“Venice Sustainable Fashion Forum”: le proposte del sistema moda veneto

Una “just fashion transition” europea al 2030. Rigenerare l’intero sistema moda.

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Venice Sustainable Fashion Forum

Si è conclusa la terza edizione del “Venice Sustainable Fashion Forum”, il summit ideato e realizzato da Sistema Moda Italia, The European HouseAmbrosetti e Confindustria Veneto Est – Area Metropolitana Venezia Padova Rovigo Treviso, che ha riunito a Venezia circa 350 persone tra imprenditori, italiani e stranieri, rappresentanti della filiera e portatori d’interesse.

Sono state presentate le cinque proposte e raccomandazioni emerse dallo studio “Just Fashion Transition 2024” elaborato da The European House – Ambrosetti, rivolte alle istituzioni e agli attori del settore, determinanti per il raggiungimento di una transizione giusta ed efficace entro il 2030.

Chiudere in fretta il gap regolatorio

Esercitare pressione a livello europeo per accelerare la finalizzazione degli schemi regolatori, al fine di creare le condizioni per le aziende per prendere decisioni di medio-lungo periodo.

Semplificare gli strumenti finanziari per le PMI

Semplificare il fardello burocratico per le PMI, mettendole nelle condizioni di investire in sostenibilità fornendo loro un accesso facilitato al credito e offrendo delle condizioni favorevoli.

Spingere competenze e la ricerca e sviluppo

Costruire e diffondere a livello nazionale competenze e centri di competenza, coinvolgendo università e ricerca per testare soluzioni scalabili, sviluppando iniziative per diffondere tra le PMI le competenze necessarie per la transizione e creare una forza lavoro a prova di futuro.

Promuovere dei piani industriali nazionali della moda

Sviluppare un piano strategico nazionale per identificare modalità per integrare I costi della sostenibilità nelle strutture di prezzo – facilitando l’eradicazione del caporalato, così come la condivisione di tempi, metodi e strumenti per combinare finanziamenti pubblici e privati.

Concentrare il mercato per aumentare la competitività

Alimentare il processo di concentrazione del mercato, specialmente tra le PMI, per aumentare la produttività e la capacità di investimento, anche attraverso agevolazioni fiscali e nell’accesso al credito, ma anche finanziamenti pubblici.

Nella sessione conclusiva del “Venice Sustainable Fashion Forum” si sono tirate le conclusioni del forum.

Per Sergio Tamborini, presidente di Sistema Moda Italia, «Venezia si conferma un momento aggregativo fondamentale per unire mondi e visioni differenti. Sul palco abbiamo visto insieme la storia, il futuro e le insidie, riguardo alla trasparenza e ai mercati, che il tessile e moda ha di fronte. Sono temi che ogni imprenditore affronta in maniera differente pensando a tutelare l’azienda, noi come Sistema Moda Italia la filiera tutta, anche di fronte alle incongruenze normative. Quest’anno abbiamo sperimentato una nuova geografia negli eventi del forum, con l’aggiunta di momenti più raccolti dedicati a tematiche che interessano le singole aziende: finanza, circolarità, digitale o “greenwashing”. Gli imprenditori vogliono essere protagonisti, la finanza resta elemento centrale e prezioso alleato, mentre una piattaforma di abbigliamento, abbiamo visto, può vendere oggi qualcosa e domani veicolare un messaggio a milioni di consumatori: questo è il compito della moda, creare connessioni in tema di sostenibilità e credo che questo sia il nostro vero obiettivo».

«Questa terza edizione, che ha visto un’ampia partecipazione e coinvolgimento, ha decretato il pieno successo dell’iniziativa e la sua rilevanza per il mondo della moda e della sostenibilità – ha detto Flavio Sciuccati, Partner & Director Global Fashion Unit The European House – Ambrosetti -. L’insieme di questi fattori ha mostrato che oramai il connubio Moda e sostenibilità è imprescindibile e questo deve essere incentivo per fissare obiettivi sempre più ambiziosi. Abbiamo, oltretutto, avuto la testimonianza del ruolo fondamentale delle nostre filiere che stanno dimostrando la loro eccellenza e unicità e stanno tracciando la strada verso un “Green Made in Italy” ponendo, per la prima volta, al centro del dibattito il tema della ridistribuzione del valore lungo l’intera catena da valle (brand e distribuzione) a monte (produzione e materiali). In tale frangente il maggiore valore riconosciuto a monte, e soprattutto alle PMI, consentirà di fare sia quell’innovazione tecnologica che la transizione green che sono indispensabili e urgenti».

Alberto Zanatta, vice presidente vicario Confindustria Veneto Est, ha che «oggi la sfida è coniugare competitività e sostenibilità, preservare e sostenere ad ogni costo le filiere strategiche del “Made in Italy”. E per questo sviluppare una visione industriale nazionale che promuova la stretta sinergia tra tutti i protagonisti del settore moda, i grandi marchi, i piccoli marchi e l’intera filiera manifatturiera. Un vero e proprio patto di filiera per una visione sistemica e unitaria del settore, per uno sviluppo equilibrato ed omogeneo e per indicare dove e come è necessario intervenire per ri-generare la competitività. È l’appello che rivolgiamo da Venezia al decisore pubblico, alle istituzioni finanziarie e alla nuova Commissione europea. E, prima ancora, a noi stessi imprenditori della filiera della moda, per vincere insieme la sfida di una transizione giusta e competitiva. Una «sfida esistenziale», per citare Mario Draghi, sulla quale le filiere dei territori raccolti in Confindustria Veneto Est si candidano fin d’ora ad essere laboratorio industriale».

 

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