Secondo Confcommercio nella Marca trevigiana migliora la congiuntura

Il campione di 800 imprese fotografa la situazione del terziario.

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Confcommercio Marca Trevigiana con al centro il presidente Dania Sartorato.

Secondo Confcommercio migliora la fiducia delle imprese del terziario attive nella Marca trevigiananell’andamento economico della propria impresa. La fiducia tiene anche in vista della fine dell’estateancorandosi saldamente nell’area di espansione del mercato, ovvero oltre la linea del “50” che convenzionalmente separa un mercato in contrazione da un mercato in espansione.

In leggero miglioramento l’indicatore relativo ai ricavi rispetto al trimestre precedente: il dato della provincia di Treviso è nettamente superiore rispetto al dato medio nazionale, rispettivamente 52 e 46. Le imprese del turismoe della ricezione alberghiera sono la vera locomotiva dell’economia della provincia di Treviso.

Netto miglioramento secondo l’indagine di Confcommercio anche per l’andamento dell’occupazione nel secondo trimestre dell’anno rispetto al trimestre precedente. Migliora leggermente la capacità delle imprese del terziario di Treviso di far fronte al proprio fabbisogno finanziario, anche se il persistere dell’aumento del costo dei fornitori non aiuta in questo senso le imprese del commercio e del turismo della Marca. Aumentano le imprese che hanno chiesto credito nel secondo trimestre del 2023. Il 52% delle imprese del terziario di Treviso ha fatto richiesta di credito per esigenze di liquidità e cassa, ben il 39% per effettuare investimenti e il 9% per ristrutturare un debito.

Il 5,6% delle imprese della provincia di Treviso ritiene che la qualità della vita nell’ultimo biennio sia migliorata, il 79,3% rimasta invariata e il 15,1% che sia peggiorata. I fattori che più di altri hanno contribuitoalla salvaguardia della qualità della vita negli ultimi due anni sono stati l’aumento dell’offerta culturale e quella per il tempo libero (67,8%), nonché l’aumento dei servizi pubblici per i cittadini. I fattori di criticitàmaggiormente percepiti dalle imprese sono stati al contrario l’aumento dei fenomeni di criminalità (54,5%) e la chiusura di tanti servizi alla persona o esercizi commerciali nei centri urbani (49,1%): si tratta del problema dei negozi sfitti nelle strade che tanto preoccupa gli imprenditori e deturpa il tessuto urbano delle città e dei borghi.

«Due gli aspetti che desidero evidenziare di questa indagine. Il primo: sul piano generale la sostanziale “tenuta” del terziario trevigiano che viene da quasi tre anni di pandemia e chiusure, un’ondata di rincari dei prezzi ed una guerra in corso ma regge sia nel sentiment che nelle prospettive su settembre dimostrando fiducia, visione e resilienza – afferma il presidente dell’Unione provinciale Confcommercio, Dania Sartorato -. Le imprese investono ancora, hanno fiducia, mantengono l’occupazione e soprattutto un “approccio espansivo”, sanno far fronte ai propri fabbisogni finanziari pur in un contesto generale non facile. Il secondo: il focus sui territori e sulle economie urbane ci restituisce una fotografia fondamentale del territorio che chiama noi associazioni, con le nostre imprese e le pubbliche amministrazioni, a scelte attente e nuove azioni».

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