Il decreto “Energia bis” scarica su famiglie e Pmi le agevolazioni degli “energivori”

Boschetto: «sulle PMI venete un maggiore onere di quasi 100 milioni di euro per supportare i grandi consumatori».

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C’è preoccupazione per le norme contenute nel cosiddetto decretoEnergia bis” che rischiano di far pagare la transizione energetica delle grandi imprese industriali attraverso le bollette di famiglie e piccole imprese, confermando l’attuale, odiosa disparità.

«Consideriamo iniqua – afferma il presidente di Confartigianato Imprese Veneto, Roberto Boschetto – l’attribuzione agli oneri generali di sistema pagati in bolletta dalle piccole imprese e dalle famiglie dei costi per sostenere la produzione di energia rinnovabile delle grandi imprese energivore e la loro agevolazione. In questo modo, nel 2024, le PMI venete rischiano di dover sostenere un impatto di almeno 97 milioni di euro. Secondo questo meccanismo la transizione energetica si mette a carico quasi interamente alle micro, piccole e medie imprese. Si viene a creare un corto circuito vizioso per effetto del quale il mondo produttivo delle piccole imprese e quello delle famiglie pagano gli oneri generali di sistema di loro competenza, il costo delle agevolazioni per le imprese energivore e il costo di realizzazione degli impianti di grande taglia da fonti rinnovabili a loro destinati».

Senza le opportune, doverose modifiche, il decretoEnergia bisscaricherebbe sulle piccole imprese e famiglie sia l’agevolazione degli energivori (1,4 miliardi di euro all’anno) – fruizione condizionata al fatto che gli energivori coprano almeno il 30% del loro fabbisogno con fonti rinnovabili -, sia i grossi impianti di fonte rinnovabile degli energivori, senza i quali per altro, gli stessi non potrebbero usufruire dell’agevolazione.

Il conto di queste due misure per il 2024 è decisamente salato: circa 650 milioni di euro a carico delle famiglie e quasi 1 miliardo a carico delle Pmi. Il conto per gli impianti di grossa taglia, nei tre anni del provvedimento, è di 3,6 miliardi circa, che ricadranno poco più di un miliardo sui consumatori e 1,6 miliardi sulle piccole imprese.

La contraddizione del sistema si riverbera anche sul fronte dei consumi di energia: «alle micro, piccole e medie imprese – sottolinea Boschetto – viene imposto di pagare il 50% del totale degli oneri previsti per imprese industriali a fronte del 30% dei consumi totali effettivi: a questo ora si va ad aggiungere pericolosamente una norma che aumenterà in modo considerevole le loro bollette energetiche».

Da qui la legittima richiesta del mondo della piccola impresa – asse portante dell’economia italiana – alla politica per evitare una penalizzazione ingiusta e controproducente. Molto meglio sarebbe scaricare gli oneri di sistema sulla fiscalità generale, o applicarli pro quota, sulla base degli effettivi consumi, su tutti gli utilizzatori. Ne va di una banale questione di equità sociale ed economica.

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