Il Consorzio Vini del Trentino ha rilevato presso le proprie aziende associate i dati relativi alle uve raccolte nella vendemmia 2024 in provincia di Trento
Relativamente allo sviluppo fenologico, le temperature elevate registrate nei primi mesi dell’anno hanno portato a una ripresa vegetativa del vigneto generalmente anticipata rispetto al passato, mentre il ritorno di freddo occorso nella seconda metà di aprile ha causato alcuni danni da gelo, fortunatamente limitati a piccoli areali storicamente a rischio. A causa delle condizioni climatiche non ottimali del periodo primaverile la fioritura della vite è risultata particolarmente prolungata e scalare. I rilievi eseguiti a giugno nella fase dell’allegagione hanno mostrato una fertilità media tra le più basse della serie storica, in particolare per la varietà pinot grigio. Sono stati registrati inoltre fenomeni di colatura dei fiori, acinellatura e nei casi più gravi filatura dei grappolini. Ad esclusione dei vigneti colpiti da ristagni idrici superficiali, circoscritti a limitate zone di fondovalle, la vigoria nei vigneti è risultata comunque molto buona.
Per quanto riguarda la situazione fitosanitaria, le condizioni di estrema piovosità dell’annata hanno favorito notevolmente lo sviluppo della peronospora della vite. L’applicazione del disciplinare di produzione integrata provinciale ha permesso comunque una difesa generalmente efficace contro tale patogeno e, nei vigneti trattati, le macchie di peronospora si sono concentrate soprattutto nella giovane vegetazione in crescita, mentre i grappoli sono risultati sani, con un danno medio trascurabile. Sui test non trattati invece sono risultate ben visibili forti infezioni anche a carico dei grappoli, a testimonianza della forte pressione della malattia, anche nelle zone di collina storicamente meno sensibili. Pure l’oidio della vite è risultato complessivamente sotto controllo, grazie anche alle operazioni manuali di sfogliatura e distensione dei grappoli.
Durante l’annata grande attenzione è stata dedicata alla Flavescenza dorata della vite, patologia contro la quale su tutto il territorio provinciale è da anni in vigore la lotta obbligatoria. Oltre al contenimento dell’insetto vettore S. titanus, grandi sforzi sono stati messi in atto dal Consorzio Vini del Trentino e dalle cantine associate, in collaborazione con la Fondazione E. Mach, per monitorare la superficie vitata e segnalare le viti sintomatiche per consentirne un rapido estirpo. Nel 2024 sono stati monitorati complessivamente più di 6.000 ettari di vigneto.
Al momento della raccolta il livello qualitativo della produzione è risultato quindi buono sia dal punto di vista fitosanitario sia dal punto di vista del contenuto zuccherino, così come il parametro dell’acidità per le uve destinate alla produzione di vini base spumante. Le operazioni di vendemmia in Trentino sono iniziate nell’ultima decade di agosto con le varietà destinate alla produzione di vini base spumante. La raccolta delle uve per la produzione di vini fermi ha avuto avvio a fine agosto con Chardonnay, Pinot Grigio, Müller Thurgau e Nosiola ed è proseguita con lo stacco delle uve nere iniziato nella seconda metà di settembre con Schiava e Teroldego seguiti da Lagrein, Marzemino, Merlot e infine dai Cabernets raccolti a inizio ottobre.
Quanto alla quantità di uva raccolta, la vendemmia 2024 rappresenta per il Trentino un’annata con una produzione inferiore alla media del decennio precedente. Il raccolto delle aziende che fanno capo al Consorzio Vini del Trentino ha raggiunto nella vendemmia da poco conclusa la cifra di 1.020.511 quintali di uva, con una riduzione dell’11% rispetto all’annata 2023. Le uve bianche con 790.836 q.li rappresentano il 77,5% della produzione trentina, mentre le uve nere con 229.675 q.li costituiscono il restante 22,5%.
Da tali valori si rileva che oltre il 70% della produzione totale di uve trentine è costituito da tre varietà bianche: Pinot grigio (35%), Chardonnay (27%) e Müller Thurgau (8%). Le principali varietà a bacca nera sono invece risultate nell’ordine: Teroldego (7%), Merlot (5%), Pinot nero (3%), Lagrein e Marzemino (2%). Le uve delle varietà di vite così dette “resistenti” (Solaris, Johanniter, ecc.) ammontano a circa 3.000 q.li.
Per rimanere sempre aggiornati con le ultime notizie de “Il NordEst Quotidiano”, iscrivetevi al canale Telegram per non perdere i lanci e consultate i canali social della Testata.
Telegram
https://www.linkedin.com/company/ilnordestquotidiano
https://www.facebook.com/ilnordestquotidian
X
https://twitter.com/nestquotidiano
© Riproduzione Riservata