La benzina è oltre 2 euro al litro sulla rete ordinaria al fai da te in provincia di Bolzano, sfondando un tetto psicologico già abbondantemente superato sulla rete autostradale e al servito, raggiungendo i 2,006 euro al litro. E diverse altre Regioni seguono a poca distanza, come la Liguria o il Trentino, con 1,996 euro al litro per la verde in modalità self o la Basilicata, a 1,995 euro.
La benzina oltre 2 euro allarma i consumatori: «i listini dei carburanti proseguono la loro corsa senza sosta al rialzo» afferma il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi, che chiede al governo misure immediate, a partire dal taglio delle accise, per contenere la crescita al galoppo dei carburanti e calmierare i listini al dettaglio contro il rischio concreto di una nuova spirale inflattiva. Quel taglio sulle accise che è stato uno dei cavalli elettorali vincenti di Giorgia Meloni alle elezioni politiche del settembre 2022
Un taglio strutturale delle accise al momento è escluso dall’esecutivo, alle prese con la necessità di risorse per una manovra prudente ma incisiva, ma un intervento in soccorso degli automobilisti potrebbe essere imminente. Il ministro delle Imprese e del “Made in Italy”, Adolfo Urso, ha annunciato che, al prossimo consiglio dei ministri, arriverà un’iniziativa nei confronti dei ceti meno abbienti e un’altra specifica per gli autotrasportatori. Ulteriori misure potrebbero poi arrivare nella manovra.
Tra le ipotesi sul tavolo, al centro di approfondimenti con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ci sarebbe quella di una nuova social card, sul modello dell’iniziativa “Dedicata a te” per la spesa alimentare. Un aiuto per le famiglie più in difficoltà, quindi, che sarebbe assegnato in maniera automatica a chi rientrerebbe nei requisiti, senza necessità di presentare domanda.
Ma un sistema siffatto, oltre ad incidere solo su una ridotta parte dei consumatori, non avrebbe quegli effetti di calmieramento dell’inflazione determinati da un taglio generalizzato, magari da concentrare solo sul Diesel, che ha già superato largamente quota 1,9 euro al litro, il carburante che è legato a triplo filo con l’andamentodell’economia.
Un’ipotesi alternativa allo studio sarebbe, invece, quella di tornare al sistema dell’accisa mobile, adottata da ultimo dal governo Draghi. Questo meccanismo prevede che, quando i prezzi dei carburanti aumentano oltre una determinata soglia, i maggiori incassi dello Stato sull’Iva si utilizzano per abbattere le accise. In questo caso, l’intervento non sarebbe mirato ma raggiungerebbe in modo orizzontale tutti i conducenti di auto, moto o camion. E in particolare quelli che utilizzano in maniera più intensa il proprio veicolo come per esempio lavoratori e studenti pendolari, indipendentemente dal reddito.
Le risorse con cui farvi fronte sarebbero, in ogni caso, innanzitutto le maggiori tasse incassate dal governo come extra-gettito Iva per i rincari dei carburanti, ma si potrebbe anche incidere su quella parte di sconti fiscaliriservati a platee ristrette di contribuenti che costano oltre 70 miliardi all’anno.
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