Digital service act: il bavaglio europeo alle voci fuori dal coro è operativo

Norma votata da tutti i partiti italiani, eccetto la Lega. Il problema della mancanza di trasparenza delle regole che stabiliscono cosa si può pubblicare e cosa no.

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Digital service act

Da oggi gli europei sono un po’ meno liberi nel loro diritto ad un’informazione trasparente, plurale e completa con l’entrata in vigore del Digital Service Act, quella norma voluta dalla Commissione e votata dall’Europarlamento che dovrebbe disciplinare la pubblicazione dei contenuti online concepito, in teoria, per tutelare l’utente del web, difendere la sua riservatezza personale e proteggerlo dalle attività commerciali invasive, salvo trasformarsi di fatto in una sorta di bazooka censorio che rivoluziona in profondità il concetto di libera informazione, ma in senso restrittivo.

Sarà un organismo sovranazionale, da più parti definito orwelliano, il “Comitato europeo per i servizi digitali”, cui tocca vigilare sui contenuti del Web con competenze che al momento non sono definite, se non in termini ampiamente generici. Sarà il neonato Comitato, insieme con i suoi apparati, a filtrare il «vero» dal «falso» secondo un principio molto semplice: è «vero» soltanto ciò che le istituzioni decidono che sia tale.

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Non è eccessivo definire il Digital service act come un provvedimento profondamente illiberale e antidemocratico capace di minare la capacità di autodeterminazione delle persone per la mancanza di confronto su più fonti. Lo si è potuto già sperimentare durante la pandemia, dove c’è stato un fortissimo controllo e restrizione su tutte le informazioni non allineate, anche se con il senno del poi fondate e veritiereche, se avessero potuto circolare liberamente, probabilmente avrebbero anche contribuito a cambiare la gestione della pandemia e dei suoi pesanti effetti sociali ed economici. E lo si vede oggi nella gestione dell’informazionesulla crisi climatica che tanto crisi non è, ma a qualcuno fa comodo che sia così proprio perché sul nuovo corsodi sostenibilità ha pesantemente investito per trarne ingente lucro.

La cosa più grave è che toccherà ai singoli gestori dei canali digitali dell’informazione dover controllare i contenuti che loro veicolano e c’è da credere che si assisterà ad un drastico aumento di contenuti rimossi o non approvati solo perché non allineati al “credoufficiale di turno.

In Italia quasi tutti gli eurodeputati hanno votato a favore della norma liberticida, compresi quelli che dovrebbero essere dei liberali come gli esponenti di Forza Italia, con buona pace di Fratelli d’Italia e del Pd. Unico voto contrario quello della Lega.

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