Caro bollette in ripresa con rincari medi di oltre 400 euro a famiglia

Associazioni consumeristiche sul piede di guerra verso il governo Meloni. Il 29 ottobre torna l’ora solare.

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Le tensioni internazionali hanno effetti immediati sul mercato dell’energia con quotazioni al rialzo sul prezzo del petrolio e del gas che, per una realtà come quella italiana, si traducono immediatamente sul caro bollette, specie ora all’avvio della stagione fredda.

Assoutenti calcola che «in una sola settimana il prezzo del gas sui mercati ha subito un rialzo di circa il 40%: un aumento che, se traslato direttamente in bolletta attraverso un incremento delle tariffe per la voceapprovvigionamento della materia prima”, equivarrebbe per il gas sul mercato tutelato ad un rincaro da 247 euro annui a famiglia (nell’ipotesi di prezzi costanti) portando così la bolletta del gas a quota 1.574 euro. Per la luce, un identico incremento dei costi di approvvigionamento della materia prima energia farebbe salire la bolletta media annua dagli attuali 764 euro a 934 euro, con una maggiore spesa pari a 170 euro annui».

Tra luce e gas – calcola Assoutenti – si tratterebbe quindi di una stangata complessiva da +417 euro annui a nucleo. Nel caso invece di un aumento più contenuto dei costi per la materia prima e pari al +25%, il «caro bollette del gas del mercato tutelato sarebbero pari a +154 euro annui a famiglia, per la luce +107 euro, per un totale di +261 euro annui a famiglia» aggiunge Assoutenti, che segnala inoltre come «sul mercato libero le società fornitrici potrebbero a breve modificare unilateralmente le condizioni contrattuali anche per le offerte a prezzo fisso».

«A tutto ciò si aggiunge il rischio di nuove impennate anche per i listini dei carburanti dovute all’improvvisa risalita del petrolio», osserva il presidente Furio Truzzi che invita l’Ue e Arera ad attivarsi per bloccare sul nascere qualsiasi speculazione sui mercati. Ogni centesimo di euro di aumento nei prezzi al litro di benzina e gasolio corrisponde ad un aggravio di spesa da 0,5 euro a pieno, quasi 40 milioni di euro in più al mese per le famiglie solo per i costi di rifornimento.

L’Italia chiederà alla Ue il rinnovo per un anno del “price cap” sul gas, che scade al 31 dicembre. Lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che domenica volerà in Lussemburgo per il Consiglio europeo Ambiente. Il tetto sul prezzo, ha spiegato il ministro «significa avere una spada di Damocle di sospensione delle quotazioni, qualora qualcuno esageri con il profitto e le speculazioni. Ed è un rischio che c’è sempre nel mercato mondiale».

In attesa di capire cosa accadrà sul fronte del caro bollette, una cosa è certa: dal prossimo 29 ottobre gli italiani dovranno dire addio all’ora legale, e le lancette dell’orologio andranno spostate un’ora indietro, con le giornateche si accorceranno. Lo ricorda la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) promotrice assieme a Consumerismo No Profit di una petizione online per mantenere l’ora legale tutto l’anno che ha già raccolto circa 330.000 firme.

In base alle stime di Sima, «l’adozione dell’ora legale permanente tutto l’anno produrrebbe nel nostro Paese minori consumi di energia per circa 720 milioni di KWh equivalenti, considerate le attuali tariffe della luce sul mercato tutelato, ad un risparmio pari a 204 milioni di euro annui».

Un risparmio che risulterebbe maggiore qualora le tariffe elettriche dovessero salire nei prossimi mesi. Basti pensare che tra il 2004 e il 2022, in base ai dati forniti da Terna, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia garantito dall’ora legale è stato complessivamente di circa 10,9 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2 miliardi di euro ricorda la Sima.

Dall’ora legale benefici anche per l’ambiente e la salute pubblica considerato «il massiccio taglio alle emissioni climalteranti pari a 200.000 tonnellate di CO2 in meno, equivalenti a quella assorbita piantando dai 2 ai 6 milioni di nuovi alberi e lo stop ai piccoli disturbi di alterazione del ritmo circadiano che oggi quasi tutti sperimentiano nel passaggio da ora solare a ora legale e viceversa», aggiunge il presidente Sima, Alessandro Miani.

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