Al Teatro Filarmonico di Verona torna l’operetta con “La Vedova Allegra”

0
412
Arena di VR Prove Vedova Allegra FotoEnnevi-009 1
Arena di VR Prove Vedova Allegra FotoEnnevi-009 1L’opera di Lehár in scena dal 2 al 9 marzo

Domenica 2 marzo 2014 alle ore 15.30 (con repliche martedì 4 marzo, ore 20.00 – giovedì 6 marzo, ore 20.00 – domenica 9 marzo, ore 15.30) ritorna al Teatro Filarmonico di Verona l’operetta in tre atti La Vedova Allegra di Franz Lehár per la Stagione Opera e Balletto 2013-2014 della Fondazione Arena di Verona.

L’opera va in scena nell’allestimento che ha debuttato al Filarmonico nel febbraio 2005 e che porta la firma di Gino Landi per la regia e la coreografia, Ivan Stefanutti per le scene e William Orlandi per i costumi. Dal podio scaligero dirige Orchestra e Coro areniani il M° Roberto Gianola.

La Vedova Allegra (Die lustige Witwe) oltre ad essere ancora oggi la più celebre delle operette, è stata uno dei più grandi successi viennesi del XX secolo e può essere considerata un’importante chiave di lettura del genere nel suo complesso. La vicenda è tratta da L’attaché d’ambassade, commedia del 1861 di Henri Meilhac, uno dei più grandi librettisti di Jacques Offenbach, e messa in libretto da Victor Léon e Leo Stein che affidano la stesura della partitura a Franz Lehár.

La Vedova Allegra ha la sua prima rappresentazione al Theater an der Wien il 30 dicembre 1905 sotto la direzione dello stesso compositore, riscuotendo nel pubblico un enorme entusiasmo, tanto che il titolo resterà in cartellone per mesi registrando sempre il tutto esaurito per poi approdare anche all’estero. Tradotta in ben 25 lingue, l’operetta sarà oggetto di diverse trasposizioni cinematografiche già dal 1907.

Fondazione arena VR Prove Vedova Allegra Laurito FotoEnnevi-014 1Nel capolavoro di Lehár compaiono tutti i temi classici del genere: il soggetto sentimentale, l’ambientazione falso-storica, le danze (e soprattutto il valzer con il suo sottile erotismo), il matrimonio, l’infedeltà, il denaro, la politica e l’eccentrica mondanità aristocratica, fatua e donnaiola. L’azione si svolge in una Parigi ancora capitale della belle époque ed i personaggi sono nobili e alti funzionari dell’ambasciata dello Stato immaginario di Pontevedro (emblema sottile sia di Vienna che del Montenegro), nell’Europa centrale, sull’orlo della bancarotta. La sensazione di decadenza, di un mondo che sta per morire, è qui dipinta in modo gioioso e festante, rievocando la situazione dell’Austria tra Ottocento e Novecento: il clima in cui questo lavoro nasce è difatti caratterizzato da una società che preferisce abbandonarsi agli slanci sentimentali e alle frenesie di canzoni e operette, piuttosto che ammettere con consapevolezza di vivere in un periodo di crisi.

La regia di Gino Landi mette in scena questi temi in un’atmosfera dorata e fiabesca dove dominano fasti e ricchezze, «molto femminile e tradizionale… perché la gente vuole sognare», come ha affermato in un’intervista nel 2005; questa Vedova sarà quindi «allegra, come dice il titolo… uno spettacolo molto leggero ma di grandi prestazioni», che nel terzo atto presenta anche una parte del balletto Gaité Parisienne di Jacques Offenbach e Manuel Rosenthal. E la scelta di affidare il ruolo di Njegus ad un’attrice come Marisa Laurito anziché ad un comico è congeniale ad esaltare la femminilità dell’allestimento.

La protagonista Hanna Glawari è interpretata da Mihaela Marcu (2, 6/3) che si dà il cambio con Natalia Roman (4, 9/3), l’amato Conte Danilo Danilowitsch da Markus Werba, il Barone Mirko Zeta da Francesco Verna, la moglie Valencienne da Daniela Schillaci (2, 6, 9/3) e Lavinia Bini (4/3), il diplomatico Camille de Rossillon da Anicio Zorzi Giustiniani. Vedremo poi nel Visconte Cascada Dario Giorgelè, in Raoul de St. Brioche Francesco Pittari, in Bogdanowitsch Andrea Vincenzo Bonsignore e in sua moglie Sylviane Francesca Martini; Kromow sarà Nicolò Ceriani, nel ruolo di Olga Elena Serra, in Pritschitsch Romano Dal Zovo e nella consorte Praskowia Alice Marini.