Al via i test pre-omologazione. Impianto realizzato in 300 giorni superando un’autentica sfida nella realizzazione di opere pubbliche in tempi ridotti in Italia.
Poco più di un anno fa, fine febbraio 2024, del nuovo “Sliding Centre” di Cortina per le Olimpiadi Invernali 2026 non esisteva neanche un centimetro, ma al posto della pista da bob c’era una rigorosa foresta secolare. Tredici mesi dopo, al posto degli alberi, la pista da bob nuova “Eugenio Monti”, edizione 2025, è una realtà: 1.730 metri di toboga ghiacciato (1.749 complessivi), con 16 curve e pendenze riammodernate, un dislivello di 110 metri, accelerazione 140 km/orari, che ora aspetta solo l’approvazione definitiva del Cio. Dopo questo passo, la strada per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 dovrebbe essere senza ostacoli, sperando sempre che a fine dei giochi non si ripeta l’esperienza di Cesana per le Olimpiadi Invernali del 2006 con l’impianto finito abbandonato nel giro di soli 6 anni.
All’inaugurazione parterre delle grandi occasioni, con tutti i personaggi con stampati in volto sorrisi a 48 denti, a partire dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, o del presidente della regione Veneto, Luca Zaia, o a quello della Lombardia, Attilio Fontana, altro teatro di gara delle Olimpiadi invernali 2026.
Una corsa contro il tempo quello della nuova “Monti”, condito da polemiche degli ambientalisti, ma anche dei partiti di opposizioni al centrodestra, sullo spreco di denaro e i danni alla natura, per le centinaia di alberi del bosco di Ronco abbattuti per far strada al cantiere. (saranno piantumate nuove piante in aree diverse). Salvini e i governatori leghisti, si sono giocati l’”all in” come nel poker. Il rischio che il tracciato non facesse in tempo a veder la luce – con le forche caudine del Cio, «entro marzo 2025» – era grosso.
Ma alla fine, dopo un bando di gara andato deserto, il governo è riuscito a convincere una delle più grandi imprese italiane, la Pizzarotti, a raccogliere la sfida, seppur a caro prezzo, con condizioni contrattuali più favorevoli: il bando di gara iniziale, 81 milioni, era salito nel frattempo a 118,4 milioni, con la sicurezza di portare a casa subito il 30% di anticipo sull’importo di contratto. Inoltre, essendo un appalto per un’opera pubblica coperto da fondi statali, la pista sarebbe stata costruita in ogni caso, Olimpiadi o no.
Il tutto, grazie alla regia della Simico (la società per le infrastrutture olimpiche creata dal Governo), e del suo amministratore delegato, Fabio Saldini, che ha passato l’ultimo anno, caschetto in testa, tra i cantieri dell’area di Ronco. «Siamo riusciti a completare l’impianto, per consentire le discese, in trecento giorni: non è stato un miracolo, ma questo è l’esito di un lavoro programmato e compiuto nei tempi previsti», ha commentato Saldini, commissario di governo per le opere olimpiche. Peccato che per tutte le altre opere pubbliche sparse per l’Italia attivate con il Pnrr lo stesso non accada.
Dal 24 al 29 marzo la pista da bob nuova “Monti” sarà sottoposta alla pre-omologazione: circa 150 tra atleti, allenatori e tecnici della federazione internazionale di bob e skeleton dovranno verificare, con una serie di discese, che le misure di sicurezza e i parametri sportivi siano rispettati. La prossima settimana sarà la volta dei test della squadra nazionale italiana di bob.
Intanto, i primi atleti sono scesi a velocità vertiginose lungo i 1.750 di ghiaccio della nuova “Monti”, giudicandola di una pista bella, tecnica e velocissima.
Il cantiere di Ronco, sul quale hanno lavorato oltre 130 operai, andrà avanti fino al 5 novembre 2025, quando tutto dovrà essere completato.
Intanto, proseguono anche i lavori di adeguamento della viabilità di accesso a Cortina da parte di Anas con gli interventi da oltre 250 milioni di euro per le tre varianti in Cadore lungo la statale 51 di Alemagna, a Tai, Valle e San Vito di Cadore, anche se qui i lavori non sono ancora certi di terminare in tempo per l’appuntamento olimpico.
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