Maurizio Fabbri, 47 anni, ex sindaco di Castiglione dei Pepoli (Bologna), eletto nelle liste del Pd, è il nuovo presidente del Consiglio regionale dell’Emilia Romagna. E’ stato eletto, con 49 voti su 50 consiglieri, dall’assemblea legislativa nella sua seduta di insediamento.
«Chi conosce il mio percorso sa quanto io sia legato alla mia comunità, all’Appennino. Voglio evidenziale che questo prestigioso incarico è un segnale che questa assemblea sta dando a tutti i territori fragili di questa regione – ha detto Maurizio Fabbri, nel suo primo discorso da presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna -. È sempre più evidente quanto le diseguaglianze minaccino la tenuta sociale e la coesione territoriale».
«Mi sforzerò di essere sempre al di sopra delle parti politiche, di garantire l’esercizio delle prerogative di tutte le consigliere e dei consiglieri» ha assicurato il neo presidente, con un monito: «le grandi diseguaglianze che aumentano ovunque nel mondo mettono a repentaglio anche qui le nostre conquiste».
E in Emilia-Romagna «a guerra, protezionismo, negazionismo climatico, precarietà, dobbiamo rispondere – ha detto Fabbri – anche qui con la cultura della pace, del lavoro buono, dell’apertura al mondo e dare una risposta vera ai troppi che guardano al futuro con paura».
La nomina di Maurizio Fabbri alla presidenza dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna ha sollevato anche una piccola polemica in ordine alla parità di genere all’interno delle istituzioni, da sempre cavallo di battaglia progressista, almeno a parole, ma nei fatti non sempre praticato. «Sicuramente è una nomina inaspettata, un ulteriore uomo in una delle cariche rilevanti della Regione – chiosa la capogruppo di FdI in Consiglio regionale, Marta Evangelisti -. Se fosse successo al centrodestra si sarebbe parlato di mancanza della rappresentatività di genere. Sicuramente ci sono province meno rappresentate, anche in questo caso vince il collegio di Bologna. Abbiamo ascoltato il discorso di insediamento, più politico che istituzionale, ma confidiamo nel negoziato e che in futuro si possa proseguire meglio».
Intanto, anche la giunta regionale ha iniziato il suo cammino di governo con la prima seduta guidata dal neo presidente Michele De Pascale che ha presentato la sua squadra di assessori.
E in tema di composizione della giunta regionale, la capogruppo di FdI, Evangelisti commenta «sorprende» la scelta alla guida della sanità di Massimo Fabi, «sulla cui direzione dell’azienda ospedaliero universitaria parmense in tempo di Covid vi furono perplessità, così come ve ne sono state in merito alla sua gestione complessiva. Il fatto poi di aver voluto puntare a tutti i costi su un tecnico e non su un politico per uno degli assessorati più caldi, quello, appunto, alla sanità, desta più di un interrogativo».
Per Evangelisti «la sanità in Emilia Romagna ha bisogno di scelte politiche e strategiche forti, cosa che evidentemente il presidente della Regione non ha considerato o non ha voluto considerare. Quando si ha una tale maggioranza politica, puntare su un tecnico è davvero incomprensibile, ma forse la motivazione sta nel fatto che nessun politico si è voluto assumere una tale responsabilità, data la situazione dei conti di questo comparto, cosa che rappresenta un ulteriore motivo di preoccupazione. Forse un tecnico potrebbe operare scelte impopolari delle quali la politica di sinistra non vuole farsi carico, evitando così di affrontare problemi da lei stessa creati e che come opposizione denunciamo da anni».
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