Carrello tricolore: secondo l’Unione nazionale consumatori è un flop

Mentre il ministro Urso ne vaticina il successo per avere spezzato l’inflazione, i consumatori calcolano i maggiori rincari dei beni di maggior consumo.

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carrello tricolore

A detta del governo Meloni e del ministro all’Industria e “Made in Italy”, Adolfo Urso, il “carrello tricolore” con i prezzi calmierati a titolo volontario da parte dei produttori e della distribuzione per raffreddare l’inflazione è stato un successo che ha spezzato la spirale dei prezzi, ma i consumatori non sono affatto dello stesso parere.

I «dati attestano il flop del trimestre anti-inflazione», secondo l’analisi dell’Unione nazionale consumatori. Nel loro complesso i Prodotti alimentari e le bevande analcoliche, ossia dei beni più interessati dall’iniziativa del governo con il “carrello tricolore”, a novembre sono mediamente rincarati dello 0,7% su ottobre. Nella classifica dei rialzi mensili dei prodotti alimentari al primo posto c’è la frutta fresca con un aumento del 4,4% su ottobre 2023, poi l’olio di oliva con un incremento del 3% e gli alimenti per bambini.

«Questi dati attestano il flop del trimestre anti-inflazione. Se, infatti, la frutta fresca era esclusa dai possibili sconti, avendo prezzi troppo volatili e instabili per poter prendere impegni, spicca il terzo posto occupato dagli alimenti per bambini, +2,9% su ottobre 2023 e addirittura +12,8% su novembre 2022, contro il +11,1% del mese precedente. Un dato che da solo basterebbe a decretare il fallimento del “Carrello tricolore”, visto che i Prodotti per l’infanzia erano gli unici esplicitamente citati negli impegni del Protocollo – afferma il presidentedell’Unc, Massimiliano Dona -. Vergognoso poi che la pasta, simbolo dell’alimentazione italiana, continui a salire nonostante prezzi oramai astronomici». Per la pasta fresca, secca e preparati di pasta l’aumento mensile è del 1,6%.

«Chiediamo che nella riunione al Mimit con le associazioni aderenti al Trimestre vi sia una vera svolta – aggiunge Dona – almeno per Natale, con sconti seri e offerte sottocosto per tutti beni di più largo consumo». Altrimenti rischia di fare come le promesse elettorali, con protagonista la stessa Giorgia Meloni, che si voleva tagliare le accise sui carburanti, puntualmente non mantenute.

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