Veneto ed indipendenza, forse è meglio l’autonomismo spinto

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veneto bandiera leon 1
veneto bandiera leon 1Mentre s’insediano gli organismi indipendentistici scaturiti a seguito del referendum, si delineano anche scenari alternativi, sfocianti con una fusione tra Veneto e Trentino per sfruttarne la particolare autonomia

A pochi giorni dalla chiusura delle urne del referendum autogestito che hanno dato un risultato eclatante favorevole all’indipendenza del Veneto, iniziano a costituirsi gli organismi che dovranno portare al progetto indipendentista.

A Padova, nel corso di una riunione, si è insediata quella che il coordinatore del movimento Gianluca Busato chiama la “magistratura politica”, ovvero il comitato dei dieci delegati per l’indipendenza nominati con i coti del referendum separatista. Inoltre si è provveduto a definire il piano d’azione per la “formalizzazione del decreto di esenzione fiscale”, l’avvio delle relazioni diplomatiche per il riconoscimento della “Repubblica Veneta” e l’indizione della convocazione del “Congresso del Popolo Veneto” fissato per domenica 30 marzo, sempre a Padova che sarà aperto a chiunque voglia aderire come volontario a “Plebiscito.eu”, impegnandosi ad osservarne lo statuto e a non lederne l’immagine.

Se Busato tira diritto per la sua strada che potrebbe approdare anche ad una candidatura per il parlamento europeo, tra le altre forze politiche, stante l’attuale Costituzione italiana che vieta fughe separatiste, si esaminano anche altr scenari per dare al Veneto un maggiore spazio di manovra. Interessante la proposta lanciata dal costituzionalista Luca Antolini e fatta propria anche dal rappresentante di Italia dei Valori regionale, Gennaro Marotta, di lanciare un referendum per la fusione del Veneto con il Trentino per sfruttare il particolare assetto autonomistico di questo territorio, molto vicino ad un’effettiva realtà statuale. «Mi sembra un’idea interessante e percorribile – dice Marotta – e sono per accoglierla, valutare se fare un progetto di legge apposito, presentarlo e portarlo in commissione». Un primo passo che potrebbe preludere ad un’ulteriore fase di fusione con il Friuli Venezia Giulia, realtà anch’essa autonoma, ma con peculiarità meno spinte di quelle trentine, per far nascere un NordEst decisamente autonomo dal resto del Paese, pur rimanendo all’interno dei confini dell’Italia.