Dopo un lungo tira e molla con il ministro ai trasporti Matteo Salvini che ha cincischiato a lungo rimandando di mesi l’avvio della messa in mora del governo austriaco, il governo italiano ha finalmente avviato le procedure europee d’infrazione dei trattati europei di libera circolazione delle merci nell’ambito del territorio comunitario attraverso il corridoio del Brennero.
La Commissione europea ha ricevuto la lettera dell’Italia con la richiesta di procedere contro l’Austria per i blocchi unilaterali al Brennero e «svolgerà pienamente il suo ruolo nel rispetto del trattato» ha detto un portavoce dell’esecutivo Ue, sottolineando che «l’esame» del quesito nella missiva «prenderà ora il via».
«La Commissione ha organizzato sei incontri di mediazione, l’ultimo dei quali si è svolto nella scorsa primavera, senza tuttavia riuscire a trovare un accordo» tra Roma e Vienna, ha ricordato il portavoce, sorvolando sugli extra costi causati negli anni dalle decisioni unilaterali di Vienna sul transito delle merci lungo il corridoio autostradale del Brennero nel tratto austriaco tra il confine italiano e quello tedesco.
La procedura d’infrazione per trascinare l’Austria davanti alla Corte di giustizia Ue è regolamentata dall’articolo 259 dei Trattati. Dopo aver ricevuto la lettera, entrambe le parti avranno la possibilità di esporre le loro argomentazioni, sia oralmente che per iscritto, ha spiegato il portavoce. Bruxelles dovrà redigere un parere motivato entro i prossimi tre mesi. Nel caso in cui l’esecutivo Ue non agisca entro quel termine, il governo italiano potrà comunque rivolgersi ai giudici di Lussemburgo.
Le categorie dell’autotrasporto italiano esprimono soddisfazione per l’azione intrapresa dal governo italiano. «Si tratta di una procedura attesa da tempo, richiesta anche ai governi precedenti – sbotta il presidente di Fai Conftrasporto, Paolo Uggé – Le limitazioni al Brennero che l’Austria giustifica con scelte di politica ambientale danneggiano l’intero sistema economico».
L’importanza del valico è confermata dalle entità del valore delle merci che lo attraversano: per l’Austria transitano circa 60 milioni di tonnellate di merci l’anno I nuovi divieti introdotti dall’Austria (che pure in questo caso esenta i propri veicoli con un chiaro intento anticoncorrenziale) anche sul valico del Friuli (autostrada dei Tauri) sono la prova provata che l’iniziativa austriaca non è una scelta ecologica, ma economica.
Una palese violazione che colpisce l’intera economia italiana, e che contrasta con i principi di libero mercato e libera circolazione delle merci che l’Austria stessa accettò quando chiese di entrare a far parte del sistema economico europeo.
I precedenti governi (vedi Amato/Bersani che sottoscrissero il Protocollo delle Alpi che vincola pesantemente anche l’adeguamento infrastrutturale degli assi di attraversamento) non hanno affrontato la questione con l’energia e la compiutezza auspicate.
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