Agevolazioni fiscali: la ritenuta sui bonifici dei vari bonus sale dall’8 all’11%

Protesta di Confartigianato Veneto per il taglio di 140 milioni. Boschetto: «“assalto” alla liquidità delle imprese».

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Agevolazioni fiscali Italia del malgoverno Taglio alla rivalutazione pensioni

Agevolazioni fiscali poche gioie e tanti dolori, a partire dal taglio della quota incentivante e anche dall’aumento della ritenuta dall’8% all’11% sui “bonifici parlanti” da parte dei committenti a favore delle imprese appaltatrici.

Il provvedimento adottato nella legge di Bilancio 2024 sui “bonifici parlanti” (quelli per sfruttare i bonus edilizi) ha fatto scattare la protesta di Confartigianato Imprese Veneto: «assistiamo a un vero e proprio assalto alla liquidità delle imprese del sistema casa – tuona il presidente, Roberto Boschetto -. Imprese edili, installatori di impianti, serramentisti – oltre 46.000 imprese artigiane in Veneto -, quest’anno vedranno drenati dalle loro entrate (per lavori che danno diritto alle agevolazioni fiscali nel settore edilizio) 140 milioni di euro in più rispetto agli anni passati, per un totale di circa mezzo miliardo di euro! Un salasso!».

Dal 1° marzo 2024, la percentuale di ritenuta operata dalle banche e dalle Poste sui “bonifici parlanti” che danno diritto alle agevolazioni fiscali nel settore edilizio passerà dall’8% all’11%. Una decisione che avrà impatti sostanziali sia per le imprese coinvolte che per le casse dello Stato. È importante notare che nel corso degli anni, la percentuale di ritenuta ha subito varie modifiche legislative. Introdotto al 10% nel 2010, è stato successivamente ridotto al 4% nel 2011, per poi stabilizzarsi all’8% nel 2015, rimanendo invariato fino ad ora. La ritenuta rappresenta un acconto dell’imposta sui redditi, applicato al momento dell’accredito dei pagamenti effettuati dai cittadini ai loro fornitori.

«Abbiamo provato in tutti i modi ad evitare questo incremento – afferma Boschetto – che, purtroppo, avrà conseguenze rilevanti, specialmente per quanto riguarda il blocco delle cessioni dei crediti d’imposta. Gli imprenditori potrebbero trovarsi in difficoltà se non dispongono di una capacità fiscale sufficiente per utilizzare personalmente il credito in compensazione. Saranno soggetti alla ritenuta al momento del pagamento del fornitore, impedendo loro di usufruire successivamente dell’agevolazione fiscale e causando un serio danno alla liquidità dell’impresa».

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