Patto per il Nord: è tesseramento boom

Grimoldi: «un successo che va oltre le aspettative. E tanti sono leghisti delusi dalla deriva salviniana».

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Patto per il Nord:
Paolo Grimoldi consegna la tessera n. 1 di Patto per il Nord ad Umberto Bossi.

Mentre la Lega lombarda ha celebrato dopo tanti anni di commissariamento il suo congresso con l’elezione alla segreteria di Massimiliano Romeo in un tripudio di vecchi slogan autonomistici ed indipendentisti nell’indifferenza dell’attuale leader Matteo Salvini, “Patto per il Nord”, la nuova formazione politica lanciata dal Paolo Grimoldi con una serie di esponenti di primo piano della Lega fu Nord fa il pieno di adesioni nella sua prima campagna di tesseramento che punta a rilanciare una politica per il Nord e a favore del Nord, riportando in primo piano la mai sopita questione settentrionale.

«Sono rimasto sorpreso dell’entusiasmo da parte di tanti ex leghisti ma anche di tanti che si avvicinano per la prima volta alla politica, tanto che non riusciamo a stare dietro alle richieste – conferma Grimoldi -. Ormai a livello di presenza la Lombardia è completamente coperta, nel Piemonte siamo a tre quarti, la Liguria quasi tutta. E la cosa interessante è che il “Patto per il Nordsta attecchendo anche in Umbria, Marche e Toscana».

Intanto, la tesseranumero uno” assieme alla carica di presidente onorario è stata attribuita ad Umberto Bossi, non per riportare indietro le lancette della Lega che fu, ma per ripartire da un’idea che metta al centro del progetto politico il territorio e le sue esigenze.

«Fino a poco tempo fa – sottolinea Grimoldi – per difendere gli interessi del Nord c’era un soggetto politico unico, la Lega Nord, ma la Lega Salvini premier lo ha ucciso. La deriva nazionalista di Salvini trascura le esigenze dei territori, tanto al Nord che al Sud o al Centro. Personalmente, i 15 miliardi di euro che si spenderanno per finanziare il Ponte sullo Stretto io li avrei utilizzati per assicurare tutti i giorni dell’anno l’acqua corrente ai comuni che oggi viaggiano con un solo giorno alla settimana di fornitura, o per ridurre le liste d’attesa nella Sanità o, ancora, per abbassare le tasse a tutti i contribuenti, specie a quelli della classe media sempre bistrattati anche dal governo Meloni».

Grimoldi è ottimista per l’evoluzione della situazione politica, non escludendo che alle prossime politichePatto per il Nord” si possa presentare: «per ora siamo un’associazione. Decideranno i cittadini che ne fanno parte. Certo lo spazio politico per la difesa degli interessi del Nord è enorme: è paradossale che chi oggi parla di Nord dentro la Lega Salvini Premier venga perseguitato o espulso, mentre altri movimenti come Forza Italia o il Pd creino le correnti per il Nord. Salvo che al congresso della Lega Lombarda il tema del Nord e pure della Padania è tornato fortemente alla ribalta».

Il post congresso Lega lombarda è commentato da un altro ex Lega fu Nord, come l’ex ministro Roberto Castelli, uno dei fondatori di “Patto per il Nord”, secondo cui «Romeo ha due giacche, quella di presidente dei senatori con cui interpreta in Parlamento la linea centralista del partito, quella voluta da Matteo Salvini, cui ora si aggiunge pure la giacca da leader lombardo, di una regione che chiede più attenzione alle istanze del Nord. Vedremo come metterà assieme le due cose, ma alla fine credo che prevarrà la prima…».

Castelli si dichiara scettico sulla possibile correzione della rotta della Lega salviniana, con Romeo che a Milano ha rivendicato la necessità di tornare a fare «il sindacato del Nord perché altrimenti i voti non si prendono», richiamandosi alla vecchia Lega Nord troppo frettolosamente disarmata da Salvini. «Le parole sono una cosa, ma poi le leggi si fanno e si votano in Parlamento, non parlando ai giornali – commenta Castellli -. Faccio notare che proprio al congresso lombardo lo stesso Salvini è stato chiaro, la politica della Lega resta quella nazionalista, impressa dalla sua segreteria. Vedremo cosa succederà, anche Bossi segue con attenzione l’evoluzione del partito».

 

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