Governo dell’Alto Adige: la Svp sceglie (obtorto collo) il centro destra

Piccata delusione delle sinistre che speravano nel rientrare al potere nonostante la bocciatura degli elettori. In Trentino ancora trattativa tra Lega Salvini e Fdi per uscire dal cul de sac.

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Il segretario Svp, Philipp Achammer, e il presidente della provincia, Arno Kompatscher.

Per il governo dell’Alto Adige si va verso un governo di centrodestra, con il parlamentino della Svp che ha scelto obtorto collo di avviare le trattative con Fdi, Lega Salvini, La Civica e Freiheitlichen, lasciando fuori della porta le sinistre.

Come riconosce il segretario della Svp, Philipp Achammer, «in politica una coalizione non nasce mai dall’amore, ma si tratta di un matrimonio di convenienza per un periodo determinato»: si conseguenza la terza giunta a guida Arno Kompatscher nasce all’insegna dell’asse con il governo centrale, indispensabile per avere una linea di dialogo privilegiata per approvare nuove norme di attuazione che stanno a cuore alla Svp.

La votazione del parlamentino Svp per il governo dell’Alto Adige è avvenuta a voto segreto dopo 4 ore di dibattito, 41 contro 59 a favore del centro destra, mentre 17 erano a favore di un’alleanza con il centro sinistra, quest’ultima soluzione che lo stesso Kompatscher pare avrebbe gradito maggiormente.

La settimana prossima, i vertici della Svp inviteranno ufficialmente i potenziali partner di governo per aprire le trattative, nella speranza di chiudere l’accordo entro il prossimo Natale, in vista dell’elezione del presidente della Provincia da parte del Consiglio provinciale entro il 20 gennaio 2024.

Achammer ha comunque messo dei paletti insuperabili rispetto alle trattative per il governo dell’Alto Adige: «prima si parla di contenuti, poidi incarichi. Non ci sarà nessun compromesso in merito ai principi fondamentali della Svp, come l’autonomia, la convivenza e l’Europa. Non arriveremo a un accordo a ogni costo».

Da parte del centro destra, il consigliere provinciale Fdi Marco Galateo, si è detto soddisfatto: «il lavoro del presidente Meloni e del ministro Lollobrigida ha dato i suoi frutti. Sono caduti i pregiudizi, ma la strada è ancora lunga, prima i temi del programma e poi le deleghe che per Fdi dovranno essere rilevanti».

Christian Bianchi, unico eletto della lista Lega-Uniti, si è detto pronto a mettere a disposizione la sua lunga esperienza politica di 9 anni come sindaco del comune di Laives assieme alla Svp.

Per Angelo Gennaccaro de “La Civica”, «siamo pronti senza preconcetti a confrontarci sui temi per capire se possa esserci oppure no una convergenza, tenendo sempre saldi i nostri valori europeisti e autonomisti».

UIli Mair ha detto che i «Freiheitlichen non saranno la foglia di fico per garantire una maggioranza alla Svp, di certo non saremo l’alleato più comodo», chiedendo l’istituzione di un “comitato di coalizione” che dovrà vigilare sul rispetto del programma di coalizione.

Su fronte delle sinistre c’è rammarico per la scelta di campo della Svp, visto che puntavano a rientrare al governo della Provincia dopo cinque anni di astinenza. «Apprendiamo che la SVP ha deciso di orientare la trattativa per la costituzione della giunta provinciale verso le forze della destra italiana e tedesca – afferma una nota del Pd -. Esprimiamo tutto il nostro sconcerto di fronte ad una scelta che appare incomprensibile e che offusca la storia di questa terra, a partire dalla faticosa costruzione dell’Autonomia. Una scelta che rischia di avere pesanti ripercussioni sul presente, perché opportunisticamente orientata solo ai rapporti col governo nazionale, senza una base programmatica chiara e una visione capace di offrire soluzioni innovative per i cittadini. Una scelta miope, che non guarda al futuro e alle nuove sfide per la crescita e lo sviluppo della comunità altoatesina. Una scelta che in Europa appare incomprensibile, che unisce una forza storicamente autonomista con il peggiore nazionalismo, di opposta matrice».

Da Bolzano a Trento, dove le trattative per l’avvio della legislatura, dopo lo sgarbo causato dal leghista MaurizioFugatti a Fratelli d’Italia negando l’assegnazione della promessa vicepresidenza della giunta ha innescato una sorta di Aventino da parte dei meloniani. Dopo alcuni giorni di muro contro muro, Fratelli d’Italia avanza una soluzione: la vicepresidenza della giunta abbinata a un maxi assessorato ha proposto il commissario provinciale FdI Trentino, Alessandro Urzì. «Fratelli d’Italia – afferma Urzì in una nota – sta lavorando ad una soluzione che finalmente riconosca il ruolo del partito che ha permesso di fare vincere la coalizione e permettere cinque annidi stabilità. La vicepresidenza della Provincia, in un ticket con la presidenza, era oggetto dell’accordo e dell’impegno assunto dalle principali forze politiche della coalizione e farlo onorare è obiettivo prioritario di FdI. Stiamo lavorando a questo e principalmente a questo».

«Ovviamente – prosegue – in abbinamento a competenze in proporzione al peso di FdI come partito alla paridella Lega nella coalizione. Un maxi assessorato abbinato alla vicepresidenza della giunta, l’alter ego del presidente Fugatti. Stiamo lavorando a questo anche se nessuno intesa è stata ancora raggiunta e la disponibilità a recepire quello che diciamo da un mese sta in ogni caso prendendo forma».

Una posizione che dovrebbe avvantaggiare Francesca Gerosa, ma penalizzare Claudio Cia, già nominato assessore al sociale e ai trasporti, ma finito congelato dall’Aventino meloniano, al quale non rimarrebbe che dimettersi dall’incarico, sperando in qualche strapuntino di consolazione in Regione.

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