CNA Emilia Romagna esprime forte preoccupazione per l’impatto che l’aumento delle tasse regionali in Emilia Romagna annunciato dal presidente Michele de Pascale avrà su imprese, professionisti e cittadini. L’aumento dell’Irpef, dell’Irap, del bollo auto e del ticket sanitario colpirà in modo trasversale il tessuto economico e sociale della regione, gravando in particolare sulle fasce già in difficoltà a causa della congiuntura economica sfavorevole.
«Non possiamo ignorare che queste misure andranno a incidere su tutte le imprese e tutte le famiglie dell’Emilia Romagna, penalizzando soprattutto quelle che stanno già facendo i conti con una situazione economica complessa – sottolinea il presidente di CNA Emilia Romagna, Paolo Cavini –. Gli effetti della crisi internazionale, l’aumento dei costi dell’energia, l’inflazione e le difficoltà del mercato stanno mettendo a dura prova la tenuta del sistema produttivo e sociale. Le piccole imprese, che sono le fondamenta dell’economia regionale, subiranno un ulteriore aggravio fiscale che rischia di compromettere investimenti e occupazione».
Altro elemento di grande criticità è la situazione delle aziende e delle famiglie colpite dalle alluvioni del 2023 e 2024, che hanno già dovuto affrontare ingenti spese per la ricostruzione, spesso attingendo alle proprie risorse o ricorrendo a prestiti bancari. «Molti imprenditori e cittadini si sono rimboccati le maniche per rimettere in piedi le loro attività e le loro case, sostenendo costi enormi senza ricevere aiuti adeguati – evidenzia Cavini -. Ora, con questa manovra, rischiano di trovarsi ancora più in difficoltà, con tasse che peseranno su bilanci già fortemente compromessi».
CNA Emilia Romagna, inoltre, non condivide la scelta della giunta regionale di procedere all’aumento delle tasse regionali senza un confronto preventivo e adeguatamente approfondito con le parti sociali. «Come associazione di rappresentanza delle imprese e dei cittadini, CNA ritiene che il dialogo sia essenziale – puntualizza Cavini -. Non si tratta di contestare la necessità di garantire risorse alla sanità pubblica, ma di individuare insieme le soluzioni più equilibrate e sostenibili. Il nostro contributo sarebbe stato costruttivo e basato sul merito, non su reazioni emotive. Gli strumenti di condivisione e concertazione ci sono, ed è fondamentale usarli per decisioni che hanno un impatto così rilevante sulla vita delle persone e delle imprese».
Vista l’essenzialità di questi aumenti dovuta ai minori trasferimenti da parte dello Stato centrale alla Regione, CNA per bilanciare l’impatto avrebbe suggerito di aprire un tavolo immediato sulla semplificazione. Per questo CNA Emilia Romagna chiede alla Regione di aprire urgentemente un tavolo di confronto con le parti sociali per valutare misure di compensazione e soluzioni che possano ridurre l’impatto di questi aumenti, evitando che a pagarne il prezzo siano le imprese e i cittadini già in difficoltà.
E, magari, pure di iniziare una seria rivisitazione della spesa pubblica regionale: chissà mai che qualche spreco o spesa clientelare possa essere trovato e cancellato per liberare risorse più utili a tutti i cittadini e alle imprese.
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