Nuovo ospedale del Trentino: procedura nuovamente impantanata nei ricorsi

Ora tocca al ricorso dei tecnici professionisti per il mancato recepimento del requisito dell’equo compenso nel bando di gara per la progettazione.

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Galeotto è stato il mancato recepimento del requisito dell’equo compenso per i tecnici progettisti del nuovo ospedale del Trentino che ora rischia un nuovo fermo delle procedure dopo i ricorsi e controricorsi che hanno fatto perdere almeno 6 anni per le modalità di formazione della commissione giudicatrice dell’appalto e i successivi sgambetti tra le imprese partecipanti, finito con l’annullamento complessivo di tutto l’iter.

Peccato che l’azzeramento e la ripartenza dell’idea di realizzare il nuovo ospedale del Trentino partendo da una gestione diretta senza il ricorso alla finanza di progetto ora sia incappata in un problemino minore, che coinvolge le procedure per la progettazione esecutiva dell’opera.

Gli ordini professionali degli architetti, degli ingegneri e dei geologici hanno presentato ricorso al Tar di Trento per evidenziare il mancato rispetto nelle procedure di gara per la progettazione – che ha visto la presentazione della dichiarazione d’interesse di sei grandi cordate nazionali ed internazionali specializzati nell’edilizia ospedaliera – del requisito dell’equo compenso a favore dei professionisti coinvolti. Un requisito che la legge n. 49/2023 sull’equo compenso ripreso anche nel decreto di fine ottobre 2024 che modifica il codice degli appalti in vigore dal luglio 2023 stabilisce che gli eventuali ribassi non possono superare il 35% del corrispettivo.

Nel capitolato di gara predisposto dalla struttura commissariale guidata dal dirigente provinciale Antonio Tita, si fa riferimento alla normativa europea che consente ribassi senza limiti anche sulle prestazioni professionali.

Il ricorso al Tar degli ordini professionali è dovuto al fatto che in 18 mesi Provincia di Trento e struttura commissariale non hanno dato risposte alle richieste delle categorie professionali circa il rispetto delle nuove norme italiane sull’equo compenso. Ora, su u progetto del valore stimato di 23 milioni sarà la magistratura a doversi pronunciare nella sedute del 12 dicembre 2024, anche potrebbe darsi l’eventualità che il ricorso delle categorie professionali possa evolvere un una più ampia e dirimente questione sul fatto se la norma sull’equo compensonorma benedetta da tutti i professionisti italiani, ma ancora poco applicata nella pratica – approvata dal Parlamento italiano sia o meno in regola con il diritto comunitario in termini di concorrenza.

 

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