Italia strozzata: la logistica italiana è messa a dura prova nel passare le Alpi, sempre più una sorta di cintura di castità per le attività economiche nazionali. Dopo la chiusura del Frejus per frana, la chiusura programmata del Monte Bianco per tre mesi all’anno per i prossimi trent’anni per il rifacimento della soletta e della volta, le pesanti limitazioni al transito applicate dall’Austria sul corridoio del Brennero – che le hanno fatto guadagnare una procedura d’infrazione europea -, ora tocca al fronte est con la chiusura della linea ferroviaria dei Tauri per il rifacimento della galleria lunga 8.371 metri che si protrarrà fino al 13 luglio 2025, salvo imprevisti facili da prevedere.
Italia strozzata: di fatto il passaggio di camion e di treni merci sulle tratte internazionali europee attraverso le Alpi sta diventando un’impresa che si traduce in extracosti (2 miliardi di euro solo per il corridoio del Brennero) che il sistema produttivo nazionale deve giocoforza sobbarcarsi, diventando conseguentemente meno competitivo.
La ferrovia alpina dei Tauri (Tauernbahn) copre un tracciato di circa 80 chilometri che collega il Salisburghese con la Carinzia, e rappresenta uno snodo importantissimo per lo scambio merci di tutta Europa, collegamento strategico tra i porti dell’Alto Adriatico e l’Europa centrale e orientale.
Gli interventi sul tunnel dei Tauri entrato in servizio nel 1909 sono di vasta portata in quanto sarà rifatta la volta – con un caso di cedimento già nel 2023 e conseguente chiusura per un mese – e rinnovato l’armamento, come binari, linee aeree e sistemi di sicurezza per adeguare il traforo alle attuali norme di sicurezza e ai nuovi profili d’ingombro dei carri merci. A causa delle condizioni strutturali non è possibile realizzare i lavori di potenziamento mantenendo aperto il tunnel alla circolazione a un singolo binario. Oltre ai lavori nella galleria, sono in attuazione interventi di risanamento conservativo su numerosi viadotti e muri di contenimento.
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