Formaggi trentini contaminati da escherichia coli: si allargano i sequestri

Dopo il “Saporito della Val di Fassa”, ora tocca al “Puzzone di Moena”. Forte contraccolpo all’immagine della Val di Fassa.

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Formaggi trentini contaminati

Formaggi trentini contaminati: dopo il caso dell’intossicazione di una bambina a seguito del consumo di un formaggio a latte crudo con presenza del batterio di Escherichia coli, il “Saporito della Val di Fassaprodotto dal Caseificio sociale di Predazzo e di Moena, aderente al consorzio Concast, il ministero della Salute ha provveduto ad estendere le indagini su possibili casi di contaminazione anche ad altre tipologie di formaggio prodotti dallo stesso caseificio, ordinando il sequestro di lotti del famosoPuzzone di Moenaprodotti nel periodo intercorrente tra dicembre 2023 e luglio 2024 (nel dettaglio, i lotti 24080, 24084, 24094, 24099, 24103, 24115, 24124, 24125, 24126, 24132, 24134, 24136, 24138, 24141, 24153, 24157, 24158, 24160, 24161, 24163, 24164, 24166 e 24167), con l’invito a non consumare il formaggio e a riconsegnarlo al punto d’acquisto.

Il caso di intossicazione della bambina, per fortuna senza conseguenze, accade dopo quello del 2017, quando un bambino ha mangiato del formaggio a latte crudo prodotto dal Caseificio sociale di Coredo in Val di Non, con un esito purtroppo decisamente diverso, visto che è finito in coma vegetativo e i titolari del caseificio sono finiti a processo penale con la condanna in primo grado.

Il consumo di formaggi prodotti con latte crudo non pastorizzato solitamente non comporta problemi per consumatori adulti e in salute, specie se hanno avuto un adeguato periodo di stagionatura di almeno 100 giorni, mentre sono fortemente sconsigliati per i minori sotto i 10 anni, donne in gravidanza, anziani e per gli adulti con ridotte difese immunitarie.

Da parte sua, sul caso dei formaggi trentini contaminati il Concast ha diramato una nota per prendere le distanze dall’operato del Caseificio di Predazzo e Moena che, seppur appartenente al Consorzio, alcuni prodotti sono realizzati nell’ambito dell’autonomia commerciale dei singoli caseifici soci, anche se nel rispetto del disciplinare di produzione del Consorzio, timoroso che quanto successo in Val di Fassa non si ripercuota anche sugli altri prodotti caseari del Trentino.

 

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