Economia a doppia velocità: profitti imprese da record, calo potere acquisto famiglie

Nel 2022 cala la quota di risparmio delle famiglie per fronteggiare il caro vita.

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Economia italiana a doppia velocità con il potere d’acquisto delle famiglie che cala mentre i profitti delle imprese segnano nuovi livelli da record.

Secondo l’indagine Istat “Conti nazionali per settore istituzionale”, il potere d’acquisto delle famiglie è calatononostante l’aumento del reddito disponibile dovuto anche alla crescita dell’occupazione dipendente, mentre si è ridotta la quota di risparmio anche per fare fronte all’aumento dei prezzi.

Nel 2022, mentre le famiglie consumatrici hanno fatto i conti con un aumento del reddito solo nominale (e una riduzione di quello reale), i tassi di profitto delle società non finanziarie hanno segnato aumenti consistentiriportandosi ai livelli del 2007.

Nel 2022, il reddito disponibile è aumentato del 5,5%, anche grazie al maggior numero di occupati, ma il potere d’acquisto delle famiglie si è ridotto dell’1,6%. La spesa per consumi finali è cresciuta del 12,6%, mentre la propensione al risparmio delle famiglie è scesa all’8,0%, fissandosi a un livello di oltre cinque punti inferioreal 2021 (13,8%).

L’inflazione non ha invece colpito così duramente le imprese che segnano per le società non finanziarie un aumento del valore aggiunto del 9,1% e un tasso di profitto, calcolato come rapporto fra risultato lordo di gestione e valore aggiunto, al 45,1%. Il tasso di investbimento delle società non finanziarie è salito al 22,9%, il livello più alto dal 2008. Gli investimenti delle società non finanziarie, ha spiegato l’Istat, sono stati trainati dall’acquisto di immobili piuttosto che da quelli per macchinari e attrezzature.

Le spese per l’acquisto e manutenzione di immobili residenziali e non residenziali nel complesso, sono cresciutedi 14,2 miliardi di euro (+34,7%) mentre gli investimenti per l’acquisto di macchinari e attrezzature hanno registrato un incremento di 11,1 miliardi di euro (+13%) e quelli in mezzi di trasporto di 2,9 miliardi di euro (+15,8%).

Economia italiana a doppia velocità: in pratica, se le famiglie consumatrici hanno ridotto il loro accreditamento(l’eccedenza di risorse disponibili rispetto alle necessità di spesa) da 103.215 milioni di euro del 2021 a 34.777 milioni, le società non finanziarie hanno aumentato il loro accreditamento da 46.460 a 54.721 milioni grazie anche alla crescita dei contributi agli investimenti trainati dai bonus edilizi.

Guardando alle famiglie, l’Istat segnala un aumento del reddito primario di 77,8 miliardi di euro (+6,1%), soprattutto per effetto dell’andamento dei redditi da lavoro dipendente (+52 miliardi di euro, +7,0%), legati anche all’aumento dell’occupazione.

Nell’anno le imposte correnti hanno registrato un aumento di 4,4 miliardi di euro con la crescita del 4,0%dell’Irpef che è stata in parte compensata dalla flessione delle ritenute sui redditi da capitale e sul risparmio gestito (-40,1%). In pratica è aumentata l’imposizione sul reddito, mentre è diminuita quella sulle rendite. Sono invece aumentati gli investimenti per l’acquisto e la manutenzione di immobili (+17,4%) anche grazie agli incentivi alle ristrutturazioni.

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