Austria: tramonta il tentativo di Kickl di creare un governo

Ora il presidente della Repubblica van der Bellen si riserva un ulteriore giro di valutazioni, con le elezioni anticipate come ultimo scenario.

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austria governo austriaco
Herbert Kickl che saluta l'esito vittorioso delle elezioni politiche del 2024.

Sembra essere tramontato, almeno per ora, il sogno di Herbert Kickl di diventare ‘Volkskanzler’ (il cancelliere del popolo) della repubblica d’Austria. Dopo oltre cinque settimane di trattative con i popolari dell’ÖVP, il leader del Partito della Libertà (FPÖ) ha alzato bandiera bianca. I negoziati della possibile coalizioneBlau-Schwarz” (blu-nero) sono falliti quando Kickl ha rimesso l’incarico di formare il governo conferitogli il 6 gennaio dal presidente federale Alexander Van der Bellen.

A questo punto, l’Austria potrebbe presto tornare alle urne, anche se van der Bellen ritiene questa possibilità come una soluzione estrema. Secondo i sondaggi, il Partito della Libertà uscirà ulteriormente rafforzato dal voto con una previsione del 34-35% contro il 28,8% delle elezioni dello scorso settembre, mentre i conservatori di ÖVP e socialisti SPÖ viaggiano al 2021% a testa, pochi anche per fare una grande coalizione, specie con i Popolari in caduta libera dal precedente 26%.

Kickl, ha incolpato del fallimento i Popolari: «anche se abbiamo fatto delle concessioni su molti punti – sottolinea Kickl – i colloqui purtroppo non sono andati a buon fine». Il leader del partito conservatore ÖVP, Christian Stocker, ha a sua volta stigmatizzato l’atteggiamento di Kickl e ribadito le priorità dei Popolari.

Le trattative erano apparse in salita sin dall’inizio, con i Popolari che chiedevano garanzie su alcuni punti – difesa dello Stato di diritto, stop all’influenza russa, rassicurazioni sull’europeismo di Vienna – e uno scontro deflagrato negli ultimi giorni sulla ripartizione dei ministeri, con la FPÖ che insisteva per avere sia il dicastero delle Finanze che quello dell’Interno, strategici per concretizzare alcune riforme chiave del programma conservatore, dalle politiche di asilo ai finanziamenti ai media. Le divisioni hanno finito per prevalere sulle affinità presenti nelle due agende elettorali su temi come le tasse e l’immigrazione.

 

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