Il “Made in Veneto” vale 77 miliardi di euro: in 5 anni + 22% 

Pesa il dato sulle chiusure: meccanica, moda ed elettronica in 5 anni persa un’impresa su cinque. Boschetto: «non è un ridimensionamento, ma una selezione naturale».

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made in veneto

Come sta il “Made in Venetomanifatturiero? Nel quinquennio 2019-2024 il comparto dell’artigianato manifatturiero veneto ha perso 3.919 imprese. Un dato che suona come un campanello d’allarme per il futuro del “Made in Italy”: in cinque anni, è come se ogni giorno avesse abbassato la saracinesca una bottega, un laboratorio, un’officina. Con loro se ne vanno competenze, maestria, legami col territorio. E il numero degli addetti – in calo del 13,6%testimonia una contrazione che non è solo numerica, ma culturale e sociale.

Se il “Made in Venetofrena in termini di prodotto immesso sul mercato (in 5 anni il comparto perde il13,2% delle imprese), parallelamente l’export dimostra una vitalità importante con un +22,4% rispetto al pre-covid per un valore di volumi esportati pari a 77 miliardi di euro. A fare da traino il comparto gioielleria, bigiotteria, pietre preziose con un +73,7%, seguono alimentari e bevande (41,1%), elettronica e informatica (33,3%) e altro manifatturiero come l’occhialeria (30,4%). 

In alcuni settori il comparto ha perso un’impresa su 10, in altri (moda, meccanica, elettronica, legno) si arriva fino ad 1 impresa su 5 in meno. I dati elaborati dall’Ufficio studi di Confartigianato Imprese Veneto evidenziano il segno negativo per tutte le realtà artigiane del territorio, nessun settore escluso: se nel pre-covid il saldo delle imprese del manifatturiero era 53.372, di cui 29.684 artigiane, in 5 anni il comparto ha perso 3.919 attività. Un andamento che, nonostante la ripresa port covid, non accenna a fermarsi: nel 2023 le imprese artigiane si erano attestate a 26.804 unità, in un anno il comparto ha perso il 3,9%, fermandosi a 25.765 aziende: in 12 mesi 1.039 attività hanno chiuso i battenti, con una media di 2.8 imprese che abbassano le serrande ogni giorno. Il dato ricalca la dinamica nazionale di produzione manifatturiera: il “Made in Italy “in un anno ha perso il 4,2%. Nel dettaglio tiene solo il settore alimentare con un +3,1% del settore alimentare. 

Il calo maggiore del numero di imprese riguarda il comparto metallurgia, metalli e minerali (-21,9%), moda (-18,5%), legno e arredo (16,7%). Colpisce il dato legato alle competenze: gli addetti del “Made in Venetosono aumentati (+1,6%) in totale, per il mondo artigiano, invece, la percentuale di lavoratori scene di 13,6%. Non a caso l’artigianato è un settore che ha la più alta difficoltà a reperire personale.

Per Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto, «il tessuto produttivo del Veneto, storicamente fondato sulla piccola impresa e sulla filiera corta, sta vivendo una transizione difficile. A pesare sono stati in questi anni l’aumento dei costi energetici e delle materie prime, la burocrazia, la difficoltà di trovare manodopera qualificata e un ricambio generazionale sempre più complicato. Ma il dato del 2024 racconta anche una discontinuità profonda: il rischio che il “Made in Italysi svuoti del suo cuore artigiano: stiamo perdendo competenze, la migrazione verso l’industria è preoccupante». Un vero e proprio “effetto selezione”, per Confartigianato imprese Veneto, che ha lasciato sul campo realtà più strutturate, competitive e capaci di affrontare con successo anche i mercati internazionali

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