Inflazione in frenata al 5,5% ma è sempre carissimo carrello della spesa

Nell’Eurozona è al 5,3%. Risale la disoccupazione al 7,6% (quella giovanile al 22,1%).

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Inflazione in frenata

Rallenta ancora l’inflazione in Italia: ad agosto la corsa dei prezzi si ferma al +5,5% annuo, scendendo dal +5,9% del mese precedente, mentre rimane carissimo, in frenata, ma ancora su livelli molto più elevati, il carrello della spesa che segna un +9,6%.

Gli ultimi dati Istat confermano la fase di decelerazione dell’inflazione in Italia, mentre nell’Eurozona resta stabile al 5,3%, con i beni alimentari che trainano i rincari. Un andamento che continua a pesare sul potere d’acquisto e sui consumi delle famiglie, è l’allarme che rilanciano le associazioni che chiedono interventi per sostenere le buste paga e calmierare i listini.

Ad agosto i prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registrano un aumento dello 0,4% su base mensile e del 5,5% su base annua. La decelerazione si deve tra l’altro al rallentamento dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (a +5,7%), che comprendono carburanti, gas e luce a mercato libero, degli Alimentari non lavorati (+9,2%) e lavorati (+10,1%).

Si conferma la crescita «stellare» dei prezzi della spesa, a partire da cibo e bevande. Solo per gli alimentari una famiglia con due figli spende 777 euro in più all’anno, calcolano Assoutenti e Unc, parlando di un calo “con il contagocce”. Federconsumatori teme i rincari in agguato in autunno. Anche per Confesercenti «il processo di rientro è ad un ritmo ancora lento» e prosegue l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie, che comporterà«una forte frenata» dei consumi.

Confcommercio sottolinea comunque «i segnali confortanti» dall’inflazione in frenata e l’aspettativa secondo cui ad ottobre potrebbe calare in maniera più significativa. Alla vigilia dei dati sul Pil nel secondo trimestre dell’anno, dai servizi arriva un dato negativo: dopo nove trimestri di aumento, si registra un calo del fatturato dei servizi (-0,5%) rispetto ai tre mesi precedenti. Resta invece positiva, per il decimo trimestre consecutivo, la variazione annua (+2,8%), seppure, sottolinea l’Istat, in marcato rallentamento.

Ombre sul mercato del lavoro che gira in negativo dopo sette mesi di crescita: l’occupazione a luglio, rispetto al mese precedente, vede la discesa di tutti i contratti, soprattutto di quelli a termine. Risale il tasso di disoccupazione totale (al 7,6%, mentre quello giovanile scende al 22,1%) e aumentano coloro che non hanno e non cercano un lavoro. Rispetto ad un anno prima, il fronte degli occupati continua comunque a registrare numeri positivi.

Il mercato del lavoro registra il primo calo mensile dell’occupazione da fine 2022: a luglio diminuisce di 73.000 unità rispetto al mese precedente. Il numero degli occupati scende a 23.513.000, pur rimanendo superiore di 362.000 a quello di luglio 2022. Il calo mensile riguarda dipendenti (-70.000) e autonomi (-3.000), ma coinvolge solamente la fascia dei 25-49enni. E guardando il tipo di rapporto, diminuiscono soprattutto i dipendenti a termine (-62.000).

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