Alla fine, la provincia di Trento ha dato fuoco alle doppiette abbattendo l’orso M91, il terzo degli otto orsi che la nuova norma votata dal Consiglio provinciale di Trento consente di accoppare ogni anno se questi si dimostrano problematici, confidenti o responsabili di aggressioni.
Nel caso dell’orso M91, si è trattato dell’orso di circa due anni di età nell’aprile scorso aveva seguito un uomo nei boschi di Molveno. Negli ormai sette mesi trascorsi dall’inizio del monitoraggio, viene spiegato nel decreto, «ha trovato costante conferma la confidenza dell’esemplare, concretizzatasi in almeno 16 occasioni nelle quali l’orso in questione è stato segnalato in centri residenziali o nelle immediate vicinanze di abitazioni».
Stante questo comportamento registrato dal radiocollare con cui era stato equipaggiato, il presidente del Trentino, il leghista Maurizio Fugatti, ha emesso il suo terzo decreto di abbattimento, decreto immediatamente eseguito con il favore delle tenebre dai Forestali.
La decisione del Fugatti è scivolata sul mancato rispetto dei termini per potere fare ricorso, nonostante l’esplicita previsione riportata proprio nello stesso decreto di abbattimento dell’orso M91 firmato dal leghista. Una scelta che ora potrebbe costargli caro, visto che già nelle occasioni precedenti la magistratura amministrava – compresa quella del Consiglio di Stato – ha formulato critiche sul comportamento del vertice politico del Trentino, che pare vellicale più i bassi istinti della popolazione ed ingenerare un diffuso sentimento di paura verso i grandi carnivori (oltre agli orsi nel mirino ci sono pure i lupi) più che a fare la doverosa azione di prevenzione e di facilitazione della convivenza tra la popolazione e la fauna selvatica.
Stante una deriva a senso unico e contraria al rispetto delle leggi nazionali ed europee, le associazioni protezionistiche hanno imbracciato l’arma della denuncia penale, anche perché il Fugatti ha violato la norma statale ed europea che agli orsi assicura il massimo grado di tutela, oltre ad essere patrimonio indisponibile dello Stato.
Sarebbe utile che pure il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, uscisse dal letargo in pare essere piombato e facesse finalmente rispettare le leggi dello Stato ad un amministratore locale che pare troppo propenso ad un’applicazione autonoma delle leggi e degli impegni internazionali. Ne va della credibilità dello Stato, oltre che quella dello stesso ministro che rischia di cadere allo stesso livello del Fugatti.
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