La richiesta della regione Emilia Romagna di pagamento del payback sanitario entro 30 giorni rivolta alle aziende fornitrici del sistema sanitario regionale «è un atto grave e non rispetta quanto ha stabilito il legislatore – afferma Nicola Barni, presidente di Confindustria Dispositivi Medici -. Riteniamo quindi opportuno procedere immediatamente per via legale con nuovi ricorsi in riferimento a questo provvedimento della Regione. Siamo convinti che il payback sanitario rappresenti una misura iniqua e ci batteremo in tutte le sedi per evitare un grave impatto sulle imprese dei dispositivi medici che, soprattutto in Emilia Romagna, rappresentano un indotto fondamentale che genera benessere economico per il territorio».
La decisione dell’Emilia Romagna riapre il confronto su una misura, quella del payback sanitario, che obbliga le aziende fornitrici del Servizio sanitario nazionale a restituire il 48% (quota stabilita dalla Corte costituzionale in una sentenza del 2024) delle spese che superano i tetti stabiliti. La misura, adottata nel 2015 dal governo di Matteo Renzi, è di fatto rimasta lettera morta fino a oggi.
«Pagare il payback sanitario per molte imprese significherebbe la chiusura immediata e ci chiediamo come sia possibile che la Regione non comprenda le gravi difficoltà che le nostre imprese si trovano ad affrontare – sottolinea Barni – Parliamo di un tessuto produttivo fatto di piccole e medie imprese, che sarebbero le più impattate da immediati pagamenti, oltre alle grandi imprese che saranno spinte a una fuga verso altri Paesi europei, dove questa misura non è in essere».
Barni poi si rivolge alla Regione: «ci sembra alquanto singolare che una regione come l’Emilia Romagna, che ha dimostrato sensibilità nelle interlocuzioni sul tema payback sanitario, abbia messo in atto un’azione così perentoria a danno delle imprese del settore in vista della prima udienza di merito del Tar del Lazio il prossimo 25 febbraio».
Ma qualcosa si muove. «La regione Emilia Romagna ha convocato Conflavoro PMI Sanità per un incontro urgente sul payback sanitario, che si terrà giovedì 30 gennaio» rende noto Gennaro Broya de Lucia, presidente dell’associazione che riunisce le principali aziende del medtech italiano, dicendosi «lieto» del fatto che «la Regione ora reputi urgente il confronto con le imprese del settore. Sono infatti due anni che attendiamo che, oltre le troppe parole, ci siano anche impegni concreti ed assunzioni di responsabilità».
Qualcuno, incalza ancora il presidente di Conflavoro PMI Sanità «mi ha definito, con ilarità, il…”cavaliere solitario delle Srl”, beh niente di più vero! Sono infatti pronto a combattere affinché nessuna azienda, grande o piccola che sia, debba chiudere i battenti o licenziare i propri dipendenti per una palese violazione della logica e del diritto, a cominciare da quelle degli imprenditori italiani fino alle più grandi multinazionali a capitali esteri – sottolinea Broya de Lucia -. Il mio mandato ha questa missione prioritaria ed ho intenzione di portarla fino in fondo».
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