Economia italiana: Confcommercio stime in calo per Pil e inflazione

L’inflazione è costata alle famiglie 17.600 euro in potere reale d’acquisto in due anni. Inflazione sotto la media nazionale in Trentino, al 3,8%.

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Confcommercio lancia l’allarme sull’economia italiana giudicata «ferma» perché «il profilo attuale è ai limitidella recessione tecnica», quindi sul prodotto interno lordo, anche con una piccola ripresa nella fine dell’anno, «si dovrebbe arrivare allo 0,8% (rispetto alla stima precedente dell’1,2%), l’1% diventa molto complicato» da raggiungere.

Secondo l’Ufficio studi di Confcommercio «quanto meno l’italia cresce, tanto più è problematica l’impostazione della manovra» finanziaria 2024 del governo Meloni, anche se «il valore tendenziale dell’inflazione di ottobre, in assenza di shock, scende dal 5,3% all’1,9%».

Per quanto riguarda le proiezioni dell’inflazione, spiega Mariano Bella, direttore dell’Ufficio studi Confcommercio, «la nostra previsione per settembre è uno zero che porterebbe il tendenziale al 5,3%», e per ottobre la previsione è di uno «0,1% congiunturale. Con queste due variazioni congiunturali, il tendenziale scende da 5,3 a 1,9%».

Quanto ai consumi, mentre nel secondo quarto dell’anno i consumi delle famiglie hanno tenuto, ad agosto si registra una «piccola riduzione dei consumi» dello 0,2%. Le famiglie italiane hanno sostenuto i consumi intaccando la propria ricchezza finanziaria, con «una perdita reale per una famiglia pari a 17.600 euro di potere di acquisto» negli ultimi due anni. Ora le famiglie devono ricostituire quello che hanno eroso, e questo comportamento «avrà un impatto negativo sull’economia italiana, partire dai consumi dello 0,5% per l’anno in corso. La stima per il 2023 è dell’1% di crescita dei consumi, e di 0,7-0,8% nel 2024, che sconta un effetto ricchezza negativo».

In Trentino la situazione dell’inflazione è migliore della media nazionale: ad agosto l’inflazione è cresciuta del 3,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. La dinamica dei prezzi – secondo i dati Istat – rallenta anche rispetto al mese di luglio, ponendo la provincia di Trento sotto la media nazionale (al 5,4%). Nei primi otto mesi dell’anno i prezzi al consumo sono cresciuti complessivamente del 7,9%. I rincari maggiori riguardano i beni alimentari, che negli ultimi dodici mesi sono aumentati del 9%.

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