regione che non a caso, si sta battendo per un ticket sulle prestazioni sanitarie che riteniamo ingiusto”.

Come intende affrontare un taglio da oltre 600 milioni di euro nel bilancio della regione Veneto? Zaia punta a “tagliare tutti i rami secchi, abolire i contributi a pioggia, chiudendo tutte le iniziative dove si offre solo l’occasione di mettere alcuni sederi su alcune poltrone, soprattutto vendendo gli immobili che non servono. Non so se ce la faremo, ma dobbiamo provarci, senza puntare al facile consenso. Chi governa è spesso impopolare e gli amministratori non devono badare ai voti. I risultati della cattiva amministrazione e della ricerca solo del consenso si vedono nell’ammontare del debito pubblico che oggi grava sugli italiani”. Zaia si propone di governare la regione Veneto come una società: “la regione Veneto è di fatto una holding con tante partecipate. I risparmi non si fanno solo sulla gestione delle partecipate, ma anche sulla focalizzazione dell’oggetto sociale dell’azienda. Credo che la regione Veneto debba puntare decisamente sulla qualità ed efficienza dei servizi resi alla popolazione e alle aziende, tagliando e riqualificando tutto quanto è possibile per risparmiare i 600 milioni di euro che servono, senza pesare ulteriormente sui contribuenti”.

Nella manovra di tagli della regione Veneto, la politica non esce indenne: “siamo arrivati penultimi ad avere uno statuto, e ora dobbiamo dare il buon esempio, magari dimezzando l’attuale numero di consiglieri regionali” lancia sul tavolo della discussione Zaia, subito specificando che si tratta di una proposta personale ancora da discutere in sede politica. Passare dagli attuali 60 a 30 consiglieri potrebbe essere un ottimo segnale per la popolazione “un’entrata a gamba tesa per dare un segnale concreto” ha sottolineato il governatore che ora ha passato la palla al Consiglio regionale. Tagli che potrebbero coinvolgere anche il numero degli assessori.