Elezioni in Trentino: Fugatti presidente non “tira” il centro destra

Emergono scenari alternativi per garantire la vittoria certa al centro destra unito. Ma anche per altre forme di coalizioni dirompenti nel caso dovesse presentarsi spaccato.

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elezioni in trentino
I due possibili candidati leader del centro destra trentino: Sergio Divina (a sx) e Maurizio Fugatti.

In vista dell’ultima tornata di elezioni regionali del 2023, quelle che interesseranno il Trentino Alto Adige il prossimo 22 ottobre, il panorama politico trentino è tutt’altro che chiaro, forse è destinato a complicarsi ancoradi più nelle prossime ore, specie nel campo del centro destra, dove ci s’interroga sulle reali possibilità del presidente uscente, il leghista Maurizio Fugatti, di trainare la coalizione a superare la soglia del 40% per incassare il premio di maggioranza.

Il problema è sul tavolo da settimane: il centro destra trentino è una cosa decisamentestranarispetto al panorama nazionale, perché vede Fratelli d’Italia formalmente farne parte, ma di fatto escluso dalle decisioni politiche della maggioranza, dove è praticamente la sola Lega Salvini a decidere con il supporto dei cespugli delle liste civiche e di quanto rimane di Forza Italia. Una situazione anomala, che ha ingenerato tensioni almeno tutti gli ultimi due anni, nonostante gli sforzi dei vertici locali del partito di Giorgia Meloni di trovare un terrenodi confronto con il presidente uscente. Ma finora inutilmente.

A pesare ulteriormente sulle elezioni in Trentino su una situazione politicamente poco felice c’è poi la modalità con cui lo stesso Fugatti ha manovrato per arrivare alla definizione degli assetti della sua maggioranza in vista dell’appuntamento elettorale di ottobre, coinvolgendo solo la sua Lega e i cespugli di contorno, allargando poi l’alleanza ad una parte del movimento autonomistico ormai gemmato in più fazioni, ma ben guardandosi dal coinvolgere quello che oggi anche in Trentino è l’azionista di maggioranza del centro destra, almeno stando ai risultati sonanti delle elezioni politiche del settembre 2022, con un Fratelli d’Italia che anche in Trentino vale quasi tre volte circa la Lega Salvini.

Ovvio che in una situazione del genere le tensioni politiche crescano invece di attenuarsi, specie dinnanzi alladecisione tutta in casa Lega di confermare alla guida della coalizione lo stesso Fugatti, senza avere acquisto il consenso preventivo di Fratelli d’Italia, sempre tenuta fuori dagli accordi, nonostante che il partito di Meloni ribadisse la necessità di tenere unito tutto il centro destra se si vuole centrare il premio di maggioranza.

Un comportamento, quello tenuto dai vertici trentini della Lega, criticato anche da tanti esponenti storici del partito, a partire da uno dei suoi fondatori, come l’ex consigliere provinciale ed ex senatore Sergio Divina, il quale aveva richiamato il proprio partito a non tirare troppo la corda e a coinvolgere maggiormente nelle decisioni che contano tutti gli esponenti del centro destra trentino, Fratelli d’Italia compresi, salvo beccarsi una sorta di avviso di garanzia di possibile sospensione dal partito per il più classico dei reati politici, quello di lesa maestà e per l’espressione democratica del proprio diritto costituzionalmente garantito alla manifestazione delle proprie opinioni.

Ora, ad allarmare i vertici della Lega Salvini trentina ci sono le prime indiscrezioni sui possibili risultati dei vari leader di coalizione alle elezioni in Trentino che emergerebbero da valutazioni interne effettuate da vari partiti, un centro destra a guida Fugatti non centrerebbe il premio di maggioranza e sarebbe in una sorta di testa a testa con il candidato del centro sinistra, l’attuale sindaco di Rovereto Gianfranco Valduga. Uno scenario che allarma soprattutto i cespuglidel centro destra che vedrebbero oltremodo difficoltosa la riconferma dei propri rappresentanti, oltre ad incappare nel rischio di una sconfitta ancora più dolorosa.

La situazione potrebbe decisamente cambiare se il centro destra trentino dovesse cambiare il proprio candidato presidente con una personalità maggiormente in grado di aggregare e fare gioco di squadra, specie nei riguardi della parte preponderante della coalizione finora tenuta ai margini da parte di Fugatti. Sempre secondo le indiscrezioni, il nome di Sergio Divina potrebbe garantire una vittoria piena al centro destra, portandolo oltre la soglia del 40%, avvicinandosi anche al 50%.

Infine, un ulteriore scenario, quello che gli autori definiscono l’estrema ratio del centro destra, riguarda la corsa elettorale di un centro destra diviso, con una parte che si coalizza attorno alla figura del presidente uscente Fugatti, e l’altra attorno ad una lista civica autonomista guidata da Sergio Divina con il supporto di Fratelli d’Italia di altri partiti che hanno già dato la loro disponibilità ad allearsi.

Dato per scontato che nessuna delle cordate in lizza riuscirà a conquistare il premio di maggioranza, emergerebbe il dato decisamente interessante, secondo cui la coalizione guidata da Divina riuscirebbe comunque ad imporsi superando anche quella di centro sinistra, grazie all’effetto pompaggio di gran parte dei consensi della base storica della Lega e di Forza Italia e, soprattutto, dell’ampia fascia di elettorato moderatoche oggi non trova più punti di riferimento nel Pd di Schlein.

Insomma, la figura di Divina per le elezioni del 22 ottobre prossimo potrebbe trasformarsi in un autentico acchiappavoti a favore di tutte le forze politiche che la sostengano, a partire da quelle del centro destra.

Ora il pallino della scelta è in mano ai vertici nazionali dei partiti, in particolare al leader della Lega, Matteo Salvini, il quale dovrebbe rendersi conto della realtà, evitando di rimanere con il cerino acceso in mano a causa di un arrocco politicamente incomprensibile sulla figura di Fugatti, anche alla luce che un cambio del candidato presidente uscente per tenere unita e vincente tutta la coalizione di centro destra è già stata sperimentatavittoriosamente in Sicilia e in Molise. Sbagliare e fare perdere al centro destra l’ultima tornata elettorale del 2023 sarebbe clamoroso con probabili ripercussioni anche sugli equilibri nazionali.

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