Snam ha completato, nelle acque antistanti Ravenna, l’installazione della seconda e ultima porzione di piattaforma (deck) presso la quale si ormeggeranno la nave rigassificatrice Bw Singapore e le navi gasiere che si avvicenderanno settimanalmente per rifornirla di gas naturale liquefatto.
Vanno completandosi sostanzialmente in linea coi tempi previsti i lavori infrastrutturali necessari ad accogliere nell’offshore ravennate la Fsru (Floating Storage and Regasification Unit) Bw Singapore – probabilmente destinata a cambiare nome così come accaduto all’altra nave rigassificatrice ancorata a Piombino -, che entro la fine dell’anno sarà in acque italiane per poi entrare in esercizio entro la fine del primo trimestre del 2025. Una volta operativa, metterà a disposizione del Paese una capacità aggiuntiva di rigassificazione di 5 miliardi di metri cubi all’anno, raggiungendo così la quota del 40% della domanda gas complessiva del Paese, in linea con gli obiettivi di diversificazione fissati due anni fa in occasione della crisi russo-ucraina. Senza tralasciare la possibilità di esportare gas metano anche ai paesi dell’Europa centrale, a partire dall’Austria che solo nei giorni scorsi si è vista chiudere definitivamente tutte le forniture russe che soddisfavano i suoi consumi interni.
«Abbiamo tagliato un altro traguardo importante, un’operazione complessa che ci consentirà di rispettare i tempi fissati per questa infrastruttura, un tassello fondamentale per consolidare la sicurezza energetica del Paese e dell’Europa, anche a fronte della progressiva evoluzione dei flussi di gas – ha commentato l’amministratore delegato di Snam, Stefano Venier -. Il GNL copre ormai un quarto degli approvvigionamenti nazionali di gas, e con l’entrata in funzione della BW Singapore arriveremo a disporre di volumi pari a quelli che l’Italia riceveva dalla Russia nel 2021, consentendo al sistema una ulteriore diversificazione».
A regime, attraccheranno alla piattaforma una nave gasiera alla settimana con un carico di 180.000 metri cubi di gas liquido che saranno rigassificati dalla Frsu.
Il deck installato a mare a 3 chilometri circa dalla costa, in particolare, copre un’area di 54×48 metri, pesa 2.800 tonnellate e ospita le strutture necessarie a controllare il flusso del gas proveniente dal rigassificatore e a indirizzarlo verso terra. L’installazione si è svolta in due fasi – la prima ad ottobre e la seconda nei giorni scorsi – con l’impiego di personale altamente specializzato.
Si apre ora una nuova fase da qui a fine anno che prevede l’installazione degli ultimi elementi di raccordo funzionale tra le varie porzioni della piattaforma e le saldature finali di collegamento tra il tratto di tubazione in acbciaio, che corre sulla piattaforma, con quello sottomarino. Quest’ultimo è già stato posato e collegato con la porzione realizzata a terra che giunge fino al cosiddetto “Nodo di Ravenna”, punto di accesso del gas alla Rete Nazionale di Trasporto.
«Il completamento della piattaforma ha rappresentato una sfida ingegneristica di assoluto rilievo, avvenuta in mare aperto, per la quale abbiamo adottato ogni possibile accorgimento funzionale alla piena sostenibilità ambientale dell’intervento – ha rilevato il responsabile operazioni di Snam, Massimo Derchi -. Un’operazione che è stata possibile grazie alla collaborazione tra Snam e realtà nazionali e locali di primo piano, come Micoperi, Rosetti Marino e Saipem: a Ravenna abbiamo trovato terreno fertile grazie a un compartimento d’eccellenza che negli anni non ha mai smesso di crescere».
Significativi i benefici economici per il territorio: una quota importante, prossima al 30%, degli investimenti realizzati per il rigassificatore (circa 1 miliardo di euro) è stata assorbita da importanti realtà industriali del Ravennate. In generale sono risultati coinvolti più di 240 fornitori, di cui più di 80 nella Provincia di Ravenna e nella Regione Emilia Romagna. Nella fase di picco dei lavori, inoltre, sono state impiegate fino a 1.200 persone. La cooperazione con tutti gli interlocutori del sistema porto e dei servizi collegati, infine, ha contribuito a massimizzare le positive ricadute occupazionali dell’impianto.
Ora tocca alla costruzione di una nuova diga foranea a difesa della piattaforma e delle navi ormeggiate che sarà lunga 900 metri dal costo di 198 milioni di euro che sono stati appena appaltati.
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