Spese pazze in Friuli, due annullamenti di sentenze con rinvio da parte della Cassazione

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Luca Ponti, founding partner dello studio Ponti & Partners di Udine, ha ottenuto avanti alla Corte d’Appello di Trento una importante sentenza in favore di Gianfranco Moretton, ex capogruppo del Pd, che chiude una vicenda giudiziaria lunga ed intricata.

Coinvolto in un’ampia indagine penale relativa a rimborsi ottenuti da consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia nel periodo tra il 2009 e il 2012, Moretton era stato tratto a giudizio con l’accusa di peculato, e cioè di essersi appropriato illecitamente di denaro pubblico a disposizione del gruppo consiliare regionale del Partito democratico, di cui era il capogruppo, per “spese di rappresentanza”.

L’iter processuale era cominciato a suo favore: giudicato con rito abbreviato e difeso dall’avv. Ponti, nel 2016 aveva ottenuto dal GUP di Trieste l’assoluzione per “insussistenza del fatto”. Il verdetto era stato in seguito impugnato dal Procuratore Generale e la Corte d’Appello, all’esito dell’ampia rinnovazione dibattimentale disposta per sentire testimoni e acquisire ulteriore documentazione, aveva in larga parte riformato la sentenza assolutoria, condannando Moretton ad una pena di significativa gravità sia per spese proprie (per 14.542 euro), che per spese del gruppo (per complessivi 86.212 euro).

Accogliendo le tesi della difesa, la Corte di Cassazione aveva poi annullato la sentenza di secondo grado e ordinato un nuovo processo. In sede di rinvio, la Corte d’Appello di Trieste, nel dicembre del 2021, ha assolto l’assistito dell’avv. Ponti dalla maggior parte dei capi di imputazione, ritenendo giustificate quasi tutte le spese per cui era stato tratto a giudizio, ad esclusione di una porzione irrisoria (meno dell’1% del totale).

Escluse tutte le suddette imputazioni, la Corte d’Appello ha condannato Moretton per soli tre episodi (per l’importo complessivo di 1.271 euro) e, con riconoscimento della particolare tenuità dei fatti, ha drasticamente ridimensionato la pena in 11 mesi e 10 anni di reclusione, a fronte dei 2 anni e 6 mesi precedentemente inflittigli.

L’atto conclusivo di questo lungo e tortuoso percorso processuale si è svolto lo scorso giugno avanti alla Corte d’Appello, la terza investita del caso, di Trento. Recepite le indicazioni della Cassazione e, quindi, raccolte le istanze della difesa, il collegio ha concesso a Moretton i doppi benefici della sospensione condizionale della pena e della non menzione.

Anche in sede di Corte dei Conti i giudici d’appello, riformando la sentenza che in primo grado lo aveva condannato a risarcire 60.098 euro, hanno ritenuto di assolverlo da ogni addebito.

Un importante risultato ottenuto dall’avv. Ponti in favore del suo assistito che, dopo sei gradi di giudizio e un calvario pubblico e privato durato oltre dieci anni, ha visto finalmente riconosciuta l’inoffensività della propria condotta.

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