IV trimestre 2013, quadro economico Friuli Venezia Giulia ancora incerto e problematico

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operaio al lavoro industria artigianato 1Bono: «ci sono ancora troppi segnali di debolezza, nonostante la situazione sia migliore rispetto ad un anno fa»

Confindustria Friuli Venezia Giulia realizza trimestralmente una indagine congiunturale sulla base dei dati consuntivi e previsionali che raccoglie dalle imprese manifatturiere associate alle Confindustrie provinciali federate di Gorizia, Pordenone, Trieste ed Udine.

Giuseppe Bono, presidente di Confindustria regionale, comenta i risultati dell’ultima indagine effettuata sul quarto trimestre 2013: «dai dati forniti dall’ampio campione di nostre imprese associate emerge, ancora una volta, un quadro complessivo del sistema produttivo regionale piuttosto incerto e problematico. Ci troviamo di fronte a segnali che, pur descrivendo una situazione migliore rispetto a quella di un anno prima, si presentano deboli e non sufficientemente incisivi per consentirci di affermare che la lunga crisi ha toccato il fondo e si sta risalendo, magari con lentezza, ma con sicura continuità, verso tempi migliori». Secondo Bono, «dalle nostre rilevazioni, che, voglio dirlo, hanno sempre anticipato con coerenza i risultati di altre autorevoli indagini economiche nazionali, si vede chiaramente come dal secondo trimestre del 2012 il nostro sistema produttivo ha iniziato una lenta e costante risalita. Risalita che però ha subìto, nell’ultimo trimestre del 2013, una significativa flessione. E’ questo un segnale preoccupante – afferma Bono – che ci richiama drasticamente alla cruda realtà che senza le riforme, da anni annunciate e mai realizzate, e senza interventi decisi e coraggiosi a promozione dello sviluppo e della ripresa produttiva il nostro Paese non sarà in grado di mantenere, quando invece è necessario recuperare, la propria competitività rispetto ai partner europei e mondiali».

Anche Bono come tutta l’economia regionale e nazionale chiede che «le forze politiche si assumano con immediatezza la responsabilità di dare al nuovo Governo la possibilità di affrontare e decidere sui temi concreti e prioritari del rafforzamento delle imprese e dell’allargamento delle opportunità di lavoro e, con il richiamo, a livello regionale, alla Giunta, nell’ambito dell’ autonomia speciale della Regione e delle conseguenti speciali competenze , di proseguire con determinatezza il sostegno dei settori produttivi attraverso il piano di rilancio del manifatturiero e la destinazione a questo fine anche di risorse aggiuntive che possano essere reperite dal contenimento e razionalizzazione della spesa pubblica e delle spese per investimenti senza dirette od indirette ricadute sul tessuto economico del territorio».

Quanto all’indagine, l’insieme dei valori assunti dai principali indicatori che la Confindustria del Friuli Venezia Giulia prende in esame mette in luce, al termine del 2013, una situazione dell’economia regionale che si presenta con contenuti ancora incerti: a fronte di qualche luce, persistono ancora segnali di possibili ricadute.

I risultati riscontrati sono caratterizzati dalla prevalenza di valori crescenti nel confronto congiunturale, rispetto cioè ai risultati del trimestre precedente, e dalla positività, seppur contenuta, degli indicatori nel confronto tendenziale con il quarto trimestre dell’anno precedente. Va precisato che il quarto trimestre comprende i mesi della ripresa produttiva dopo la pausa estiva e, quindi, il miglioramento dei risultati congiunturali, che peraltro risulta piuttosto contenuto, è da considerarsi fisiologico. Merita, invece, fare una più puntuale riflessione sui risultati tendenziali. Rispetto all’ultimo trimestre del 2012, come si è sopra detto, gli indicatori permangono positivi, ma con molti valori in diminuzione rispetto alla precedente rilevazione. Tutto ciò fa concludere che viene confermata la tendenza al miglioramento dell’industria e dell’economia regionali già riscontrata in precedenti indagini, ma che questo trend positivo sta procedendo lungo un percorso lento ed incerto, tale da non consentire di poter prevedere una imminente uscita dal lungo periodo di crisi che ancora investe la nostra regione ed il Paese.

L’esame dettagliato dei valori assunti dai principali indicatori congiunturali (che esprimono le variazioni rispetto al trimestre precedente) evidenziano che nel quarto trimestre 2013 la produzione industriale riprende quota portandosi dal precedente valore negativo (-3,5%) al valore, anche se di poco, positivo di +0,8% . Anche nelle vendite si riscontra la perdita dei segni negativi grazie a moderati recuperi sui mercati sia interno che estero. In particolare le vendite totali si portano sopra lo zero salendo dal precedente -1,9% a +1,8%, grazie al buon recupero delle vendite Italia che salgono da -4,2% a +4,3% ed alle vendite estero che si mantengono pressoché costanti (da -0,3% a 0,0%).

Quanto all’occupazione, che da sei mesi risultava costante, presenta una leggera diminuzione segnando -0,5% , valore la cui evoluzione dipenderà molto anche dalle soluzioni che verranno trovate per sanare alcuni importanti punti di crisi attualmente in atto sul territorio regionale.

Per quanto riguarda gli altri indicatori esaminati un ulteriore segnale di timida ed incerta crescita è dato dai nuovi ordini che migliorano le loro performance, ma restando negativi nel confronto congiunturale (da -10,5% a -0,7% ) e salendo non di molto (da -1,9% a +1,9% ) nel confronto tendenziale.

Le previsioni di breve periodo fatte dagli imprenditori intervistati sono orientate ad un cauto ottimismo. Prevale per tutti gli indicatori considerati la previsione di stabilità, ma, tranne che per la domanda interna, in tutti gli altri indicatori le aspettative di aumento superano di molto le previsioni di diminuzione. Le previsioni migliori interessano la produzione e l’occupazione per le quali l’aspettativa di aumento supera di più del doppio quella di diminuzione; la peggiore riguarda invece la domanda interna dove la previsione di diminuzione è largamente superiore a quella di aumento.