Peso del fisco sull’auto: nel 2022 nuovo record italiano a 71 miliardi di euro

Analisi di Anfia sul gettito del settore e le tendenze per il 2023. Pesa la ridotta deducibilità dell’auto aziendale sulla competitività del settore in Italia.

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Peso del fisco sull’auto

Nel 2022 il peso del fisco sull’auto complessivo in Italia si attesta a 71 miliardi di Euro, in lieve flessione rispetto al 2021 (-1,4%). Nel 2022, la riduzione della quota percentuale del gettito proveniente dal settore automotive sul totale delle entrate tributarie nazionali – che passa dal 14,4% al 12,9% – è dovuta al forte aumento di queste ultime (+9,9%) rispetto al 2021 – crescono sia le imposte dirette (+10,9%) che quelle indirette (+8,6%), basate sui consumi.

«Nel 2022, il settore automotive genera un gettito fiscale superiore ai 70 miliardi di Euro – commenta Roberto Vavassori, presidente di ANFIA, la filiera automotive italiana. La variazione negativa rispetto al 2021 (-1,4%) non va letta come un alleggerimento programmato della pressione fiscale sul comparto. Deriva, invece, da fattori congiunturali come la riduzione delle accise introdotta a partire da marzo, per calmierare l’impennata dei prezzi alla pompa innescata dalla crisi energetica, e come la contrazione del mercato delle auto nuove e usate».

La percentuale del gettito fiscale derivante dal comparto auto sul PIL si attesta al 3,6%, la più alta tra i maggiori Paesi europei, la cui mediaattorno al 2,1%.

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Dei tre momenti impositivi del ciclo di vita contributivo degli autoveicoli, è ancora una volta quello relativo all’utilizzo a pesare maggiormente sul totale del peso del fisco sull’auto, di cui rappresenta il 77,8%, superando i 55 miliardi di Euro (-1,4% rispetto al 2021).

Concorrono a realizzare una cifra così elevata voci di prelievo fiscale come quelle relative ai carburanti (31,94 miliardi di Euro) e all’IVA su manutenzione e riparazione, acquisto ricambi, accessori e pneumatici (12,27 miliardi di Euro, in aumento del 19,9%).

Al secondo posto si posiziona il gettito derivante dall’acquisto (versamento IVA e IPT), il 12,1% del totale, per un ammontare di 8,56 miliardi di Euro, in diminuzione del 5,8% rispetto al 2021, complice il calo del 9,7% delle immatricolazioni di auto nuove – più un ribasso della quota delle vendite ai privati dal 61% al 56,7% – e del 10,1% delle auto usate nell’anno 2022. Il gettito derivante dal possesso, infine, vale il 10,1% del totale, ovvero 7,17 miliardi (+4,4% rispetto al 2021), pari al totale dei versamenti del bollo auto.Peso del fisco sull’auto

«Guardando al 2023 – secondo le stime ANFIA – che prevedono gli incrementi maggiori nelle voci di prelievo relative all’acquisto e all’utilizzo del veicolo è possibile che il peso del fisco sull’auto stabilisca un nuovo record, raggiungendo i 77 miliardi di Euro (+8,5%)».

In riferimento al gettito derivante dal possesso dell’autoveicolo, ovvero dai versamenti del bollo auto (voce 7 della tabella), il gettito 2022 (pari a circa 7,2 miliardi di Euro) ha evidenziato una crescita del 4,4% rispetto al 2021, dopo il forte calo registrato nel 2020 (-7,5% la variazione 2020/2019) a causa della sospensione del pagamento del tributo ad opera di diverse regioni e province autonome per il contenimento degli effetti dall’emergenza da Covid-19, superando, così i livelli pre-pandemia. Contribuisce al risultato il progressivo aumento del parco circolante italiano, che nel 2022 supera i 45,4 milioni di autoveicoli (40,2 le autovetture).

Passando all’analisi di dettaglio, in fase di immatricolazione degli autoveicoli sono stati versati, nel 2022, circa 7 miliardi di Euro (-5,2%), risultanti dal pagamento dell’IVA e dei diritti di motorizzazione (voce 3 della tabella). Diversi elementi hanno inciso sulla determinazione del valore finale di questa voce. Della contrazione di mercato delle auto nuove (-9,7%, pari a circa 141.000 vetture in meno) e delle vetture usate (- 10,1%, oltre 2,7 milioni di passaggi di proprietà reali), accompagnata da un notevole incremento del prezzo finale di vendita medio delle vetture nuove (+11%)3 e del valore medio dell’usato (+21,4%)4 si è già accennato, così come ai forti cambiamenti nel mix delle vendite che, nel mercato del nuovo, ha visto calare la quota delle auto acquistate da privati (56,7% nel 2022 e 61% nel 2021) e nuovamente crescere quella delle auto a noleggio (dal 22,8% del 2021 al 27,7% del 2022), a fronte di un calo della percentuale di immatricolazioni intestate a società5 (da 16,2% nel 2021 a 15,6% nel 2022).

Riguardo al 2023 da poco concluso, il mercato auto ha registrato poco più di 1,56 milioni di unità (+19% sul 2022). Considerando che anche il mercato dell’usato di tutti i veicoli registra una crescita (+6,6% le vetture e +2,4% i veicoli merci), così come anche il prezzo di vendita medio (superiore al 15%), la stima di aumento di gettito fiscale nel 2023, tra IVA, diritti di motorizzazione ed emolumenti PRA supera i 7,5 miliardi di Euro.Peso del fisco sull’auto

Anche il peso del fisco sull’auto relativo all’IPT (voce 6), nel 2022 ha registrato una flessione del 9,1%, per un totale di 1,59 miliardi di Euro, sempre in conseguenza della variazione negativa del mercato del nuovo e dell’usato. Si ipotizza che questa voce di prelievo chiuda il 2023 in crescita rispetto ai valori del 2022, visto l’aumento di volumi delle immatricolazioni di autoveicoli, sia per il mercato del nuovo che dell’usato, con percentuali piuttosto elevate. La stima di gettito IPT per il 2023 si avvicina a 1,70 miliardi di Euro.

Quanto alle voci di contribuzione relative all’utilizzo dell’autoveicolo, il gettito fiscale sui carburanti (voce 1) ha segnato un calo del 9,5% nel 2022, per un totale di 31,94 miliardi di Euro rispetto ai 35,29 del 2021, nonostante la crescita dei consumi.

Nel 2022, i consumi complessivi di carburanti in Italia sono aumentati (+3,5% per un totale di 42,8 miliardi di litri) grazie all’incremento dei consumi di tutte le tipologie di carburanti: +11,7% la benzina, +2,7% il gasolio, +9,1% il GPL e +7,9% il metano.

Nello stesso anno, i prezzi medi alla pompa hanno evidenziato un forte incremento rispetto al 2021: +11,3% per la benzina, +22,7% per il gasolio, +15,1% per il GPL e +120,3% per il metano. Questi aumenti sono dovuti ad una crescita dei costi delle materie prime, mentre si è ridotta l’incidenza della componente fiscale (accise e IVA) sul prezzo finale, per tutti i carburanti: benzina da 62,8% a 47,9%, gasolio da 59,6% a 41,7%, GPL da 38,9% a 31,8% e metano da 18,5% a 10,4%, essendo in vigore, per quasi tutto il 2022, una riduzione temporanea del valore delle accise e per 6 mesi circa una riduzione dell’aliquota IVA sul metano.

Guardando all’anno appena trascorso, a partire dal 1° gennaio 2023 sono venute meno le agevolazioni introdotte dal Governo Draghi e le accise sui carburanti sono state riportate ai livelli 2021, provocando un rimbalzo verso l’alto dei prezzi medi alla pompa nel primo trimestre. Dal secondo trimestre, l’ondata inflazionistica ha diminuito l’intensità in maniera graduale, consentendo di chiudere l’anno con prezzi medi non molto lontani dalla media annua del 2022 (quando era in vigore la riduzione delle accise). Il prezzo medio della benzina a fine 2023 era pari a 1,865€ (+3% sul 2022), quello del gasolio 1,792€ (-1,3%) e quello del GPL 0,7483€ (-8%). Riguardo ai consumi riferiti ai primi 11 mesi del 2023, le rilevazioni ministeriali evidenziano una crescita dei volumi per la benzina (+4,3% sullo stesso periodo 2022), mentre gasolio e GPL registrano una riduzione, rispettivamente dell’1,7% e dello 0,6%. Una prima stima del gettito 2023 derivante dai carburanti, sulla base dei consumi dei primi 11 mesi, supera i 36,5 miliardi di Euro, attestandosi ai volumi pre-pandemia.

Il gettito fiscale relativo ai lubrificanti (voce 2), nel 2022 ammonta a 0,88 miliardi di Euro, con una crescita del 3,5%, per via della combinazione di una ripresa dei consumi10 (+2,7% sul 2021) e di un aumento dei prezzi dei lubrificanti (+4,3%).

Con l’invecchiamento del parco circolante, il peso del fisco sull’auto continua ad aumentare tramite il gettito IVA relativo a manutenzione e riparazione degli autoveicoli e all’acquisto di ricambi, accessori e pneumatici (voce 4), che chiude l’anno a +19,9%, per un valore complessivo stimato in 12,27 miliardi di Euro, contro i 10,23 del 2021.

Nel 2022, gli italiani hanno speso 35,3 miliardi, il 23,4% in più rispetto al 2021, per la manutenzione e riparazione delle autovetture. Su questo risultato, ha inciso la ripresa delle attività di officina (+17% rispetto a quelle effettuate nel 2021) e l’inflazione: secondo i dati Istat, nel 2022 i prezzi per le attività di manutenzione e riparazione dei mezzi sono cresciuti del 4,1% su base annua. La spesa è stata influenzata anche dalla lieve crescita del parco circolante auto (+1% su base annua). Dopo il crollo della spesa per la manutenzione e la riparazione auto nel 2020 e 2021 (27,1 e 28,6 miliardi di euro rispettivamente), per via dell’emergenza sanitaria, l’esborso del 2022 porta questa voce a superare i livelli del 2019 (33,4 miliardi).

Nel gettito fiscale derivante da questo tipo di attività è inclusa anche la componente fiscale applicata in fase di pre-revisione e revisione degli autoveicoli. La spesa per le revisioni auto risulta essere aumentata del 14,2% nel 2022 rispetto al 2021 per effetto della crescita della tariffa, passata, a partire da novembre 2021, da 45 a 54,95 euro.

In riferimento ai primi nove mesi del 2023, le attività di officina evidenziano un andamento positivo. Inoltre, tutti gli operatori sono d’accordo nel ritenere che il livello dei prezzi, già aumentato nei primi mesi dell’anno, resterà alto anche nell’ultima parte del 2023, in linea con il trend dell’inflazione. E’ probabile, quindi, che l’IVA prelevata sulle attività di autoriparazione a fine 2023 superi il gettito registrato nel 2022, già ampiamente cresciuto per effetto dell’aumento dei volumi di attività di assistenza e dei prezzi, toccando i 12,5 miliardi di Euro.

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