La “Tasi” colpirà soprattutto Lombardia, Lazio e Veneto

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Giuseppe Bortolussi
Giuseppe BortolussiLa simulazione dell’Ufficio studi della Cgia è stata realizzata con l’aliquota Tasi all’1 per mille. Bortolussi: «eliminare l’Imu ai proprietari dei capannoni che hanno chiuso l’attività»

Ipotizzando l’applicazione dell’aliquota base all’uno per mille, secondo una simulazione dell’Ufficio studi della Cgia, la “Tasi” colpirà soprattutto i proprietari di immobili in Lombardia, Lazio e Veneto.

I primi saranno chiamati a versare 660 milioni, i secondi 480 milioni e i terzi 354 milioni di euro. Complessivamente nelle casse dei Comuni dovrebbero arrivare poco più di 3,8 miliardi di euro. Più distanziate Friuli Venezia Giulia con 83 milioni d euro di gettito e il Trentino Alto Adige (78 milioni di gettito).

«Questa stima – segnala il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – è molto prudenziale, in virtù del fatto che i sindaci avranno la possibilità di aumentare ulteriormente l’aliquota. Pertanto, è molto probabile che alla fine il gettito complessivo sarà superiore ai 3,8 miliardi da noi preventivati».

Le regioni, invece, dove la “Tasi” peserà di meno sono la Basilicata (23 milioni di euro), il Molise (17 milioni di euro) e la Valle d’Aosta (14 milioni di euro).

E’ chiaro – fa notare la Cgia – che in questa stima il carico fiscale più importante è in capo alle regioni dove è maggiore il numero degli immobili ad uso abitativo e quelli riconducibili alle attività commerciali/produttive.

Se sulle prime abitazioni la “Tasi”, di fatto, sostituirà l’Imu, sulle seconde/terze case e sulle costruzioni ad uso produttivo, il tributo sui servizi indivisibili andrà ad aggiungersi all’Imu. Pertanto, è certo che su queste tipologie immobiliari il carico fiscale è destinato ad aumentare.

«La nostra preoccupazione – prosegue Bortolussi – è rivolta soprattutto agli effetti che l’Imu e la Tasi avranno sui capannoni. Ricordo che, su queste tipologie di immobili, viene attribuito allo Stato il gettito calcolato con l’aliquota base del 7,6 per mille, mentre solo la parte eccedente questa soglia, fino al livello massimo del 10,6 per mille, finisce nelle casse dei comuni. L’aliquota media Imu applicata sui capannoni è stata del 9,33 per mille. Ora, i sindaci hanno la possibilità di applicare in via aggiuntiva la Tasi fino a raggiungere la soglia dell’11,4 per mille. Se dovessero applicare l’aliquota base del nuovo tributo, ovvero l’uno per mille, gli imprenditori si troverebbero a pagare quasi due miliardi in più. Una cosa inaccettabile».

La Cgia solleva un altro grave problema: «dopo sei anni di crisi – conclude Bortolussi – molti imprenditori hanno chiuso l’attività e sono sommersi dai debiti. Nella stragrande maggioranza dei casi, visto il crollo del mercato immobiliare, non sono riusciti né ad affittare né a vendere il capannone. Come faranno a pagare l’Imu su un immobile che non genera nessun reddito? Forse è giunto il momento che la politica intervenga ed esoneri il pagamento per i proprietari che si trovano in questa situazione”.


STIMA DEL GETTITO DELLA TASI PER REGIONE (simulazione aliquota 1 per mille)

Importi in milioni di euro

Regioni

Tutte le abitazioni

ad uso residenziale

(1)

Immobili attività economiche

(2)

Altre tipologie di immobili

(3)

Totale

Lombardia

391

224

45

660

Lazio

331

121

28

480

Veneto

227

96

31

354

Emilia Romagna

199

101

26

325

Piemonte

192

73

24

289

Toscana

182

68

19

269

Campania

176

65

20

261

Sicilia

145

49

19

213

Puglia

141

54

17

211

Liguria

106

30

10

147

Sardegna

62

24

5

91

Friuli Venezia Giulia

56

22

5

83

Marche

52

23

6

82

Trentino Alto Adige

47

25

6

78

Abruzzo

51

21

6

78

Calabria

50

19

6

75

Umbria

33

15

4

52

Basilicata

14

6

2

23

Molise

11

5

2

17

Valle d’Aosta

10

3

1

14

Totale Italia

2.475

1.046

281

3.802

Elaborazione: Ufficio Studi CGIA su dati Agenzia delle Entrate e Ministero dell’Economia e delle Finanze

La abitazioni comprendono tutte le unità ad uso abitativo. Prime, seconde e terze case, come pure quelle date in locazione.

Gli immobili destinati ad attività economiche comprendono i negozi, i laboratori, i capannoni, gli alberghi, le banche e gli istituti finanziari.

Rientrano in questa categoria tutti i restanti fabbricati, quali ad esempio i magazzini, le autorimesse, le tettoie, le palestre e i teatri.