Fugatti Bis: in Trentino il nuovo governo provinciale va in crisi prima di partire

Il Fugatti Bis si presenta all’insegna di una rotazione generale di poltrone e con la pesante sconfitta delle ambizioni di Fratelli d’Italia che, si sfila dalla giunta rinunciando agli assessorati.

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La sede centrale della provincia di Trento.

Alla fine, la montagna dell’Autonomia speciale del Trentino ha partorito il nuovo governo provinciale per la legislatura 2023-2028, il Fugatti Bis, con la rielezione del presidente uscente, Maurizio Fugatti, che già ora progetta di lasciare nel 2027 per tornare alla carriera da parlamentare, sempre che qualche scioglimento anticipato delle camere non gli scombussoli i progetti.

Di fatto, il Fugatti Bis nato allo scoccare dei termini regolamentari è un governicchio, con dentro praticamente tutti i personaggi di vertice di quello precedente, con una sostanziale rotazione delle poltrone, con l’eccezione dei due leghisti di peso, l’assessore allo sviluppo economico, Achille Spinelli che, da tecnico della precedente giunta, ora è assurto ad un pieno ruolo politico avendo guidato la lista di supporto a quella principale della Lega, guadagnando i galloni di vicepresidentescippati alla Sorella d’Italia, Francesca Gerosa nonostante mesi e mesi e di accordi siglati con il sangue (politico) locale e nazionale che la vicepresidenza sarebbe toccata a lei – oltrealle competenze sul lavoro, università e ricerca e le politiche per la famiglia, con quest’ultima competenza che pare azzeccare poco con le altre assegnategli. Di fatto, l’assegnazione della vicepresidenza costituiscel’investitura ufficiale per il dopo Fugatti, visto che in caso di dimissioni anticipate del presidente sarà lui a concludere la legislatura.

Sempre in casa Lega, confermato Roberto Failoni con le medesime competenze di prima, su artigianato, commercio, turismo, conquistando le foreste, caccia e pesca.

L’ex assessore agli enti locali, Mattia Gottardi, cambia totalmente competenze, anche sulla spinta di molti amministratori locali che avrebbero spinto per un cambio di referente politico, per approdare all’urbanistica,energia e sport.

Altro giro di poltrona e di competenze per il neo autonomista Mario Tonina, che lascia le competenze ora affidate a Gottardi per sedere sulla rovente poltrona di assessore alla salute e politiche sociali, aggiungendovianche la cooperazione.

Fanno il loro ingresso nel Fugatti Bis, dopo avere sostenuto dall’esterno la maggioranza nella scorsa legislatura, due esponenti di Fratelli d’Italia: oltre alla citata Gerosa che dovrà occuparsi di istruzione (amputata dell’università), cultura, giovani e pari opportunità, c’è anche il rieletto consigliere e capolista Claudio Cia, che si occuperà di politiche per la casa, disabilità, mobilità e trasporti.

Infine, l’assessore esterno, figura attorno alla quale si sono sbizzarrite le elucubrazioni e strategie politiche più ardite: dopo avere speso settimane ad individuare un tecnico di spessore e di fama che potesse aiutare a raddrizzare la rotta dell’Autonomia speciale trentina, già messa a dura prova nella scorsa legislatura per un bilancio che ha visto perdere circa 3 miliardi di disponibilità in confronto ai “cugini” dell’Alto Adige, sul frontedello sviluppo economico o della disastratissima sanità, ecco che dal cappello di Fugatti esce il coniglio della bassa cucina politica: fare dimettere la capolista più votata della Lega, Giulia Zanotelli, già assessoreall’agricoltura, foreste, caccia e pesca nel Fugatti Uno, per assurgere al ruolo di assessore esterno grazie al suo “spessore” di tecnico agricolo, oltre che di storica portaborse di partito, per assumere le competenze in materia di agricoltura, enti locali, ambiente e difesa idrogeologica.

Un gioco di prestigio che, con le dimissioni della capolista e tra i candidati più votati dagli elettori, ha il merito di ritornare in Consiglio provinciale il primo dei non eletti della Lega, l’ex consigliere Devid Moranduzzo, che non ha fatto nemmeno in tempo a riprendere confidenza con il suo vecchio mestiere di venditore ambulante di biancheria intima al banco del mercato del papà, che così, oltre a non subire un tracollo finanziario personale, potrà continuare a dare il suo alto contributo alle sorti dell’Autonomia, sempre sperando che il Trentino non divenga l’ottava provincia del serenissimo Veneto.

Si vedrà nelle prossime settimane la piega che prenderà la politica locale, perché ci sono ancora da assegnare un paio di poltrone di consolazione della sempre più marginale regione Trentino Alto Adige – ma lì bisogna aspettare la soluzione dei nodi del governo di Bolzano, che non sono affatto semplici, causa il calo della Svp e il tracollo della rappresentanza italiana -, ma già ora i malumori sono già forti, specie in casa di Fratelli d’Italia, rimasti senza vicepresidenza e con due assessorati di secondo livello.

Malumori anche in casa del Patt, lo storico Partito Autonomista Trentino Tirolese, che grazie alle strategie fallimentari del suo segretario Simone Marchiori e del presidente Franco Panizza si è trasformato in un nido di cuculi, facendo eleggere tutti soggetti che con l’autonomismo militante hanno poco a che spartire e che fino alla fine ha tentato la carta dell’assessore tecnico per portare in giunta il proprio segretario rimasto miseramente trombato, partito che intanto si è portato avanti chiedendo agli eletti-cuculi di firmare una fidejussione da 60.000 euro ciascuno per garantire il versamento della quota mensile da 1.000 euro al partito.

Ma a due ore dalla presentazione ufficiale del Fugatti Bis, Fratelli d’Italia ha un sussulto di dignità,decidendo di ritirare la propria delegazione dal governo dell’Autonomia speciale ancora prima di iniziare ilcammino.

Lapidaria la nota diffusa dal commissario di Fratelli d’Italia, Alessandro Urzì: «vista la composizione della Giunta annunciata dal presidente Fugatti, Fratelli d’Italia ritiene di poter dare il proprio contributo al bene del Trentino anche senza farne parte. Restiamo sempre disponibili a essere adeguatamente coinvolti in futuro nel rispetto degli accordi con cui ci siamo presentati agli elettori e della forza che gli stessi elettori ci hanno attribuito».

Insomma, a tirare troppo la corda nei confronti di Fratelli d’Italia che, anche se non ha avuto il successo che si aspettava complice il risultato delle politiche 2022 quando FdI aveva doppiato la Lega anche in Trentino, Fugatti rischia di sfasciare il risultato che gli elettori gli hanno consegnato con una vittoria con oltre il 50% dei consensi. I cinque voti di FdI in Consiglio sono fondamentali per governare e non varrebbe la pena di buttare al vento una vittoria solo per una questione di puntiglio politico.

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