Il campiello al Tetro Malibran di Venezia

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il campiello 2 teatro sociale di rovigo c battaglini 1L’opera di Ermanno Wolf-Ferrari in dialetto veneziano in scena dal 28 febbraio all’11 marzo

Tra febbraio e marzo, durante il Carnevale, la Fondazione Teatro La Fenice proporrà due produzioni al Teatro La Fenice, La traviata e Il barbiere di Siviglia, e una al Teatro Malibran: Il campiello, commedia lirica in tre atti di Ermanno Wolf-Ferrari su libretto in dialetto veneziano di Mario Ghisalberti tratto dalla commedia omonima di Carlo Goldoni.

La “prima” di venerdì 28 febbraio 2014 alle ore 19.00 (turno A) sarà seguita da quattro repliche: domenica 2 marzo (turno C) alle 15.30, mercoledì 5 alle 19.00 (turno E), venerdì 7 alle 17.00 (turno B) e martedì 11 alle 19.00 (turno D).  
Andato in scena per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano l’11 febbraio 1936, Il campiello sarà proposto in una produzione del Teatro Sociale di Rovigo ripresa a Venezia nell’ambito dell’iniziativa «I teatri del Veneto alla Fenice».
Il direttore Stefano Romani dirigerà l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta e il Coro Lirico Veneto, e un doppio cast formato da Roberta Canzian in alternanza con Claudia Pavone nel ruolo della giovane Gasparina, Nicola Pamio in quello di Dona Cate Panciana, Diana Mian e Anna Viola in quello di sua figlia Luçieta, Antonio Feltracco in quello di Dona Pasqua Polegana, Patrizia Cigna e Carolina Lippo in quello di sua figlia Gnese, Cristina Sogmaister e Julia Samsonova in quello della fritolera Orsola, Giacomo Patti in quello di suo figlio Zorzeto, Alessandro Sessolo e Italo Proferisce in quello del merciaio Anzoleto, Maurizio Leoni e Filippo Fontana in quello del cavalier Astolfi, Paolo Buttol e Gabriele Bolletta in quello di Fabrizio dei Ritorti, zio di Gasparina. Paolo Trevisi firmerà la regia, mentre le scene proverranno dal laboratorio Sormani Cardaropoli di Milano.
Nella cospicua produzione operistica di Ermanno Wolf-Ferrari (padre tedesco, ma madre veneziana doc), il nome di Carlo Goldoni è di sicuro il più ricorrente: dalle Donne curiose del 1903 ai Quatro rusteghi del 1906, giù fino agli Amanti sposi (1925, tratto dal goldoniano Ventaglio) e alla Vedova scaltra (1931). Si aggiunga al catalogo un’edizione moderna del Filosofo di campagna di Baldassare Galuppi, magari anche la Suite veneziana per piccola orchestra, e a completare il quadro manca solo Il campiello (1936), in cui il linguaggio musicale arcaicizzante di Wolf-Ferrari guarda una volta di più al mondo dell’opera comica settecentesca, a Mozart in primis, senza però scordare la lezione del Falstaff verdiano e dei suoi compositi concertati.