Carissimi carburanti: tornano le vacanze estive e gli aumenti alla pompa

Penalizzate le realtà maggiormente lontane dalle raffinerie, come il Trentino Alto Adige. Sulla rete autostradale vige l’esproprio alla pompa a causa dell’esosità delle royalties imposte dai concessionari.

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Carissimi carburanti: tra il primo giugno e il 26 luglio 2023, in autostrada, il prezzo medio giornaliero della benzina ha subito un incremento del 2,8% mentre per il gasolio il prezzo medio giornaliero è cresciuto del 2,5%, con prezzi fino a 2,5 euro al litro per la benzina al servito. Non va meglio sulla rete ordinaria fuori delle autostrade: secondo l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio carburanti del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, il prezzo della benzina è a 1,897 euro al litro, e a 1,746 euro/litro quello del diesel, entrambi in aumento rispetto alla settimana precedente. Accise e Iva pesano sulla benzina per il 56,4% sul prezzo finale, mentre quelle per il gasolio per il 53,4%.

Dall’inizio di giugno fino alla prima metà di luglio 2023, i prezzi sono cresciuti in maniera contenuta. In tutte le regioni italiane si è registrata un’alternanza di giornate con i prezzi in rialzo, seguite da ribassi. Quest’ultimi, comunque, non sono stati sufficienti a evitare l’aumento generale che, inoltre, dalla seconda metà di luglio si è fatto più marcato.

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Carissimi carburanti: sulla rete stradale ordinaria in Lombardia all’inizio di giugno il valore medio per il prezzo al litro della benzina era di 1,812 euro, contro gli 1,885 del 26 luglio 2023. Oltre sette centesimi al litro in più in poche settimane: un incremento percentuale del 4%. Stessa dinamica anche in altre regioni, come ad esempio l’Abruzzo: l’incremento dagli inizi di giugno al 26 luglio 2023 è del 3,3%.

prezzo medio è passato da 1,822 euro a 1,883 euro al litro. In Veneto, la media del periodo giugno-luglio 2023 è pari a 1,832 euro per un litro di benzina, mentre in Friuli Venezia Giulia è decisamente più alta: 1,856 euro per litro. Valore che cresce ulteriormente se si prendono in considerazione le province autonome di Trento e Bolzano, molto distanti dagli impianti di raffinazione, su cui pesa anche il maggior costo logistico di consegna: 1,879 euro per litro. La differenza tra il massimo e il minimo è di oltre quattro centesimi al litro. Tra giugno e luglio 2023 la variazione percentuale dei prezzi medi della benzina su strade ordinarie è stata intorno al 3% per ognuna delle regioni del nord est d’Italia.

Carissimi carburanti: la situazione peggiora ancora di più se si prendono in considerazione le autostrade dove il prezzo medio è in genere maggiore rispetto a quanto si registra sulla rete ordinaria. Relativamente ai prezzi della benzina, il dato medio relativo al 1° giugno scorso era pari a 1,9 euro per litro (in relazione alla modalità self). A distanza di circa due mesi il dato medio del 26 luglio 2023 risulta pari a 1,954 euro per litro. L’incremento è circa il 2,8% nel periodo. È vero che l’incremento percentuale sulla rete autostradale è inferiore a quanto registrato sulla rete ordinaria, ma il livello dei prezzi medi è decisamente superiore. Anche rispetto al prezzo del gasolio la media per regione indica un andamento crescente.

Qualche esempio. Nel Lazio all’inizio di giugno il valore medio per il gasolio era pari a 1,65 euro per litro, mentre a fine luglio il prezzo medio era pari a 1,726 euro per litro. La crescita è del 4,6%. Stesso discorso per altre regioni: nel caso del Friuli Venezia Giulia, ad esempio, l’incremento nello stesso periodo è stato del 4,1%. In Puglia si arriva al 4,6%. Per quanto riguarda la situazione sulle autostrade, il prezzo medio del gasolio in modalità “self” è passato da 1,769 euro per litro del 1° giugno scorso a 1,813 euro per litro dello scorso 26 luglio. L’incremento, in questo caso, è del 2,5% circa.

Sarebbe doveroso – oltre che opportunointervenire in modo strutturale sui carissimi carburanti riducendo le accise, specie quelle gravanti sul gasolio, per contribuire ad abbattere l’inflazione – oltre l’80% delle merci destinata al consumo viaggia su gomma – e per ridurre tutti i passaggi burocratici che oggi gravano sugli autotrasportatori che, utilizzando camion con portata oltre le 7,5 tonn, hanno diritto a ricevere uno storno di parte delle accise pagate alla pompa con circa 3 mesi di ritardo.

Del resto, la stessa premier Meloni in campagna elettorale per le Politiche 2022 ne aveva fatto un tema portante, salvo poi dimenticarsene a vittoria conseguita. Una riduzione strutturale delle accise sul gasolio sarebbe una boccata d’ossigeno anche per rendere competitivo il settore rispetto alla concorrenza estera, oltre che per allargare a tutto l’autotrasporto e al mondo del lavoro autonomo l’accesso alle agevolazioni sui carburanti,tagliando contemporaneamente lo spreco di tempo nella gestione della burocrazia.

Non solo: un taglio delle accise italiane consentirebbe di recuperare gran parte delle tasse che gli autotrasportatori esteri evitano di versare all’Italia facendo il pieno fuori confine per poi viaggiare in lungo e in largo per lo Stivale con i serbatoi da 1.000 litri, con un pieno che vale almeno 500 euro di mancato gettito fiscale.

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